Tecnici ed esperti, sambenedettesi doc, intervenuti al convegno organizzato La storia e la visione, le risorse da valorizzare e il marketing, i numeri e la finanza. Questi i tre argomenti principali per San Benedetto del Tronto trattati sabato 13 dicembre al convegno organizzato dall’associazione sambenedettese “Il Club degli Incorreggibili Ottimisti”.

“L’incontro fa parte di una serie di nostre iniziative che abbiamo chiamato ‘Laboratorio delle idee’ - spiega Paolo Perazzoli, presidente dell’associazione - nell’ottica di una San Benedetto del Tronto senza barriere, non solo architettoniche, pronta a raccogliere le sfide future e trasformarle in opportunità: occasioni di sviluppo che sono dietro l’angolo. In questo primo appuntamento abbiamo chiamato alcuni relatori d’eccezione: esperti del proprio settore e sambenedettesi doc che ora lavorano fra Roma, Chieti e Milano. Professionisti che amano San Benedetto e vogliono condividere le loro conoscenze per aiutarla a tornare la città che era anni fa, fra le prime in Italia per pesca e turismo, conosciutissima anche all’estero”.

Si tratta dell’ing. Nicola Sciarra, professore ordinario di Geologia applicata all’Università di Chieti e Presidente della Sezione Italiana dell’International Association of Engineering Geology (IAEG), Camillo De Berardinis, Amministratore delegato di CFI Cooperazione Finanza Impresa e Premio Truentum del 2008, Stefano Esposito, Consigliere delegato Sardaleasing spa - Gruppo BPER. San Benedetto del Tronto era una città balneari fra le più in voga negli anni passati, come ha sottolineato Adriano Maroni, vice presidente dell’associazione, che ha voluto aprire i lavori proiettando uno spezzone del film “Una botta di vita” con Alberto Sordi, nel quale il famoso attore cita San Benedetto del Tronto insieme a Porto Fino, Sanremo, la Costa Azzurra. “Erano altri tempi - commenta Maroni - ma la nostra città merita di tornare a quei livelli e questo può essere un obiettivo possibile, con l’impegno di tutti”.

L’intervento successivo dell’ing. Sciarra ha evidenziato la necessità di ripensare la città in chiave sostenibile, valorizzando il porto e il mare come elementi fondanti sui quali lavorare: ad esempio, nello sviluppo urbanistico e della viabilità, nel settore della pesca con cantieri navali avanzati, a livello di cultura e scienza, con corsi universitari specifici e tecnologici, scuole di ingegneria navale, e incentivazione del turismo destagionalizzato con convegni di settore periodici. A questo filo conduttore si è riallacciato Camillo De Berardinis, che ha prospettato la potenzialità e gli effetti positivi di un piano di marketing territoriale, spingendosi ad ipotizzare anche un progetto di San Benedetto del Tronto Smart City. In questo senso l’importanza della sinergia e dell’integrazione fra tessuto economico, sociale, ambientale diviene vitale per il successo di ogni iniziativa. E proprio al tema della sinergia e della unità d’intenti ha fatto riferimento Stefano Esposito, che ha toccato il delicato argomento dei finanziamenti e delle difficoltà nell’accesso al credito.

La situazione non sembra più così critica, grazie alla possibilità offerte dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI), che esige però una progettazione articolata con business plan da oltre 10 milioni di euro. Così, ad esempio, ristrutturazioni e riqualificazioni nel settore turistico (efficienza energetica, barriere architettoniche, servizi e tecnologie) e della pesca (flotte di pescherecci più tecnologici, meno inquinanti e più efficienti) non sembrano impossibili se affrontati in associazioni di imprese o in altre realtà aggregate. La sala dell’Hotel Progresso ha faticato a contenere i numerosi concittadini intervenuti, fra tutti i presidenti di alcune associazioni di categoria (Confcommercio, Confesercenti, Assoalbergatori, Cna).

“Gli argomenti che abbiamo trattato sono estremamente attuali - spiega il presidente del Club Perazzoli - e la congiuntura economica che attraversiamo spinge tutti a uscire dal proprio guscio, trovare informazioni, aprirsi al confronto e prendere ad esempio modelli di positivi. Serve un nuovo atteggiamento, più aperto, che rigetta i campanilismi e la frammentazione. All’incontro sono state fornite prime soluzioni concrete, attuabili da subito. E qualcuno ha già colto l’occasione per iniziare a lavorare su queste proposte. L’unione fa la forza: non è solo un modo di dire, ma la soluzione ai nostri mali per rilanciare San Benedetto del Tronto e la sua economia”.