Palestina: verso uno stato libero
San Benedetto del Tronto | Votata ieri dal Parlamento Europeo la dignità dello stato palestinese.
di Martina Oddi
bandiera palestinese
Lo chiediamo a Foad Aodi, presidente del movimento Uniti per Unire, schierato sul fronte della pacificazione e del raggiungimento di una soluzione politica all'annoso problema.
In cosa consiste e cosa comporta il riconoscimento del Parlamento Europeo?
Sicuramente il voto rappresenta un passo avanti importante per la comunità ' europea che esprime per la prima volta una voce autorevole anche se non decisiva ma fondamentale per la diplomazia, utile a riattivare il processo pace. Il parlamento europeo con maggioranza significativa ha deliberato, fornendoci motivo di soddisfazione anche per il sostegno dimostrato nella giornata di solidarietà ONU alla Palestina. Io stesso e tutti gli ambasciatori presenti abbiamo espresso comune sentire riguardo al fatto che non si può più aspettare e che anche Netanyahu deve capire. Anche gli usa che sembravano aver capito l'importanza del processo di pace, hanno parlato di decisione per tutti, di soluzioni positive e poi hanno posto il veto alla risoluzione palestinese.
Come e' stato accolto dalla comunità araba?
Tutta la Comai applaude la voce unitaria il coraggio del parlamento europeo per aver sostenuto le ragioni della pace. La Gente in Terra Santa vuole risultati concreti, la definizione dello stato del '67 toglie ogni alibi a movimenti estremisti che adducono la questione palestinese come giustificazione alla violenza, per colmare il vuoto della politica. Se la politica dice la sua in modo decisivo, tutti i focolai inerenti la questione araba o islamica verranno sedati e il loro impatto sara' ridotto. Facciamo appello a Renzi e al Ministro Affari Esteri che ieri ha incontrato la Lega Araba convinta che l'Italia giochi un ruolo decisvo per i risultati raggiunti.
Di fronte alle reazioni degli ebrei, con il premier che ha rinfacciato l'olocausto all'Europa, lei come vede il processo di pace?
Il premier israeliano come presidente israeliano ha fatto in effetti dichiarazioni tali, ma non si possono nascondere nemmeno tutti quegli ebrei che spingono per la pace, per la definizione di uno stato palestinese libero, indipendente e democratico, conditio sine qua non per la sicurezza. Anche per gli Usa, loro sembravano convinti della necessita' di una svolta, ma la politica estera ha subito un freno dalla politica interna. Quando questo accade le ripercussioni sono sempre gravi.
Quali sono le reali prospettive del nuovo stato? Quando sarà realtà ?
La speranza e' tutta nel processo di pace iniziato da Rabin e Arafat ma e' necessario sviluppare delle decisioni unitarie per finalizzare e concretizzare il dialogo. La gente vuole risultati, il conflitto, la crisi e la mancanza del lavoro, sono priorita' che determinano l'esigenza di risolvere la questione palestinese, dando due stati a due popoli, ottenendo come primo effetto di rimettere in moto l' economia, che insieme alla condizione psicologica della popolazione versa in una grave prostrazione. Guardiamo con speranza all'elezione israeliana e ai nostri candidati, affinche' riescano a stilare una lista unitaria per dare una voce forte e una risposta coerente anche ai palestinesi che vivono in Israele.
Come cambiano i rapporti nello scenario internazionale dopo che l'UE si e' schierata?
Alcuni stati hanno avuto il coraggio di esprimersi liberamente, altri hanno aspettato la votazione dell'Europa, altri attendono le elezioni in Israele. Ma alcuni stati hanno adottato politiche coraggiose. Gli Usa avranno sicuro più difficoltà con questo voto, prima potevano esercitare una politica incondizionata, questo nuovo scenario condiziona e stimola nuove politiche internazionali. Se e' giusto sostenere gli amici ebrei, e' altrettanto giusto far valere i diritti di un popolo che lotta da anni per la sua terra.
Quello che e' stato a lungo un sogno per milioni di palestinesi, presto dunque potrebbe diventare realtà.
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19/12/2014
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