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ALICE: DA 150 ANNI NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

Ancona | Alla "tenera età" di 150 anni, Alice torna a bussare alle porte delle nostre case, regalando ricordi e sguardi su un passato lontano e quasi dimenticato.

di Ludovica Mazzini

Copertina

Era una storia intrigante già per i più piccoli, grazie alle molteplici trascrizioni in versione fiabesca, e conquistò una posizione di spicco quando Walt Disney ne prese la trama per renderla uno dei più famosi cartoni animati di tutti i tempi.
In realtà, ALICE'S ADVENTURES IN WONDERLAND (il titolo originale dell'opera) è un racconto che ha interessato anche gruppi di studiosi di tutto il mondo su aspetti differenti: infatti, inserendosi subito sotto la superficie dell'intreccio, si scoprono innumerevoli simbolismi e riferimenti ad avvenimenti relativi all'epoca dell'autore.

Ma facciamo un passo indietro...

Alice's Adevntures in Wonderland fu scritto da Charles Lutwidge Dodgson, alias Lewis Carroll, nel 1865: una teoria sostiene che, durante una gita in barca, egli intrattenesse tre bambine con dei racconti, uno dei quali decise poi di trascrivere su carta.

Lewis Carroll era scrittore e matematico, grande amante di racconti e poesie.
In Alice riporta filastrocche, proverbi, molti giochi di parole e riferimenti alla cultura e alla lingua inglese, i quali hanno reso estremamente difficili e controverse le traduzioni.
Alice's Adventures in Wonderland è stato tradotto in almeno 97 lingue e la maggiore difficoltà riscontrata dagli autori è stata proprio quella di riportare il più fedelmente possibile la trama del racconto, conservando le notevoli sfumature lessicali inserite nell'opera di Carroll.

La presenza di figure retoriche, l'utilizzo di proverbi e motti noti alla cultura inglese hanno intensificato la ricerca linguistica dei traduttori; non dimentichiamo le filastrocche che dinamizzano la lettura, ma che allo stesso tempo sono fonte di particolare complessità nella traduzione: è più importante rendere le figure retoriche e trasmettere il ritmo della filastrocca, o concentrarsi sull'intenzione del significato?

Per quanto riguarda i simbolismi che emergono dallo scritto, primo fra tutti il viaggio interiore che compie Alice per crescere, per maturare. Durante la scoperta del Paese delle Meraviglie, dove tutto è al contrario di come dovrebbe essere (o di come una realtà vittoriana si presenterebbe), Alice sperimenta l'aumento e la diminuzione della sua taglia corporea, come a rappresentare il diventare adulti e il tornare bambini.
La mutazione delle dimensioni avviene attraverso l'atto del mangiare e del bere, anch'essi metafore di introiezione e di apprendimento.

Finalmente incontra il Brucaliffo, che le mostra il fungo capace di renderla grande o piccola a seconda del lato da cui si attinge: Alice trova l'equilibrio e ritorna a una grandezza intermedia, quella giusta per lei.
Potremmo citare anche la figura dello Stregatto, il gatto che compare e scompare e guida Alice verso il Cappellaio Matto e i suoi amici: accompagna Alice nelle sue esperienze ponendole domande esistenziali, quali "Da dove vieni?" e "Dove vai?".
Infine, la Regina di Cuori: simbolo della natura creatrice, è anche matrigna incontestabile e processa i suoi nemici con il taglio della testa. Questo è l'ultimo salto che deve compiere Alice, il coraggio di presentarsi al suo processo e contestare l'accusa della Regina.

Improvvisamente Alice si sveglia, tornando alla vita normale, ed è nuova e diversa: ha compiuto il percorso di maturazione e ora è cresciuta.

Per celebrare Lewis Carroll e i 150 anni del suo intrigante romanzo fantastico, a Roma si è tenuta una mostra fotografica fino al 8 Maggio 2015. Protagonisti gli scatti ad Alice Liddell, la bambina che ispirò a Carroll le avventure di Alice.

A mio avviso, però, l'atto di celebrazione più grande è prendere di nuovo in mano il libro e, se possibile, leggerlo in lingua originale.

13/12/2015





        
  



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