Belleri insiste: «A Brescia non si può somministrare la terapia Stamina».
Brescia | Le cure sono un diritto dei pazienti. Che intanto hanno avviato una raccolta firme.
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Vite Sospese
«Stiamo facendo apposite verifiche per capire se all'interno della nostra azienda ci siano altri medici disponibili, ma al momento non ce ne sono: oggi l'ospedale è nell'impossibilità tecnica di attuare la metodica Stamina». Lo ha detto Ezio Belleri, da poco diventato direttore generale degli Spedali civili di Brescia con riferimento alle quali dovrà essere sottoposto, il 5 maggio, il piccolo Gioele. E alla famiglia del bambino che ha minacciato di recarsi in ospedale accompagnata dai carabinieri per far rispettare la sentenza del giudice che ha imposto le infusioni entro il 5 maggio, ha risposto che un medico non può essere costretto a somministrare cure che ritiene di non dover fare.
Il Patto di Solidarietà, che è nato nelle scorse settimane, riunisce una quindicina di associazioni e lotta per difendere i diritti dei malati, mette in guardia Belleri e gli Spedali di Brescia dal portare avanti la «logica del rifiuto». Già 30 persone sono morte in attesa della cura Stamina, non aspetteremo che questo accada a tante altre. I medici che adesso rifiutano di curare i bambini e i pazienti gravissimi ne risponderanno più avanti in Tribunale.
Belleri - che ha anche precisato che il suo ospedale è sempre stato aperto a tutti i pazienti, dimenticando le migliaia di persone che per poter accedere alle cure ha dovuto rivolgersi ai giudici e la spropositata quantità di euro che lo stesso ospedale sta spendendo ancora in avvocati per i ricorsi contro le sentenze dei giudici (è apertura questa?) - sappia che siamo pronti a denunciare lui e tutti gli altri medici che si stanno rendendo responsabili di un vero e proprio genocidio. Siamo disposti a difendere i diritti dei malati in tutte le sedi di giustizia, in Italia e all'estero.
La raccolta firme
E proprio per difendere l'accesso alle cure compassionevoli, è stata avviata in tutti i Comuni d'Italia una raccolta firme per avviare una Proposta di Legge a tutela di questa possibilità prevista dal decreto Fazio Turco del 2006. Invitiamo tutti i cittadini, i malati e le loro famiglie a recarsi nei propri Comuni e firmare. Oppure di farlo nei banchetti e durante le iniziative che stiamo organizzando in diverse città d'Italia.
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02/05/2014
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