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Storia di un ordinario carnevale

San Benedetto del Tronto | Il carnevale non è parte della nostra storia e della nostra tradizione

di Sabrina Cava

un momento del carnevale

Lasciamo   perdere le questioni  giuridico – amministrative che hanno fatto cronaca nei giorni scorsi, legate  al Carnevale sambenedettese.

Sono convinta  che, una volta passata la festa,  la matassa troverà il suo bandolo e le eventuali  inadempienze, ritardi  e/o omissioni  avranno la loro naturale spiegazione nelle opportune sedi, parliamo quindi della giornata di ieri, domenica 2 Marzo.

Alle 15,00 in punto, confortata dal bellissimo sole che ha deciso di agevolare l’uscita dei carri, mi sono portata (oddio, scrivo come se stessi redigendo un verbale) in Piazza Giorgini dove fortunatamente, complice l’ancora scarso pubblico, ho incontrare mia sorella e i suoi bambini, i miei stupendi nipoti.

Questo mi ha permesso di avere del pomeriggio un’ampia visione dell’evento,  aggiungendo  alle mie impressioni quelle di due bambini di  otto e nove anni.

I carri sono usciti presto e molto puntuali permettendo al sole caldo del primo pomeriggio di goderne appieno la visione.

Il  Carnevale sambenedettese  consiste in fin dei conti in una sfilata di 5 carri che partendo dalla zona Ballarìn arrivano fino alla fontana di Piazza Giorgini e da qui tornano indietro.

Su tutto l’altro perimetro del centro il carnevale non arriva, non si avverte, eccezion fatta per quattro squallidissime bancarelle di “nocelle”, crepes alla nutella, dolciumi vari e coriandoli.

Quindi il grosso del popolo carnascialesco si assembra e stalla tra Piazza Giorgini  e il vialone che da questa snoda  verso il Porto .

Ho guardato con molta attenzione i carri, tanta buona volontà negli Amici del Carnevale Sambenedettese , sia nella costruzione di alcuni carri sia nel  semplice riadattamento per altri.

Molta l’animazione a bordo dei carri, da ognuno di essi  era ascoltabile  la musica tipica di carnevale, lambada, culitta e compagnia cantando. Nulla di nuovo sotto al sole.

Quanto ai  bambini, perché questo è il carnevale di San Benedetto, una festicciola rionale per bambini, un’occasione per andare mascherati  a far da spettatori ad un ristretto gruppo di adulti che si divertono sul carro.

Nessun gruppo a vivacizzare veramente il pomeriggio, qualche truccatrice sotto al palco, questo  veramente non all’altezza.

 La musica di Radio Domani che ci fosse o non ci fosse la differenza non si sarebbe percepita, i due speakers assolutamente improbabili e inadeguati, addirittura, salendo sul palco per scattare alcune foto non ho avuto percezione della loro presenza, mi sono accorta molto dopo che ci fossero due persone mascherate con un microfono in mano (sic!) e che tristezza vedere  quei  trampolieri  girare tra le persone manco fossimo alla fiera medievale di Chester dell’XI secolo.

Una festa dei bambini in cui però, manco i bambini si divertono.

Mio nipote ha desiderato tutto il tempo salire su un carro ma come gli ho spiegato (senza essere certa che mi abbia compresa,  perché dei bimbi sopra ce li visti), per motivi di sicurezza non si poteva.

“ Allora adesso che li ho visti possiamo andare” questo è il pensiero di un bambino di Otto anni e di  quasi tutti i partecipanti, fare il giretto col figliolo mascherato e dirsi, “anche per quest’anno abbiamo dato”.

Quello sambenedettese non è un Carnevale coinvolgente e mai  lo sarà perché, e spero il pensiero esca chiaro, al carnevale non si assiste ma si deve partecipare.

Andare in piazza per vedere le mascherine da spettatori  è contrario ad ogni spirito della festa.

Com’  è organizzata qui da noi  la festa è festa morta, e  un motivo perché  è così c’è ed è lampante.

Il  carnevale non è  parte della nostra storia e della nostra tradizione e,  a meno che, qualcuno non si faccia venire qualche idea più che brillante, che piano piano prenda corpo e metta radici  portando il carnevale sambenedettese  ad assurgere a tradizione, fra trenta o quaranta anni, così com’è non ha senso.

L’unico momento di coinvolgimento e interazione tra pubblico e staff, si è rappresentato col  carretto “Spirito Di Vino” guarda caso di Castignano e non sambenedettese. 

03/03/2014





        
  



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