Uno spicchio di storia:" Villa Bonaparte"
Ascoli Piceno | A Porto San Giorgio, su un’altura con una magnifica vista sul mare Adriatico, sorge una splendida villa, che ricorda gli antichi fasti di un breve periodo della storia marchigiana: Villa Bonaparte, voluta da Girolamo Bonaparte, fratello di Napoleone.
di Elvira Apone
VILLA BONAPARTE
Mi è capitato per caso, se così si può dire, di entrare nell'elegante Villa Bonaparte. L'occasione si è presentata durante la presentazione di un libro in concomitanza con un comizio elettorale, e per ltale evento la Villa era stata gentilmente aperta al pubblico, altrimenti credo che difficilmente avrei avuto modo di visitarla.
L'eleganza e la maestosità degli ambienti mi colpirono immediatamente. Attraverso un porticato con volte a crociera si entra in un magnifico atrio, superato il quale si diramano due rampe di scale che conducono ai piani superiori.
La Villa, in stile neoclassico, presenta una facciata ornata da bassorilievi, scale e balconi in travertino proveniente da Ascoli, ed è circondata da un ampio parco, che davanti forma una sorta di terrazzo, mentre sul retro si apre in un bellissimo giardino.
Anche gli affreschi, che decorano pareti e soffitti, sono di gusto neoclassico e creano un'atmosfera d'altri tempi, leggiadra e raffinata, nella quale è assai piacevole immergersi.
La vicenda legata alla costruzione di questa Villa narra che, dopo la Battaglia di Waterloo, Girolamo Bonaparte acquisì un terreno nella zona e affidò il progetto di costruzione della Villa all'architetto Ireneo Aleandri, autore tra l'altro dello Sferisterio di Macerata. La Villa venne realizzata nell'arco di soli tre anni e, nel 1829, tutta la famiglia di Girolamo Bonaparte vi si trasferì, dopo averla fatta arredare con i mobili e le suppellettili appartenenti alla residenza di Trieste, in cui aveva abitato fino ad allora.
Nonostante Girolamo Bonaparte avesse dedicato la Villa a sua moglie, da cui prese, appunto, il nome di villa Caterina, la leggenda vuole, invece, che Girolamo vi andasse ad abitare per poter frequentare la marchesa Anna Azzolino, una nobildonna di Fermo di cui si era infatuato.
In ogni caso, la villa divenne, seppure per breve tempo, sia un luogo mondano in cui l'aristocrazia fermana partecipava a feste e banchetti, sia un punto di riferimento culturale di notevole rilevanza, sia un centro di attività politica. Fu proprio a causa di quest'ultima, infatti, che la permanenza della famiglia Bonaparte a Porto San Giorgio ebbe breve durata, infrangendo, così, il sogno di tutti i nobili locali, che si sentivano ormai parte di una vera e propria corte, con i suoi cerimoniali, i suoi ricevimenti, i salotti letterari e le riunioni politiche di molti "bonapartisti", partigiani contrari sia al governo del papa che a quello dei Borboni.
Nel 1831, infatti, papa Leone X ordinò a Girolamo Bonaparte e alla sua famiglia di lasciare lo Stato Pontificio, anche su richiesta dell'allora Re di Napoli, per il quale il Bonaparte rappresentava un'ulteriore minaccia. La Villa venne, così, espropriata dallo Stato Pontificio e messa all'asta, per essere poi acquistata da una nobile famiglia del luogo, i conti Pelagallo, che decisero di usarla come loro residenza estiva.
Unica reggia della nostra regione, questa sontuosa Villa resta comunque un notevole esempio di arte e di architettura ottocentesca e racchiude in sé un pezzo di storia del nostro paese, una storia in cui anche il nostro territorio e i suoi abitanti svolsero un ruolo attivo e determinante.
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05/02/2014
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