Antonio Gramsci a Il Tempo e la Storia su Rai3
San Benedetto del Tronto | Con Mauro Canali oltre alle lettere dal carcere per i rapporti con Togliatti, il valore dei quaderni nell’Italia di oggi.
di Felice Di Maro
Antonio Gramsci
Venerdì 27 aprile, anniversario a 78 anni dalla sua morte, Antonio Gramsci è stato su Rai tre nella trasmissione «Il tempo e la storia» un programma realizzato da Rai Educational con Alessandra Bisegna, Francesco Cirafici e Cristoforo Gorno e che è condotto da Massimo Bernardini. Com’è noto attualmente le sue opere sono all’attenzione continua di studiosi a livello internazionale.
In trasmissione che è un appuntamento quotidiano della Rai per raccontare la complessa storia dell'uomo con le sue vicende con documenti anche nuovi e con le testimonianze d’epoca tra note biografiche e articolazioni delle relazioni del suo pensiero con l’Italia fascista è stato all’attenzione con Mauro Canali che è stato professore ordinario di Storia contemporanea all'Università di Camerino ed è fra i più importanti storici che ha studiato la crisi dello stato liberale e l'avvento del fascismo compreso quella che è stata la struttura totalitaria del regime mussoliniano e dei suoi meccanismi repressivi.
Proprio su Antonio Gramsci nel 2013 per Marsilio Editori ha pubblicato, Il tradimento – GramsciTogliatti e la verità negata. Canali ha messo in evidenza che è stato sempre Togliatti, finché fu in vita, a decidere cosa rendere pubblico dell’opera e anche della storia di Gramsci. Nel libro aveva già messo in evidenza che solo grazie a quei dirigenti comunisti non proprio in linea con il Pci oppure espulsi qualcosa era diventato pubblico. Anche scomparso Togliatti non è stato possibile affermare esplicitamente che nell’ottobre del 1926 la rottura tra Gramsci e Togliatti ci fu e fu radicale. Oggi, dopo la caduta del muro di Berlino e dello scioglimento del Pci Canali ha ricostruito la verità che ormai appartiene alla storia. Nella trasmissione Massimo Bernardini ha introdotto prima la sua formazione dopo aver presentato Ales (Oristano) in Sardegna il luogo dove era nato poi il suo trasferimento all’Università di Torino dove conobbe Palmiro Togliatti.
Nel 1918 era già un attento osservatore della politica dell’epoca e in particolare la rivoluzione in Russia del 1917. Nel 1919 fonda Ordine Nuovo e nel 1924 L’Unità. Giornalista, filosofo, fondatore e segretario del Partito Comunista Italiano è stato il più grande intellettuale antifascista. Canali ha detto che «Molto del pensiero di Gramsci è ancora oggi utilizzabile» perché oltre che comunista ha pensato che in Occidente una nuova società può contenere le istanze del comunismo. Naturalmente oggi la società è molto cambiata e l’uguaglianza ad esempio che era importante per Gramsci oggi non è nemmeno pensabile. Questa visione di nuova società che si ricava sia dalle lettere dal carcere e sia dai suoi quaderni che sono 33 e che sono stati pubblicati integralmente nel 1975 lo porta a fare scelte diverse dall’Internazionale comunista. Com’è noto nel Partito comunista dell’Unione Sovietica vi era una dura lotta tra la maggioranza di Stalin e Bucharin e la minoranza di Trotskij, Zinov'ev e Kamenev.
Prevale Stalin e si afferma la rinuncia alla rivoluzione socialista mondiale la quale e la costruzione del socialismo in un solo paese, l’Unione Sovietica. Al riguardo proprio su incarico dell'Ufficio politico del Partito Comunista d’Italia, Gramsci scrisse a metà ottobre una lettera al Comitato centrale del Partito sovietico con la quale si dichiara contro. Togliatti, che si trovava a Mosca come rappresentante italiano nell'Internazionale comunista, criticò le sue considerazioni. Intanto il Partito Comunista d’Italia per le nuove leggi di Mussolini diventa clandestino. Gramsci fu arrestato a Roma il 31 ottobre del 1926. Perché andò a Roma? Canali ha spiegato che Mussolini aveva subito a Bologna un attentato senza conseguenze personali ma che aveva provocato una repressione poliziesca che chiaramente non viene compresa e Gramsci essendo deputato pensava evidentemente di non essere arrestato. Al riguardo in trasmissione è stato evidenziato il ruolo di una lettera che ha ricevuto da Mosca che mette in rilievo le attività contro il fascismo.
Si tenga che il 5 novembre vengono sciolti i partiti politici di opposizione e vengono soppresse le libertà di stampa e l'8 novembre proprio in violazione dell'immunità parlamentare, Gramsci viene rinchiuso nel carcere di Regina Coeli. Il processo a ventidue imputati comunisti, fra i quali anche Umberto Terracini, Mauro Scoccimarro e Giovanni Roveda, iniziò a Roma il 28 maggio 1928. Mussolini aveva istituito (febbraio 1927) il Tribunale Speciale Fascista. Gramsci viene accusato di attività cospirativa, istigazione alla guerra civile, apologia di reato e incitamento all'odio di classe. Il pubblico ministero Michele Isgrò parla nell'udienza del 2 Giugno 1928 e concluse la sua requisitoria con una frase rimasta famosa «Per vent'anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare» e proprio su questa Canali ha messo in evidenza che lui non ha mai smesso di pensare.
Il 4 giugno, venne condannato a venti anni, quattro mesi e cinque giorni di reclusione. Il 19 luglio raggiunse il carcere diTuri, in provincia di Bari. Divenuto il detenuto 7.047 e ricevuto l’8 febbraio del 1929 l’occorrente per scrivere iniziò la stesura dei suoi Quaderni del carcere. A fare da tramite tra Gramsci e il mondo esterno, e con Piero Sraffa e tramite questi col Pcus e il PCdI, fu la cognata Tatiana Schucht, essendo la moglie di Gramsci tornata in Urss. Muore a Roma nella clinica Quisisana il 27 aprile del 1937 ed è stato importante che la Rai ne ha ricordato la figura che a livello di pensiero e oltre l’ideologia del comunismo è importante per l’Occidente. Rappresenta in ideale il padre della democrazia almeno quella che tutti vorremmo e che sembra oggi sempre sfuggente.
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28/04/2015
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