Una canzone di Rino Gaetano
Roma | Tra le produzioni del popolare cantautore quella che ha titolo, “La Zappa... Il Tridente Il Rastrello La Forca L'Aratro Il Falcetto Il Crivello La Vanga” è sempre attuale per i significati che presenta.
di Felice Di Maro
Rino Gaetano
Mette in evidenza gli attrezzi dei piccoli contadini e il rilancio del loro lavoro che non è dichiarato esplicitamente ma è idealmente presente. I ritmi musicali sono delle innovazioni anche rispetto a tutte le altre sue canzoni. Nonostante siano trascorsi 34 anni dalla sua morte, 2 giugno 1981, è sempre piacevole ascoltare le canzoni di Rino Gaetano. Com’è noto tragica e prematura è stata la sua scomparsa per un incidente stradale quando aveva solo trent'anni.
All’epoca e parlo degli anni settanta era certo noto e anche seguito ma proprio perché forse si viveva da parte dei giovani principalmente la politica, questa aveva sempre attenzioni mirate almeno rispetto ad eventi di tipo musicale che poi però in silenzio o quasi invadevano la sfera degli interessi di ognuno di noi. Certo oggi con internet e con i raffinati strumenti di comunicazione si colgono maggiormente e possiamo dire quasi in tempo reale tutti gli eventi che scandiscono la nostra esistenza.
Negli anni che Rino Gaetano si esibiva la comunicazione era molto diversa. Le attività di controinformazione erano ridotte e oltre alle radio locali erano obiettivamente discontinue quelle pubblicazioni di denuncia sociale, però quella sottile ironia che si coglieva dai messaggi, molto mirati, delle sue canzoni era nota. Naturalmente anche quell’immediato contesto socioeconomico che emergeva dai testi era noto e però occupava in massima parte un discontinuo interesse perché si era per scelte collettive in prevalenza impegnati a manifestare sia a livello sindacale e sia politico, anche se solo come partecipazione alle manifestazioni politiche. Noto era anche che lui non era iscritto a nessun partito politico e forse questo dava alle sue canzoni un valore aggiunto e idealmente gli offriva un posto di rilievo nell’immaginario collettivo di quell’epoca.
Vasta è la sua produzione ed è molto articolata e ci sono pezzi che hanno rappresentato l’Italia come “Aida” e forse, la più nota, “Ma il cielo è sempre più blu, e oltre a Gianna” naturalmente che si classificò al terzo posto al festival di Sanremo del 1978. Quella che però resterà nei secoli penso che sia, “La Zappa... Il Tridente Il Rastrello La Forca L'Aratro Il Falcetto Il Crivello La Vanga” che è un pezzo presentato nel 1976 ma forse composto in anni precedenti. Proprio per il titolo che è lungo ed è quindi programmatico ed impegnativo, si pone fuori dal suo quadro dei tempi musicali in senso lato s’intende, ma, attenzione, è però obiettivamente dentro il quadro delle sue composizioni anche se con delle varianti per catturare l’attenzione di chi ascolta. Attenzione che si vuole che sia non ordinaria, diversamente avrebbe fatto altre scelte sia di ritmo che per la sequela delle armonie e delle dinamiche in gioco nel pezzo a livello complessivo.
Di rilievo e legata come scelta almeno a questo pezzo è che verso la fine si ascoltano messaggi pubblicitari vari come oroscopo e ricette, che si contrappongono idealmente agli attrezzi agricoli che sono quelli di un piccolo contadino. In maniera analoga si ascoltano contrasti anche in Nuntereggae più, ma com’è noto tale pezzo ha motivazioni differenti. Verso la fine c’è la ripetizione ritmata, La zappa il tridente il rastrello la forca l'aratro Il falcetto il crivello la vanga e la terra che spesso t'infanga e per ben 13 volte impone di cogliere nell’insieme anche le articolazioni del lavoro agricolo ovviamente mirato a quello che questi attrezzi propongono. Certo si tratta anche di uno scioglilingua non facile da ripetere che provoca emozioni anche verso coloro che non sono sensibili in generale alla musica. L’Agricoltura era all’attenzione in quegli anni e proprio perché la Comunità europea (oggi Unione europea) tendeva a non rilanciare in Italia quelle produzioni delle piccole aziende agricole in particolar modo quelle famigliari, unipersonali.
Le operazioni di concessione dei contributi erano molto raffinate e con procedure laboriose ed erano mirate in prevalenza al rilancio delle grandi aziende agricole e non tanto in Italia. Proprio quelle produzioni dei contadini che vivevano del raccolto venduto in tempo reale e che riuscivano a produrre con duro lavoro dovevano sparire, cosa che è avvenuta. In generale si tenga conto che mediamente un campo di un ettaro, 10 Mila metri quadrati consentiva ad una famiglia di vivere. Le colture intensive e cioè quelle con l’uso di tecniche di coltivazione che mentre si raccoglie proprio sotto poiché ne sono state seminate altre in precedenza, si preparano altri prodotti pronti ad essere successivamente raccolti. Si tratta che bisogna conoscere bene il terreno e l’insieme delle colture e proprio negli anni sessanta erano state rilanciate ma imponevano una certa conoscenza delle varie fasi ed erano considerate in campo agricolo anche professionalità pregiate.
Naturalmente i contadini non avevano tutti una conoscenza di queste tecniche. L’agricoltura che poi è stata rilanciata negli anni successivi prevedeva anche che il raccolto venisse consegnato a prezzi stabiliti con congruo anticipo. Tale sistema ha poi contribuito a far scomparire tutti quei contadini che non riuscivano più a quadrare i conti. Questa canzone in qualche modo ha rappresentato lineamenti di contrasti socioeconomici che erano presenti sul finire degli anni settanta ma che non avevano attenzione sufficiente da parte dei politici. Chiaramente le motivazioni del pezzo saranno state anche altre ma i processi in atto in quegli anni di distruzione delle piccole aziende famigliari di contadini sono stati tra le componenti e come penso saranno stati per lui importanti.
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09/04/2015
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