Isabelle Boulay canta Serge Reggiani
San Benedetto del Tronto | Isabelle Boulay "Merci Serge Reggiani"
di
Isabelle Boulay
"Merci Serge Reggiani"
In omaggio alla diciannovesima edizione per Festival Léo Ferré di San Benedetto del Tronto ecco un'uscita francese di questi giorni che rende gloria alla canzone d'oltralpe più classica in nome di uno dei grandi come Serge Reggiani in quel bellissimo connubio che ha legato da sempre Italia e Francia. Isabelle Boulay è una cantante del Quebec canadese di madrelingua francese che dichiara: "Se fossi stato un uomo avrei avuto certamente le sembianze di Serge Reggiani". A lui infatti è dedicato questo lavoro (il decimo della carriera di Isabelle Boulay) pensato e meditato per mesi che ha radici profonde nell'infanzia della ragazza Isabelle che, giovanissima, ha scoperto queste canzoni.
Non ci sono guizzi né colpi di genio in questo lavoro che possiede però la grande forza della dignità e rispetta tutti i canoni classici dell'interpretazione. Curiosamente il disco si apre con la bellissima "Ma solitude", composta da Georges Moustaki (Mustacchi e Reggiani in fondo non erano che due italiani!) nel 1969 e cantata anche da Reggiani (dal vivo i due l'hanno anche cantata insieme). La Boulay la interpreta pensando a "Je ne regrette rien" di Edith Piaf e sa essere molto convincente. C'è Moustaki anche in "Ma liberté", bel manifesto ripreso con forza identificatrice da Reggiani e Isabelle si cala nello spirito di un bel diritto rivendicato a forza. Ci sono canzoni meravigliose in questo omaggio, da "L'absence" a "Ma fille" (che la stessa Isabelle aveva interpretato sulla scena a fianco di Reggiani), da "La vieux couple" (uno dei più classici esempi di canzone à texte francese) a "Si tu me payes un verre" (con i riflessi di Michel Legrand), dalla perfetta "T'as l'air d'une chanson" all'illuminante "Le déjeuner de soleil" passando dall'"americana "Les amours sans importance" che dimostra quanta vicinanza abbiano molte canzoni d'autore in ogni angolo del mondo (ma anche "De quelles Amériques" segue le stesse orme).
"Quanta esigenza di tenerezza -dice la Boulay- esiste nelle canzoni di Serge" e la cantante insegue quelle orme come ha fatto in passato per tante canzoni francesi sulle orme di Maxime Le Forestier ma anche americane da Etta James a Lee Hazlewood passando per il muro del suono di Phil Spector, le atmosfere di Daniel Lanois, suo connazionale, quelle del designer acustico Benjamin Biolay e le belle emozioni di Jean-Louis Murat. Una carriera all'insegna delle emozioni dell'amore di cui Isabelle Boulay si nutre giorno dopo giorno e oggi ancora con il ricordo di Serge Reggiani.
Voto 7,5/10
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07/06/2014
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