La Black Community dei Roots
San Benedetto del Tronto | The Roots "...And then you shoot your cousin"
di
The Roots
"...And then you shoot your cousin"
Quindici album in vent'anni per uno dei gruppi più radicali della scena black americana contemporanea che con la loro arte compositiva sono stati tra i principali ispiratori di molta scena hip hop e neo soul. Sono i Roots di Philadelphia guidati da due menti geniali come Ahmir Thompson e Tariq Trotter. Dietro la musica dei Roots non c'è solo la strada e l'emarginazione del quartiere di una qualsiasi metropoli bensì lo studio continuo della storia stessa degli afroamericani, della loro cultura letteraria e musicale.
E in questo lavoro un po' troppo breve e della durata di mezz'ora, gli artisti si divertono a citare con umorismo trasformato spesso in satira la continua violenza urbana all'interno di un razzismo ancora non domato e troppo spesso protagonista di malaugurati fatti di cronaca. I simboli musicali citati sono tra i più classici e vanno dal campionamento di voci come quelle di Nina Simone ("Theme from the middle of the night"), perenne astro nel firmamento black come pure quello del pianoforte intenso di un'altra eroina come Mary Lou Williams ("The devil"). Non mancano i colori sacri del gospel ("Understand"), del soul ("Never" con l'affascinate voce opsite di Party Crash), del musical à la "Oklahoma" e della musica sacra, colonna portante di un intero popolo assetato di libertà ma anche la poetica di un rap molto intenso ed efficace (del bravissimo Black Thought) camuffato spesso tra le pieghe quasi atonali di arrangiamenti a tratti selvaggi e caotici ("Dies irae", "The coming" e la stessa "Never").
Non sono lontani i riflessi tipici dei giochi sonori di Gil Scott-Heron e i colpi di luce di grandi atmosfere (è il caso della magnifica "The unraveling" con la voce di RaheemDeVaughn) che si avrebbe l'esigenza di approfondire in un ulteriore sviluppo. Tutto "And then you shoot your cousin" assomiglia ad una tavolozza costruttivista bel rappresentata nelle immagini grafiche della copertina ma ha il grande difetto di essere troppo spesso abbozzato solamente e non sviluppato a dovere. Infatti più che il suono realizzato da magnifici musicisti come Cap'n Kirk alla chitarra, Mark Kelley al basso, Frank Knuckles glorioso percussionista e James Poysier, tastierista al lavoro fa difetto l'idea e la costruzione di tutta l'opera.
Questo lavoro, nonostante il difetto concettuale, possiede davvero un punto di forza nella visione dell'hip hop contemporaneo e ristabilisce le distanze da tanta feccia da classifica che predica la forma espressiva della cultura nera ma solo col riflesso diretto al proprio conto in banca.
Voto 7,5/10
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17/06/2014
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