Piceno d'Autore apre nel segno di Massimo Cacciari al Circolo Nautico Sambenedettese
Grottammare | L'anteprima del Festival letterario - nel corso della serata di martedì 12 luglio - con la presenza del noto filosofo ed intellettuale veneziano ed una notevolissima partecipazione di pubblico.
di Umberto Sgattoni
Un'istantanea dell'incontro culturale, con uno scorcio sulla considerevole presenza di pubblico
La VII Edizione del Festival letterario Piceno d'Autore, molla gli ormeggi - non a caso - dal Circolo Nautico Sambenedettese, nel segno di un tema assolutamente interessante e rilevante ("L'Uomo, il Divino, il Sacro") e con un ospite e relatore di grande spessore: il professor Massimo Cacciari.
Considerevole la presenza di pubblico, ma certamente consona ed adeguata per un personaggio di assoluto prestigio, che introduce da sapiente, valente ed autorevole anfitrione, nel tema che caratterizzerà la sezione monografica di Piceno d'Autore 2016: "L'Uomo, il Divino, il Sacro", appunto.
Un tema, che nella settimana del Festival (18-24 luglio) troverà ulteriori insigni relatori ad eviscerarlo, trattarlo ed approfondirlo da diverse prospettive e sensibilità: Vito Mancuso, Andrea Tornielli, Paolo Di Paolo, Edoardo Boncinelli e Filippo La Porta.
Nei pomeriggi degli stessi giorni (nei quali si avvicenderanno gli illustri ospiti), si terranno altrettanti incontri con insigni relatori in collaborazione con le associazioni locali (Antonio Attorre - Slow Food Marche; prof.ssa Benedetta Trevisani Circolo dei Sambenedettesi; prof. Stefano Papetti); altresì rilevanti i riconoscimenti premiali che - sempre nell'ambito di Piceno d'Autore 2016 (Sezione Universo Editoriale) - saranno assegnati alla "Giovane Promessa del Panorama Letterario Nazionale" Giuseppe Catanzaro, al valente editor Sandro Ferri fondatore della Edizioni e/o (Premio Nazionale all'Editor), ed alla casa editrice Longanesi - nei 70 anni dalla sua fondazione - con l'assegnazione del "Riconoscimento alla Casa Editrice" 2016.
Gli appuntamenti di Piceno d'Autore, sono previsti alla Palazzina Azzurra a partire da lunedì 18 luglio.
Una serata - tornando invece a quella tenutasi martedì 12 luglio presso il Circolo Nautico Sambenedettese - senza dubbio di altissimo profilo culturale e che rimarrà nella memoria cittadina.
Massimo Cacciari, ha infatti catalizzato l'attenzione di una nutritissima e folta platea.
Grande la soddisfazione degli organizzatori; primi fra tutti Mimmo Minuto e l'avvocato Silvio Venieri (I Luoghi della Scrittura) ed il Circolo Nautico Sambenedettese che, nell'orgoglio di aver avuto ospite per il secondo anno consecutivo il professor Cacciari, nel rinnovargli l'invito per un terzo incontro, ha espresso altresì la volontà di offrirgli - in quella futura e prossima occasione - la tessera di Socio Onorario del CNS.
Il Circolo Nautico Sambenedettese - peraltro - è uno dei pochi (se non forse l'unico in Italia) ad essere promotore ed organizzatore di un Premio Letterario (Premio Letterario Massimo De Nardis) che quest'anno - se non erriamo - giunge alla sua XV edizione.
Ha conversato con il professor Cacciari il giornalista Giovanni Desideri.
Nella sua prolusione, Massimo Cacciari, specificando come il tema proposto dalla sezione monografica di Piceno d'Autore 2016 fosse terreno di esplorazione oltremodo vasto ed ampio, ha specificato e sottolineato che si sarebbe concentrato ed avrebbe focalizzato ed improntato la sua riflessione (e dunque posto l'attenzione dell'uditorio) sul concetto di Sacro.
