5 giugno, Sala Conferenze Hotel Progresso ore21,15, gremita.

L’occasione, la presentazione di un libro. Strano. “Contro la lettura – per una pedagogia del semianalfabetismo” di Paolo Parigi edito da Bietti Editore.

Ad introdurre Mimmo Minuto, Presidente dell’Associazione “I luoghi della Scrittura” che, in collaborazione con la libreria “La Bibliofila”  ha organizzato l’evento.

Una presentazione che si preannuncia già interessante e quanto mai esilarante a cominciare dalle prime battute in cui un Minuto in grande spolvero confonde il Prof. Tranquilli (assente) col Prof. Parigi (presente), fuorviato dall’appariscente  papillon rosso che distingue il secondo, il pensatore, dal primo, un semplice grafomane.

La parola poi passa all’Editor del libro che ne ha curato l’edizione per due anni circa, Alessandra Selmi che, con non poco sarcasmo raccomanda la lettura delle centotrenta pagine che ne sconsigliano assolutamente la pratica.

Sparring partner del  prof. Parigi sul palco, che per l’occasione si fa ring dialettico, il Dott. Ettore Picardi, sostenitore assoluto della positività del leggere.

Umorismo, battute ironiche e sarcastiche e un dissacrante Parigi hanno contraddistinto tutta la serata.

Grande prova di tenuta di scena e di palco per i protagonisti del “duello”.

Un’ora e mezza di assolute risate prodotte dall’affiatamento e dall’amicizia che si è da subito evidenziata tra i duellanti.

Lettura sì o lettura no dunque?

“Leggere fa male. Lo abbiamo sempre saputo, pur non osando mai dirlo pubblicamente….” Così si trova scritto nella quarta di copertina di questo “libello”, parole di Tommaso Labranca di cui l’autore del libro Paolo Parigi si assume tutta la responsabilità della dimostrazione.

Il professor Parigi non lo nasconde, odia chi legge e fa una descrizione del lettore tipo davvero originale e odiosa, “pallido, asociale, ingobbito, occhialuto” insomma, un reietto.

“Questo libro dice vuol rappresentare  per il lettore una cura omeopatica, agendo in base agli stessi principi attivi tipici di questa cioè,  l’assoluta mancanza di principi attivi” . Un piccolo libro come piccola dose del virus.

Lettori come tossicodipendenti che non fanno altro che cercare ed essere riforniti dal " Book Pusher" il libraio, lo spacciatore di libri.

Eliminare la lettura dunque?

No, ma limitarne i danni andando ad incidere alla fonte, agire dove la contaminazione e la dipendenza è più pericolosa, sui  bambini, impedire loro di leggere. La lettura va limitata al massimo riservandola ad alcune categorie sociali ben precise.

Procrastinare la lettura ad una età più adulta è fondamentale. “E’ importante che i cervelli delle future generazioni restino incapaci di decifrare testi complessi e che il solo pensiero di affrontare la lettura provochi moti di repulsione,noia e insofferenza”.

“I soggetti più esposti al contagio in età adulta sono le donne indubbiamente - continua il professore -  sono lettrici voraci e dipendenti, drogate della pagina” ma esclude dalla malattia quelle dedite ai libretti rosa e ai rotocalchi, il professore, “quelle non accumulano scorie perché alcune letture sono più innocue di altre, non lasciano traccia alcuna all’interno del corpo umano” .

Un volumetto ironico e dissacrante insomma e che per questo attrarrà molti lettori, foss’anche solo per stroncarne gli assunti.