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Il castello di Caldarola: un vero e proprio tuffo nel passato

San Benedetto del Tronto | La storia di Caldarola è legata a quella del castello Pallotta, la cui visita offre al visitatore la possibilità di compiere un vero e proprio viaggio nel passato.

di Elvira Apone

il castello Pallotta a Caldarola


Ai piedi dell’Appennino marchigiano, nel cuore della provincia di Macerata, sorge la graziosa cittadina di Caldarola, che deve il proprio nome alla parola latina “calidarium”, cioè la stanza delle terme con la vasca di acqua calda. Si suppone che l’originario nucleo urbano sia nato prima del IX secolo, a ridosso di una torre difensiva longobarda o bizantina. Caldarola ebbe, però, il periodo di massimo splendore solo nel ‘500, grazie all’opera della famiglia Pallotta, e in particolare del cardinale Evangelista Pallotta, che la trasformò in una tipica cittadina rinascimentale, sconvolgendo completamente l’antico assetto medioevale e introducendo diverse innovazioni, che la resero un raro esempio di urbanistica tardo rinascimentale.

Ma la storia di Caldarola è praticamente legata a quella del castello Pallotta, suo vanto e fiore all’occhiello, che domina dall’alto il centro abitato. Sempre per intervento del cardinale Evangelista Pallotta, anche il castello, costruito nella seconda metà del IX secolo, subì radicali modifiche nel corso del ‘500, divenendo l’armonica e grandiosa costruzione attuale, che la famiglia Pallotta adibì a propria residenza estiva. Tutt’oggi il castello conserva intatti la cinta muraria, la merlatura guelfa, i camminamenti di ronda, il ponte levatoio, tutti elementi esterni che lo caratterizzano e contribuiscono ad aumentarne il fascino. Inoltre, il secolare pino marittimo, che si innalza nel parco del castello da ormai più di 400 anni, colpisce gli ospiti per la sua maestosità e imponenza e li riporta indietro nel tempo.

L’itinerario di visita all’interno del castello conduce il turista tra le stanze del piano nobile, tutte arredate con mobili e oggetti originali, e si conclude al piano terra, i cui ambienti ospitano collezioni di armi, abiti, selle di cavalli, carrozze e calessi. La visita offre al visitatore la possibilità di compiere un vero e proprio viaggio nel passato: dalla vecchia cucina, ricca di pentolame e antichi oggetti domestici, alle sale di rappresentanza, finemente arredate e affrescate; dalla biblioteca, elegante e fornita, alla camera da letto, che nel corso dei secoli ha ospitato personaggi illustri come papa Clemente VIII, re Casimiro di Polonia e la regina Cristina di Svezia, fino alla stanza da bagno con l’originale vasca neoclassica e i pouf, che servivano a nascondere i pitali. In generale, tutti gli arredi e i soprammobili sono collocati nel loro contesto originario, contribuendo ad accentuare l’atmosfera d’altri tempi e a rendere il castello un’interessante testimonianza storica e artistica. Molte sono, infatti, anche le opere d’arte concentrate tra le mura di questa residenza, che la famiglia Pallotta ha saputo salvaguardare e custodire, animata non solo dalla volontà di preservare il proprio patrimonio familiare, ma anche dalla passione per l’arte e per la cultura.

Inoltre, almeno una volta l’anno, il castello Pallotta apre le proprie porte anche ai più piccoli, proponendo ai bambini dai tre ai dodici anni, per un’intera giornata domenicale, un percorso ludico e didattico fatto di laboratori, visite animate e attività all’aria aperta per far loro scoprire curiosità, tradizioni e costumi dell’antichità. Ad accogliere tutti gli ospiti, grandi e piccoli, diversi ciceroni, vestiti con costumi medioevali e rinascimentali, sono in perfetta sintonia con l’ambiente.

La cura dei dettagli, i meravigliosi giardini fioriti che lo circondano, il perfetto stato di conservazione rendono il castello Pallotta una meta da non perdere per trascorrere una giornata ricca e stimolante, in cui l’arte, la natura e la storia si fondono mirabilmente in una cornice suggestiva e di forte impatto emotivo.

20/09/2016





        
  



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