Un Sacro, che - ha lasciato intendere il filosofo - oggi ha perso i caratteri, le sfumature, le accezioni e profondità semantiche che aveva (e trovavano radicamento) nel mondo e nella sensibilità classica.
Un Sacro, che nella semantica contemporanea ed odierna è finito in balia del mare aperto della confusione; "oggi confondiamo di tutto con il termine sacro" ha detto il professor Cacciari.
Un Cacciari che, dopo aver accennato alla fondamentale dualità del sacro nella concezione greca (ieron/aghion) si è poi soffermato su quella di sacer che - procedendo dall'accezione latina ai suoi sviluppi - ancora ai giorni nostri, conserva tutta la sua cocente (e valida) attualità e significanza.
Sacer - anche nel suo riferirsi all'Homo Sacer (l'uomo maledetto, sacrilego) - in un vasto intendimento semantico del sacro (fondamentalmente in contrapposizione all'etimo ed il significato di ieron) che raccoglie tutta quell'area (non meno certo quella semantica) che pertiene e fa riferimento all'esclusione, all'espellere, all'escludere dalla vista, al tenere nascosto; e pertanto ad un contesto misterico, iniziatico e quindi elitario, separato; arcano, di nascondimento.
Un sacer, dunque che ha poco a che fare, anzi in piena contrapposizione con lo ieron.
Con quello ieron che è invece potente, piena, palese, vitale, maestosa e manifesta espressione del divino nella sua chiarezza, così difficilmente (o faticosamente) percepibile e recepibile dalla nostra sensibilità contemporanea; ed invece - al contempo - mirabilmente accolta, compresa ed espressa (stando anche semplicemente ad alcuni versi dell'Iliade che ne colgono l'essenza) da quella degli antichi.
Un sacer che più facilmente nella nostra sensibilità possiamo associare all'arcano del potere; oppure quando vi sia una tendenza ad escludere, a tenere fuori, a nascondere alla vista (e dalla vista) qualcosa, qualcuno. E tutto questo, anche in una società liquida e globale secolarizzata e laica come la nostra, che continua ad esercitare il sacer, non più - magari - nella forma (o con l'alibi) della matrice o ispirazione "religiosa" - ma non meno, comunque, a contemplarlo e a frequentarlo secondo la sua più variegata accezione ed espressione semantica.
Un rapporto - quello contemporaneo con il Sacro - estremamente riduttivo rispetto a quello riferibile alla semantica ed al sentire della civiltà e del pensiero antico classico, e dunque alla sensibilità di greci e romani.
In quella che il professor Cacciari ha ritenuto introduzione e precisazione terminologica fondamentale, egli ha aggiunto come occorra avere orecchio (in riferimento alla dualità del sacro nella percezione, sensibilità e semantica antica) per comprenderne questo senso.
Tuttavia, nel merito, il professor Cacciari non ha mancato di fornire alcuni esempi di sacro, in un mondo - come il nostro - che procede verso la desacralizzazione e che se da un lato sembra voler accogliere e ricercare in sé stesso la trasparenza, l'evidenza, la chiarezza dello ieron, dall'altro, più facilmente si ritrova, si individua e si riflette nella cifra del sacer che esclude e che nasconde.
Un Sacro, che nella nostra contemporaneità sopravvive evidentemente in maniera più significativa, nell'accezione di sacer più che in ogni altra: e dunque nella comprensione ed espressione di qualcosa, connessa o legata al nascondimento, all'esclusione, all'arcano.
E nel soffermarsi ed approfondendo - essenzialmente sotto il profilo filologico - il testo evangelico e l'esperienza di Gesù di Nazareth, il prof. Cacciari non ha mancato di porre l'accento su alcuni fondamentali contenuti e convincimenti.
Innanzitutto sulla portata di novità decisamente straordinaria di Gesù di Nazareth (e dell'evento cristiano che, come logos incarnato raggiunge quanto di più espressivo - in termini di intensità e nell'accezione più significativa e pregnante dello ieron - possa concepirsi).
