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Martedì 22 agosto Loredana Lipperini al Circolo Nautico con il libro “L’arrivo di Saturno”

San Benedetto del Tronto | Martedì 22 agosto il Circolo Nautico ha ospitato Loredana Lipperini, che ha presentato il suo libro “L’arrivo di Saturno”.

di Elvira Apone

un momento della presentazione del libro

Martedì 22 agosto, nell’ambito della XXXVI edizione della rassegna “Incontri con l’autore” organizzata dalla libreria Bibliofila, dall’associazione “I luoghi della scrittura” in collaborazione con il Circolo Nautico e con il comune di San Benedetto del Tronto, la splendida cornice del Circolo Nautico ha ospitato la scrittrice e giornalista Loredana Lipperini, che ha presentato il suo libro dal titolo “L’arrivo di Saturno”. Ha dialogato con lei Sonia Loffreda, che, nella sua esauriente e ben articolata introduzione, ha fatto ben notare la complessità di questo libro, che difficilmente si presta a un’univoca definizione: non è un semplice reportage, non è un mémoire, non è una mera autobiografia, non è un romanzo di formazione , non è un romanzo gotico e non è nemmeno una fiction, ma, in realtà, è un po’ tutto questo.

Nel libro si intrecciano due storie principali che, come ha spiegato l’autrice, sono quella di Dora e di Graziella, due amiche che vivono la propria adolescenza durante gli anni ’70, e quella di un falsario, un pittore olandese realmente esistito che riproduceva i quadri di Veermer e che lei ha immaginato si fosse ritirato per dipingere un Giudizio Universale in un santuario nei pressi della cittadina marchigiana di Muccia, in cui, a un certo punto, incontra Dora. E sullo sfondo dell’Italia degli anni ’70, in quello spazio intermedio tra chi è vittima della violenza armata e del terrorismo e chi, invece, ne è l’autore, si muovono le due protagoniste, i cui destini si divideranno nel momento in cui, pur avendo scelto entrambe la strada della scrittura, una seguirà quella della letteratura, mentre l’altra, Graziella De Palo, quella del giornalismo d’inchiesta, che la porterà a indagare sul traffico d’armi e a recarsi, insieme a un collega, a Beirut, dove si perderanno per sempre le sue tracce. Questo libro non è, come ha affermato la Lipperini, un semplice omaggio alla sua migliore amica di gioventù, ma è il tentativo di dare corpo a una donna, un’eroina del giornalismo d’inchiesta, che è stata dimenticata e che non è mai stata vista come una martire, ma, al contrario, come una dilettante e un’avventuriera.

Come ha osservato Sonia Loffreda, nel libro si alternano due concetti importanti, intorno a cui sembra ruotare l’intera narrazione: la verità e la falsità. La verità di una storia reale di amicizia femminile e il fantasy della storia del falsario, che assume a volte tratti gotici; la verità che cercava Graziella De Palo, una verità da cui è stata tradita, una verità mancata, e la falsità dei quadri dell’artista Han van Meegeren. Ma non solo. Come ha spiegato la Lipperini, verità e finzione si intrecciano e si sovrappongono tanto nella vita quanto nella letteratura. Tuttavia, mentre nella vita è sempre opportuno distinguere tra le due, in letteratura non necessariamente. Nella vita entrambe le amiche volevano essere ingannate: Graziella dalla ricerca della verità, Dora, che è, in realtà, l’autrice stessa, dalla ricerca della finzione, che è poi la letteratura. Il libro, infatti, offre anche una splendida riflessione sulla letteratura e sulla sua funzione. Nessun libro dice la verità, nessuno scrittore è sincero fino in fondo, anche se pensa di esserlo, ha osservato Loredana Lipperini. Alla cronaca spetta il compito di cercare e di trovare la verità, mentre la letteratura deve trasformare quella verità, deve trasfigurare la realtà in modo tale che ne rimanga qualcosa di duraturo nell’animo del lettore. La letteratura, dunque, ha dichiarato la Lipperini, deve essere, in un certo senso, politica, cioè deve far riflettere, pur intrattenendo, deve far sognare e pensare allo stesso tempo.

Amara, ma anche carica di speranza, è stata la sua osservazione finale sull’Italia, un paese vinto dall’immobilità perché cieco alla verità delle cose. Compito dello scrittore, quindi, è proprio quello di insinuare il dubbio della verità affinché possa innestarsi un processo di comprensione e, dunque, di ricerca della verità. Come Saturno fece dono a Giano delle due facce grazie alle quali il dio bifronte riusciva a guardare sia avanti sia indietro, così bisogna ricominciare a guardare indietro per poter capire meglio tutto ciò che accade oggi. E, forse, questa serata così interessante e ricca di stimoli potrà essere un primo passo verso un cammino di riflessione e di analisi che ciascuno, tra verità e finzione, potrebbe intraprendere.

24/08/2017





        
  



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