"Yes I know my way"
Ischia | Omaggio a Pino Daniele. Il 29 aprile nell’isola d’Ischia a Casamicciola l’associazione “Un raggio di luce” ha presentato Pino Daniele Tribute Ischia. Per la prima volta tutti i musicisti isolani di 3 Band sono stati insieme.
di Felice Di Maro
Pino Daniele Tribute Ischia
Grazie all’associazione “Un raggio di luce” nell’isola d’Ischia si è avuto un evento unico. Una esplosione di musica Live in tributo al grande Pino Daniele scomparso il 4 gennaio. La serata si è richiamata a “Yes I know my way” (si conosco la mia strada) che è il titolo di una raccolta discografica di Pino Daniele uscita nel 1998 e che ha preso il nome dall'omonima canzone del 1981 incisa nell'album Vai mò. Alla musica anche la solidarietà sull’isola con i fondi raccolti durante la manifestazione a favore delle famiglie in difficoltà economiche.
L'Associazione “Raggio di Luce” promuove e persegue esclusivamente il fine della solidarietà umana, civile e culturale ed è apartitica e non violenta. Non ha fini di lucro e il suo motto è: Ogni goccia può spegnere un incendio. La serata è stata animata da artisti dell’isola che si sono avvicendati sul palco di Piazza Marina a Casamicciola per rendere omaggio ad un grande della musica nazionale ed internazionale. Hanno partecipato Alberto Di Lauro, Pierpaolo Aiello, Rossella Arcamone, Enzo Boemio, Marco Calise, Michelangelo Calise, Ciro Capobianco, Andrea Carcaterra, Vito Colella, Giocchino Cortese, Riccardo D’Acunto, Jerry D’Ambra, Albert Di Lauro, Enzo Di Maio, Gianvito Di Maio, Barbara Dimini, Matteo Di Meglio, Nicola Di Meglio, Gennaro Di Meglio, Salvatore Ferraiuolo, Maurizio Filisdeo, Francesco Imparato, Tonino Massaro, Tony Mendella, Nicola Pantalone, Gino Piscopo, Rore Saitto, Stefano Zabatta. Ha presentato la cantante Barbara Dini.
In finale Alberto Di Lauro ha messo in evidenza come la musica ha la forza di unire tutti. Al di là delle opinioni tutti hanno reso omaggio a Pino Daniele. Pino Daniele è stato il primogenito di sei figli di un modesto lavoratore portuale. Le sue umili origini hanno sicuramente influito su non pochi temi delle sue canzoni, naturalmente ha lavorato tanto e pare che proprio come autodidatta abbia imparato a suonare la chitarra. Ha rappresentato in senso sociale e musicale la città di Napoli, crocevia delle contraddizioni economiche e politiche della società contemporanea. Ci ha lasciato un patrimonio immenso di musica e tante lezioni di vita che si colgono dalle sue canzoni che obiettivamente sono leggere ma tra le righe dei testi si nota che sono note di denunce sociali. Si può dire che è stato uno dei musicisti più innovativi e sicuramente il più originale di tutta la musica italiana.
Chiaramente è stato di formazione blues che è quella forma di musica sia vocale e sia strumentale che è caratterizzata da una struttura ripetitiva di dodici battute e dall'uso delle blue note. Naturalmente come le radici del blues sono da ricercare in quei canti degli schiavi afroamericani delle note piantagioni degli stati meridionali degli Stati Uniti d'America così buona parte della sua musica è da cogliere in quel complesso di situazioni anche drammatiche che hanno come protagonisti i napoletani e anche se risiedono altrove. I profili dei napoletani indubbiamente hanno caratteri propri ma si tenga conto che Napoli in generale non inventa, accoglie e rilancia e Pino ha anche reiventato. Il tema è stato anche all’attenzione di Barbara Dini, la presentatrice della serata a Casamicciola. Ogni pezzo ha la sua storia e offre sempre un quadro sociale mirato con una speranza di riscatto per una vita migliore. La sua tecnica strumentale e compositiva è stata anche variamente influenzata dalla musica rock, dal jazz di Louis Armstrong e dal chitarrista George Benson.
Il 1976 è stato un anno importante per la città di Napoli, sembrava che un mondo migliore potesse essere possibile ma non fu così, e proprio in quel clima di forti tensioni e d’ogni tipo, Pino, all’epoca giovane chitarrista, entrò a far parte come bassista dei Napoli Centrale, il più importante complesso di musica jazz- rock italiana degli anni settanta che era stato fondato nel 1975 e diretto dal noto sassofonista napoletano James Senese. Da allora il successo lo ha travolto fino a diventare il cantautore che tutti abbiamo conosciuto. Il senso delle sue canzoni è chiaramente di rottura continua verso una società che vorrebbe cambiare ma la musica può solo renderci più ragionevoli. Pino ha offerto sempre una spiaggia come meta di liberazione che è prima ancora che un insieme di orizzonti sociali è veramente fatta di granelli di idealità che ci avvolgono. Penso che la sua lezione più alta possa essere «A Me Mi Piace O Blues» che è anche il suo manifesto non l’unico certo ma uno dei vari, è stata pubblicata da Pino Daniele, per la prima volta, nell’album Nero a Metà del 1980.
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20/05/2015
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