Tavolo istituzionale Cooperlat. L'azienda non sottoscrive un accordo proposta dalla Regione
Ascoli Piceno | Canzian: "Battuta d'arresto seria, ma continueremo a ricercare una soluzione"
cooperlat
"Una battuta d'arresto seria e preoccupante, ma la Regione continuerà a impegnarsi per trovare una possibile soluzione". È quanto commenta il vicepresidente Antonio Canzian, al termine del Tavolo istituzionale sulla Cooperlat di Ascoli Piceno che sì è tenuto, nel tardo pomeriggio, presso la sede della Giunta regionale di Ancona. L'azienda non ha sottoscritto un ipotesi di accordo presentato dalla Regione che mirava a garantire un futuro allo stabilimento di Ascoli.
"Il confronto con l'azienda purtroppo non ha dato il risultato che auspicavamo - ha rimarcato Canzian - Al temine di un dibattito animato, abbiamo proposto un'ipotesi che consisteva nell'impegno a salvaguardare l'obiettivo di mantenere il sito di Ascoli, senza pregiudicare la situazione della Trevalli Cooperlat. L'azienda doveva impegnarsi a cedere il sito produttivo di Ascoli a un soggetto interessato a rilevarlo, con una proposta di cessione aperta per otto mesi. Chiedevamo che l'eventuale acquirente potesse finalizzare il proprio core business alla produzione di latte marchigiano, potendo contare su quanto indicherà il nuovo Programma di sviluppo rurale. L'accordo sindacale avrebbe dovuto prevedere il riassorbimento, da parte del potenziale acquirente, dei lavoratori attualmente impiegati ad Ascoli. Nelle more della verifica di questa ipotesi (cioè dell' acquisizione da parte di un potenziale acquirente), si sarebbe mantenuta l'attività allo stabilimento Cooperlat di Ascoli fino al 30 settembre 2014. Dopo tale data, in caso non si fosse verificata nessuna proposta di acquisto, l'azienda avrebbe proceduto alla ristrutturazione secondo l'accordo sindacale, da effettuare entro il 30 settembre 2014".
"Ritengo che questa ipotesi di accordo fosse la più sostenibile possibile, che dava un po' di respiro a tutti i soggetti nella ricerca di un eventuale acquirente affidabile, che poteva essere accolto positivamente - rimarca Canzian - L'azienda non ha invece ritenuto di condividere questi contenuti. Pertanto è ritornata sull'ipotesi iniziale: di procedere, cioè, dal 15 di giugno, alla dismissione dello stabilimento. La Regione, però, rimarca l'impegno a non abbandonare l'idea di trovare un potenziale acquirente. È dispiaciuta della chiusura da parte dell'azienda, perché oggettivamente esistevano tutti i presupposti per tentare di salvaguardare questa realtà produttiva. Noi, comunque, ribadiamo l'impegno a ricercare una possibile soluzione".
"Il confronto con l'azienda purtroppo non ha dato il risultato che auspicavamo - ha rimarcato Canzian - Al temine di un dibattito animato, abbiamo proposto un'ipotesi che consisteva nell'impegno a salvaguardare l'obiettivo di mantenere il sito di Ascoli, senza pregiudicare la situazione della Trevalli Cooperlat. L'azienda doveva impegnarsi a cedere il sito produttivo di Ascoli a un soggetto interessato a rilevarlo, con una proposta di cessione aperta per otto mesi. Chiedevamo che l'eventuale acquirente potesse finalizzare il proprio core business alla produzione di latte marchigiano, potendo contare su quanto indicherà il nuovo Programma di sviluppo rurale. L'accordo sindacale avrebbe dovuto prevedere il riassorbimento, da parte del potenziale acquirente, dei lavoratori attualmente impiegati ad Ascoli. Nelle more della verifica di questa ipotesi (cioè dell' acquisizione da parte di un potenziale acquirente), si sarebbe mantenuta l'attività allo stabilimento Cooperlat di Ascoli fino al 30 settembre 2014. Dopo tale data, in caso non si fosse verificata nessuna proposta di acquisto, l'azienda avrebbe proceduto alla ristrutturazione secondo l'accordo sindacale, da effettuare entro il 30 settembre 2014".
"Ritengo che questa ipotesi di accordo fosse la più sostenibile possibile, che dava un po' di respiro a tutti i soggetti nella ricerca di un eventuale acquirente affidabile, che poteva essere accolto positivamente - rimarca Canzian - L'azienda non ha invece ritenuto di condividere questi contenuti. Pertanto è ritornata sull'ipotesi iniziale: di procedere, cioè, dal 15 di giugno, alla dismissione dello stabilimento. La Regione, però, rimarca l'impegno a non abbandonare l'idea di trovare un potenziale acquirente. È dispiaciuta della chiusura da parte dell'azienda, perché oggettivamente esistevano tutti i presupposti per tentare di salvaguardare questa realtà produttiva. Noi, comunque, ribadiamo l'impegno a ricercare una possibile soluzione".
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04/06/2014
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