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In attesa dell'inaugurazione dell'anno giudiziario

San Benedetto del Tronto | Il 23 gennaio prossimo dinanzi alla Corte Suprema di Cassazione, il giorno successivo nelle sedi dei distretti delle Corti di Appello sparse sul territorio nazionale, si terranno le cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario.

di Silvio Venieri*

In attesa di conoscere i contenuti delle relazioni sull'amministrazione della giustizia che verrano illustrate in tali occasioni, il Ministro della Giustizia ha già svolto dinanzi al Parlamento il suo intervento annuale per fare il punto sulle linee di intervento che ispirano l'azione del Ministero e del Governo in tale settore.

Alcuni dati, che necessariamente andranno verificati ed esaminati con i dovuti approfondimenti, appaiono significativi, se non altro come avvaloramento di una tendenza in atto.
Il Ministro Orlando ha riferito che i fascicoli relativi ai procedimenti civili pendenti al 30 giugno 2014 erano 4.898.745, con un calo del 6,7% rispetto a quelli aperti alla stessa data dell'anno precedente, così raggiungendo l'obiettivo, colto per la prima volta dall'anno 2009, di contenimento al di sotto della soglia simbolica dei 5 milioni di pendenze.

Per il futuro si punterà, attraverso l'utilizzo di strumenti di definizione stragiudiziale delle liti (negoziazione assistita da avvocati, arbitrato, separazioni e divorzi gestiti dagli ufficiali di stato civile), a sottrarre flussi in entrata dal circuito giurisdizionale statale.
Il riconoscimento del principio della sussidiarietà e della cooperazione tra i soggetti attori della giurisdizione si è concretizzato attraverso un coinvolgimento non solo operativo ma anche progettuale degli avvocati, interpellati dal Ministero in forme organiche di concertazione.

A seguito dell'introduzione, a partire dal 30 giugno dello scorso anno, dell'obbligatorietà del processo civile telematico, si è registrato un (necessitato) massiccio incremento del deposito degli atti procedimentali da parte di magistrati, avvocati ed altri professionisti.

Passando al settore penale e ad uno dei temi più inquietanti dell'universo giustizia: alla data del 31 dicembre scorso erano 53.623 i detenuti ristretti nelle carceri italiane rispetto ai 62.536 presenti nel medesimo mese dell'anno 2013; in un recente passato si erano toccate vette intorno alle 70.00 presenze e la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo aveva sancito, con plurime condanne, il mancato rispetto da parte dello Stato italiano dell'art. 3 della Convenzione dei Diritti dell'Uomo.
 
Un progressivo incremento ha fatto registrare il ricorso alle misure alternative alla detenzione, sino a giungere, alla data del 31 dicembre 2014, al numero di 31.962.
Estremamente importante la portata di quest'ultimo dato nella consapevolezza che ad una espansione dell'applicazione di tali misure alternative corrisponde una consistente riduzione del rischio di recidiva, con evidenti benefici in termini di sicurezza per il cittadino e di diminuzione dei costi sociali ed economici.

Riferito sinteticamente degli elementi suscettibili di una valutazione positiva, non possiamo non passare in rassegna, seppur velocemente, quelli che sono i mali - alcuni, oramai, "cronici" - del sistema giustizia in Italia.
Da tempo vi è una grave scopertura delle piante organiche dei magistrati, con sedi giudiziarie al collasso; situazione questa che tenderà ad aggravarsi per effetto della normativa che prevede il pensionamento dei magistrati che raggiungeranno il settantesimo anno di età entro la fine del 2015.

Il personale amministrativo in forza agli uffici giudiziari conta 35.625 unità rispetto ad una dotazione di pianta organica di 43.702 unità, con un gap pari al 18,48 %.
A proposito della prescrizione dei reati, tema recentemente al centro dell'attenzione dei mezzi di informazione per effetto di sentenze che hanno applicato tale istituto, gli ultimi dati disponibili dell'anno 2012 ci indicano che ben 113.000 procedimenti penali sono stati dichiarati estinti per scadenza dei termini massimi.

Per effetto della normativa sulla revisione della geografia giudiziaria sono stati soppressi 946 dei complessivi 1.398 uffici di primo grado (Procure, Tribunali, Giudici di Pace), così allontanando il servizio giustizia dal cittadino, con conseguente aggravio a suo carico di oneri aggiuntivi.
Ad oggi non è dato sapere quale risparmio di spesa e quale accrescimento di efficienza organizzativa, così tanto sbandierati dai predecessori di Orlando, si siano eventualmente prodotti (l'attuale Ministro ha annunciato che disporrà una verifica in tal senso).

Gli esecutivi che si sono succeduti in questi ultimi anni, con lo scoperto intento di produrre un effetto deflattivo sul contenzioso, hanno fatto lievitare i costi di accesso alla giustizia, mentre, nel contempo, hanno ridotto costantemente gli investimenti nel settore, nonostante l'autosufficienza delle risorse per finanziare le attività.
Non possiamo, ancora una volta, sottrarci dal rilevare e denunziare che il percorso sulla strada della tutela effettiva dei diritti dei cittadini è ancora lungo e accidentato.

* delegato per la Regione Marche dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura Italiana

 

 

22/01/2015





        
  



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