Quando la semplicità si fa poesia: i “Sapori dell’anima” di Giulietta Straccia
San Benedetto del Tronto | Si è svolta sabato 5 dicembre presso la Bibliofila di San Benedetto del Tronto la presentazione del libro di poesie di Giulietta Straccia dal titolo “Sapori dell’anima”.
di Elvira Apone
Straccia Giulietta alla Bibliofila
Giulietta Straccia ci ha fatto entrare, quasi in punta di piedi, nel suo vissuto interiore, colmo di spontanei slanci di affetto, di momenti sofferti, ma anche di vivaci squarci di luce. È come se le sue parole, permeate da una sorta di chiaro scuro, che è poi la vita stessa, fatta di dolore e di gioia, superassero il bianco e nero del foglio su cui sono state scritte per acquistare, e poi trasmettere a chi le ascolta, tutti i colori che la sua sensibilità di donna, moglie e madre è riuscita a ricreare. Guidata, in questo suo tragitto dell’anima, da Mimma Tranquilli, che l’ha ricostruito insieme a lei con garbo ed eleganza, Giulietta Straccia ha donato al pubblico se stessa con generosità e umiltà, tenendosi quasi in disparte, come se fosse capitata lì per caso a regalarci una così importante parte di sé. Le sue poesie, che sono state lette dalla vibrante voce narrante di Valentina Vichniakova, che le ha mirabilmente interpretate sentendole e facendole proprie grazie alla sua “anima russa”, ci hanno rivelato il suo universo profondo e genuino, la sua quotidianità fatta di sentimenti autentici e intensi, la sua voglia di guardare avanti con caparbietà e coraggio, di vedere sempre, come lei stessa ha affermato, “la luce”, nonostante le difficoltà della vita.
E soprattutto è emerso il suo desiderio di sognare, di sognare a occhi aperti un futuro migliore per tutti, ma anche di ristabilire nel sogno momenti di serenità e di sollievo per se stessa, di sognare per vivere meglio e per riplasmare, attraverso i suoi versi, un mondo più bello e più buono, che nasce dalla sua capacità di guardarlo con occhi puri e sinceri, di amare senza riserve e senza tentennamenti, di condividere con le persone care la propria felicità interiore, conquistata con enormi sacrifici e con tanta forza di volontà. Struggente e coinvolgente la sua poesia dedicata alla madre, anche lei presente tra il pubblico e visibilmente commossa, che, come per reazione chimica, ha sprigionato le note di una bellissima canzone su Maria madre di Dio e di tutto il genere umano del chitarrista Matteo Spinozzi, che ha accompagnato anche lui, con le sue splendide composizioni, Giulietta Straccia nel suo percorso intimistico.
Spazio, quindi, è stato dato anche alla musica, e non solo: abbiamo pure avuto modo di ammirare e di scoprire, grazie alle loro eloquenti spiegazioni, le opere di due pittori che Giulietta Straccia ha invitato ad esporre durante la serata: i bozzetti di MariaFranca Fanni, che ha rappresentato la variegata natura femminile, e i quadri di Emidio Mozzoni, attento a riprodurre il complesso mistero della vita, che sempre e comunque va avanti e che, proprio mettendoci di fronte alle sofferenze, ci rende più forti. Bella anche la poesia che Giulietta Straccia ha dedicato al marito e altrettanto toccante quella scritta per le sue “perle nere”, cioè per i suoi due figli, che un giorno viaggeranno da soli nel mare della vita, e che ha svelato quel sentimento di abnegazione e di amore disinteressato che ogni madre dovrebbe provare per i propri figli.
E poi abbiamo conosciuto il suo giardino, un giardino reale, ricco di tinte e sfumature, che lei cura con passione e dedizione, ma, al tempo stesso, un giardino ideale, che lei utilizza come luogo di meditazione e di riflessione per creare la sua poesia, che l’ha aiutata e l’aiuta a superare le avversità di una vita difficile, non priva di rinunce e di problemi (come, ad esempio, la perdita del lavoro, di cui ha anche parlato nei suoi versi), e che le dà sia la speranza di un riscatto sia l’energia per continuare a sperare. Perché Giulietta Straccia, come lei stessa ha sottolineato durante la sua presentazione, è un’inguaribile ottimista e gli ottimisti, lo sappiamo bene, non perdono mai la speranza.
Un ringraziamento va anche ad Annalisa Frontalini, che ha saputo ben miscelare e coordinare tutti i meravigliosi ingredienti forniti da Giulietta, ma soprattutto un grazie di cuore a Giulietta Straccia, non solo perché ci ha fatto vivere dei momenti davvero emozionanti, non solo perché ha condiviso con noi questo viaggio attraverso diverse forme di espressione artistica, ma soprattutto perché ci ha permesso di conoscere il suo animo semplice e pulito, nel senso più alto dei termini, cioè privo di quelle macchie oscure e di tutte quelle sovrastrutture che lo offuscano e impediscono agli altri di penetrarlo con naturalezza e delicatezza, come lei, invece, ci ha concesso di fare con il suo. “Questo è uno dei giorni più belli” ha affermato alla fine Giulietta Straccia, avvolgendoci tutti in un abbraccio ideale, e risvegliando in me un tale senso di tenerezza che, in tutta sincerità, mi ha scaldato il cuore e ha riempito i miei occhi di lacrime di commozione.
|
06/12/2015
Altri articoli di...
Cultura e Spettacolo
Il Belvedere dedicato a Don Giuseppe Caselli (segue)
TEDxFermo sorprende a FermHamente (segue)
53 anni di Macerata Jazz (segue)
Il recupero della memoria collettiva (segue)
Giostra della Quintana di Ascoli Piceno (segue)
A RisorgiMarche il Premio "Cultura in Verde" (segue)
Porto San Giorgio torna a gareggiare al Palio dei Comuni (segue)
La Nuova Barberia Carloni apre un tris di spettacoli (segue)
San Benedetto
Studenti omaggiano il Milite Ignoto (segue)
Samb: Serafino è il nuovo presidente! (segue)
Istituto Professionale di Cupra Marittima: innovazione a tutto campo. (segue)
Open Day a Cupra Marittima, al via il nuovo corso Web Community – Web Marketing (segue)
GROTTAMMARE - ANCONITANA 1 - 3 (segue)
SAN MARCO LORESE - GROTTAMMARE 1 - 0 (segue)
UGL Medici:"Riteniamo che gli infermieri e i medici debbano essere retribuiti dalla ASUR5" (segue)
Premiato il cortometraggio intitolato "Sogni di Rinascita- Sibillini nel cuore" (segue)
Le strade musicali dell'Ebraismo nel compendio cinematografico di David Krakauer
Quando il giornalismo diventa ClickBaiting
Kevin Gjergji