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59 “Democrat” sambenedettesi ed ascolani, alla Manifestazione per il Sì a Piazza del Popolo

Roma | Pubblichiamo integralmente un denso Resoconto inviato alla nostra Redazione da Tonino Armata ed inerente alla delegazione dei democratici che erano in Piazza del Popolo – a Roma – sabato alla Manifestazione per il Sì al Referendum del 4 dicembre.

di Tonino Armata

Pubblichiamo integralmente un denso e dettagliato Resoconto inviato alla nostra Redazione da Tonino Armata, e che riferisce della delegazione dei Dem sambenedettesi ed ascolani che era presente in Piazza del Popolo a Roma, sabato scorso, alla Manifestazione per il Sì al Referendum del 4 dicembre :

« MANIFESTAZIONE PER IL SÌ A PIAZZA DEL POPOLO
LA BELLA PIAZZA PER LA BELLA POLITICA
»

« "Bella questa piazza: del Popolo, non del Populismo ... Un governo in piazza ha molto senso...", comincia Renzi.

La piazza canta, le bandiere sventolano, quelle del Pd e una addirittura del Pci.

Lui si scioglie, si muove sul palco da vero segretario, saluta, sorride, allarga le braccia e sì: canta: "O sooole miooo...". "Che bella cosa è una giornata di sole!".

E' il comizio della prima manifestazione di Renzi da premier e segretario del Pd: due ruoli mai così in equilibrio come oggi. E' il Renzi che si sforza di essere altro da sé per un giorno.

A tre anni dalla sua nascita, ora scopre i canti operai di Lucilla Galeazzi, collega di Giovanna Marini che accetta di esibirsi su questo palco con il suo quartetto di donne.

Fanno anche ‘Bella ciao', ovvio. C'è la Nuova Compagnia di Canto Popolare e l'orchestra di Piazza Vittorio, c'è la signora che prepara i tortellini alle feste dell'Unità di Bologna e il produttore de ‘La Grande Bellezza' Nicola Giuliano, i sindaci di Milano e Lampedusa Beppe Sala e Giusi Nicolini, il vicesindaco della terremotata Arquata Michele Franchi, la pizzica, la taranta e Luigi Cinque con il suo etno-jazz che "scaccia gli spiriti maligni".

Per il referendum, questo e altro.

Bella ciao, la citazione di Bernie Sanders, il richiamo al senso di comunità, la riscoperta del Pd in piazza, luogo tradizionale della sinistra, visto che la prossima settimana, alla Leopolda, al solito le bandiere dem resteranno fuori.

A poco più di un mese dal referendum costituzionale, Matteo Renzi pianifica il recupero di tutti i voti del popolo democratico.

Pensa di averne conquistato il grosso, ma non basta per un appuntamento che si giocherà intorno alla soglia del 50 per cento.

"Non mi posso permettere di non combattere per un milione di voti nostri che ancora ballano", dice nel backstage della manifestazione romana.

Sabato, quindi, è partito il piano renziano per tenere insieme il più possibile l'elettorato di sinistra, rispolverando la "Ditta".

Mobilitarlo, blandirlo, stimolarlo.

E togliere l'acqua in cui nuota la minoranza bersaniana che si prepara a condurre, nelle ultime quattro settimane, una campagna per il No non più timida non più nascosta.

Su cosa hanno battuto Bersani e Speranza in questi mesi? Sul Partito della Nazione, poltiglia trasformistica, male assoluto della politica del segretario.

Allora Renzi ribalta il tavolo, parla con disprezzo del Partito della Nazione e lo attribuisce al fronte del No "che va da Brunetta a Travaglio, sull'Europa da Monti a Salvini, da De Mita a Gasparri, finendo a D'Alema".

Il vero fritto misto della partita referendaria.

L'ex segretario di Bettola non viene citato, tentativo disperato di lasciare aperto uno spiraglio. Ma a Bersani, Renzi si riferisce quando elogia il comportamento del "socialista" Sanders, avversario della Clinton alle primarie. "Ha perso e oggi fa campagna per Hillary non per Trump. Avremmo bisogno di un Sanders anche qui".

Al netto del classico valzer di numeri sulle presenze in Piazza del Popolo (era piena come un uovo) "non del populismo", il segretario dem pensa già a una nuova manifestazione a ridosso del 4 dicembre.

Secondo i calcoli del guru Jim Messina non è sufficiente la Leopolda di sabato prossimo, il cui effetto, dicono gli esperti, può durare al massimo quindici giorni.

Occorre un altro momento di mobilitazione.

Intanto Renzi chiede al popolo della Piazza del Popolo lo sforzo ulteriore di un impegno individuale, una sera libera a settimana per andare a cena fuori con gli indecisi, gli scettici.

"Cinque serate in pizzeria con 20 persone alla volta. Discutete, apritevi. In tempo di odio sui social, anche se non convincete nessuno, è un gesto di buona politica".

Massimo D'Alema è ormai un bersaglio facile in una Piazza del Pd. Lui è l'unico a essere attaccato frontalmente, senza paura di strappi ulteriori.

"Ha detto che gli anziani votano. Sì perché non capiscono il tema. Qui ho parlato con una sindacalista dei pensionati (Carla Cantone ndr) - grida il Segretario - che mi ha rivelato che loro votano Sì proprio perché hanno visto all'opera quelli come D'Alema".

In piazza c'è dunque la Cgil, spunta qualche fazzoletto dell'Associazione Nazionale Partigiani, sul palco parlano l'imprenditore e l'operaio, il neo assunto grazie al Jobs Act e il marito della donna morta in Puglia, vittima del caporalato.

Per un giorno, insomma, il referendum "non si vince a destra", come ha confessato il Premier-Segretario poco tempo fa.

La presenza di Gianni Cuperlo, è la ciliegina sulla torta di una possibile unità da trasformare in consensi il 4 dicembre.

Non basta, ovvio.

Serve ricostruire al volo un sentimento, una connessione con il popolo della sinistra. E anche l'appartenenza al partito, trascurato negli anni della segreteria Renzi. Per questo, il premier ripete una decina di volte la parola "comunità" che ha sempre distinto i movimenti dei lavoratori dall'individualismo della destra liberale. Categorie antiche, ma non è detto che non siano ancora stratificate in una parte dell'elettorato.

Di certo, il recupero pieno della sinistra non è affidato alla legge elettorale. Renzi non la considera un'arma, almeno per i grandi numeri.

"Vogliamo cambiarla - concede - . Abbiamo spalancato le porte alle modifiche. Ma il punto non è questo".

Non lo è per il voto giovanile, quello che a giudizio dei sondaggi manca all'appello del Sì. Il più difficile da intercettare e orientare.

Infatti l'ultimo richiamo di Renzi è ai ragazzi dem: "Dovete esserci, nelle scuole e nelle università".

P.S. Cinquantanove fra democratiche e democratici di San Benedetto del Tronto e di Ascoli Piceno, hanno partecipato alla manifestazione di piazza del Popolo a Roma
».

31/10/2016





        
  



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