Ed inoltre su come l'esperienza del Nazzareno, si configuri come un fare la volontà del Padre, nell'eliminazione del sacer.
Una esplicita missione - quella di Gesù - che è espressione della lotta tra lo ieron (la manifestazione del divino in tutta la sua limpida chiarezza, potenza, vitalità) ed il sacer nella sua carica misteriosa, misterica ed iniziatica, elitaria, di nascondimento, separatezza ed allontanamento.
Un approccio ed un'esperienza quella del Nazzareno con il Padre, che è diretta (Io-Tu); che è contro la sacralizzazione (ed il nascondimento) perché tutto è palese, nulla è segreto, ma manifesto; ieron che è persona e che parla con parole/parabole (come noi) e tutto dice in parresia (la libertà di dire tutto in franchezza) apertamente, e non celando nulla nel mistero.
Un Gesù di Nazareth - quello della riflessione di Cacciari - in radicale polemica contro il sacro, contro ciò che sta nascosto; contro ciò che è separato, distante; e quindi un Gesù anti-gnosi ed antignostico.
Un Gesù che svela e non piuttosto che astrae in maniera separata, intellettuale o misteriosa.
Un sacrificio dunque, quello di Gesù Cristo - la sua morte - che fa la volontà del Padre nell'eliminazione del sacer; e proprio perché combatte il sacro, viene sacrificato.
In assoluta continuità - o forse sarebbe meglio dire compimento - con quanto profetizzato nelle Scritture veterotestamentarie.
"Il Vangelo è tutto antignostico" ha detto il Cacciari; sottolineando come - a suo avviso - è la filosofia del Vangelo che è antignostica, tantochè lo stesso Gesù afferma "Io Sono la Verità" e dunque ciò che fa vedere, ciò che parla chiaro; la potente manifestazione dello ieron in aperta lotta con il sacer arcano, misterioso ed iniziatico.
Una lettura quella della figura di Gesù di Nazareth - da parte del Cacciari - che ha certamente sorpreso ed affascinato; che ha colpito e fatto riflettere. E di questa sorpresa - essendoci poi fermati a dialogare con alcuni dei presenti - ne abbiamo recepito e raccolto le sensazioni e gli umori. Ma pure, una riflessione - quella del prof. Cacciari - che ha anche impressionato per la sua straordinaria capacità di cogliere nel segno, nel parlare di temi, concetti e questioni di particolare densità ed elevatezza, trattandoli con una semplicità e chiarezza (talvolta disarmanti) come solo un grande intellettuale è capace di fare.
Che dire, un momento culturale di altissimo livello.
Fin troppo elevato nella comprensione di chi vi scrive, se non fosse venuta incontro ed a sostegno - come accennato poco sopra - l'estrema chiarezza (magistrale ma non criptica) del grande filosofo che è riuscito a far comprendere temi e concetti alti, con una lucidità e semplicità di espressione ammirabili.
Un incontro culturale di densità ed intensità rare, quello con il professor Cacciari, durato poco più di un'ora (fra intervento del filosofo e risposta alle domande pervenute dal pubblico) che ha messo in luce non soltanto la qualità e lo spessore dell'insigne ospite, ma anche il valore intrinseco del tema proposto "L'Uomo, il Divino e il Sacro" che altri studiosi ed insigni personaggi, nel corso dei prossimi appuntamenti di Piceno d'Autore, sapranno approfondire ciascuno a suo modo.
Non si poteva certo principiare in maniera migliore o più qualificante - la VII Edizione di Piceno d'Autore - se non con un ospite del livello e dello spessore di Massimo Cacciari.
Ora, al via - da lunedì 18 luglio alla Palazzina Azzurra - gli articolati appuntamenti culturali di Piceno d'Autore 2016.
Non dimenticando, che nel pomeriggio di domenica 24 luglio, sarà ospite a San Benedetto, il vincitore del Premio Strega 2016, Edoardo Albinati.
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13/07/2016
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