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Marcello Veneziani venerdì 11 agosto alla Palazzina Azzurra

San Benedetto del Tronto | Venerdì 11 agosto, alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, il giornalista e saggista Marcello Veneziani ha presentato il suo ultimo libro dal titolo “Alla luce del mito”.

di Elvira Apone

un momento della presentazione del libro"Alla luce del mito"

Venerdì 11 agosto, alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, nell’ambito della rassegna “Incontri con l’autore”, a cura della libreria Bibliofila, dell’associazione culturale “I luoghi della scrittura” in collaborazione con il circolo Nautico e con il comune di San Benedetto del Tronto, il giornalista e saggista Marcello Veneziani ha presentato il suo ultimo libro dal titolo “Alla luce del mito” (Marsilio editore). Ha dialogato con lui l’avvocato, consigliere comunale e poeta Gianni Massimo Balloni, che, con chiarezza e acume, ha posto all’ospite diverse domande interessanti e precise, attraverso le quali è nata una conversazione estremamente stimolante.

A molti, infatti, suona strano parlare di mito, soprattutto perché sembra qualcosa di legato al passato, al mondo antico, a un’epoca lontana e ormai superata. Al contrario, come ha spiegato Marcello Veneziani, il mito è eterno, immortale, non solo perché ogni epoca costruisce i propri miti in base alle proprie necessità, ma soprattutto perché il mito è un’esigenza sempre continua e attuale di trascendere la realtà contingente per approdare a una dimensione più alta, metafisica, insomma, per poter vivere altre vite. Il mito è, dunque, un bisogno morale, spirituale, energetico di proiettarci al di fuori della nostra vita caduca e mortale, al di là delle cose momentanee. Inoltre, come ha opportunamente puntualizzato l’autore, i miti non vanno confusi né con la verità né con la finzione perché non raccontano le cose come realmente sono andate e nemmeno le inventano completamente; i miti rappresentano semplicemente (o tutt’altro che semplicemente!) la capacità di parlare all’anima dei popoli.

Così, partendo dal mito, si sono toccati svariati argomenti, tutti in qualche modo connessi o contrapposti al concetto di mito: l’utopia, che, al contrario del mito che costituisce una sorta di guida per il mondo, prospetta, invece, un mondo perfetto altro da questo, che possa, quindi, sostituirsi a quello imperfetto in cui viviamo, ma, così facendo, produce un rifiuto eccessivo della vita reale; le religioni, che sono tutte, senza nessuna eccezione, accomunate dal mito della creazione dell’universo, a conferma di un’universalità di pensiero; l’amore, all’origine descritto attraverso il mito di Eros, che porta spesso a una mitizzazione della persona amata; la letteratura, che ha prodotto grandi miti, come, ad esempio, quello di Don Chisciotte che inseguiva il proprio sogno, e la politica, che spesso genera leader rivoluzionari concentrati su se stessi, che non riconoscono i propri limiti e la temporalità del proprio potere creando, così, surrogati, cioè piccoli miti, che ne esaltano il narcisismo e la dimensione individualistica. I grandi miti, invece, ci fanno uscire dalla sfera personale ed egoistica e ci conducono in una dimensione permanente, dando scopo, significato e dignità alla nostra esistenza.

Da qui la necessità, come ha rilevato Veneziani, di preservare i miti, perché la distruzione del mito non rafforza la fede nella ragione, ma, al contrario, implica necessariamente l’avvento di superstizioni e feticci, comporta la perdita di quella spiritualità e di quell’energia creativa da cui sono nati e nascono tanti grandi capolavori. Il mito è, infatti, il punto di origine della religione, dell’arte, della letteratura, e persino della scienza; è la prima consonanza che instauriamo con il mondo perché ci offre la giusta prospettiva attraverso cui guardarlo e approcciarlo.

Un incontro, quindi, che ha visto un’attenta partecipazione del pubblico e che forse non ha fornito risposte, non ha chiuso questioni, non ha eliminato dubbi, ma, al contrario, proprio come accade quando si affrontano temi profondi e significativi come questo, ha aperto ulteriori interrogativi, ha posto altre domande, ha insinuato in ciascuno curiosità e perplessità. Ma ha sicuramente dischiuso la strada a nuovi percorsi interiori.

13/08/2017





        
  



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