Domenica 17 dicembre il sesto appuntamento di In Art
San Benedetto del Tronto | Domenica 17 dicembre il sesto e ultimo appuntamento della prima parte della rassegna In Art sarà con il saggista e traduttore Massimo Carloni e con i musicisti Francesco Diodati, Leila Martial e Stefano Tamborrino.
di Elvira Apone

la locandina dell'evento del 17 dicembre
Domenica 17 dicembre, il sesto e ultimo appuntamento della prima parte della rassegna letteraria e musicale in Art, organizzata dall’associazione culturale Rinascenza con la direzione artistica di Annalisa Frontalini in collaborazione con Paolo Soriani, sarà con il saggista e traduttore Massimo Carloni, che presenterà il suo libro su Charles Baudelaire e Charles-Augustin de Sainte-Beuve dal titolo “Voi avete preso l’Inferno. Lettere e scritti 1844-1869” (Ed. Aragno), e con i musicisti Francesco Diodati (chitarra elettronica), Leila Martial (voce e tastiere) e Stefano Tamborrino (batteria elettronica), che, dopo la consueta pausa conviviale, offriranno al pubblico il concerto “Blackline”. A moderare l’incontro sarà il professore Giuseppe Gennari, esperto di cultura francese e presidente del centro Léo Ferrè di San Benedetto del Tronto.
Nato ad Ancona nel 1968, laureato in scienze politiche all’università di Urbino, Massimo Carloni ha pubblicato diversi studi di letteratura e filosofia in volumi collettanei e riviste internazionali. In particolare ha curato l’edizione italiana dei seguenti libri: “Friedgard Thoma, Per nulla al mondo. Un amore di Cioran, Orecchio di Van Gogh (2010)”; “Emil Cioran, L’agonia dell’Occidente. Lettere a Wolfgang Kraus (1971-1990) Bietti, 2014”; “Emil Cioran, Ineffabile nostalgia. Lettere al fratello (1931-1985), Archinto, 2015”;“Simone Boué, Una vita con Cioran La scuola di Pitagora editrice, 2016”;“Charles Asselineau, Charles Baudelaire. La vita, l’opera, il genio Bietti, 2016”; “Antoine Rivarol, Annali della Rivoluzione francese Aragno, 2017”; “Charles Baudelaire/Charles-Augustin Sainte-Beuve, Voi avete preso l’Inferno. Lettere e scritti (1844-1869) Aragno, 2017”, che presenterà domenica sera a In Art. Di prossima pubblicazione sono i volumi: “Paul Valéry, In morte di una civiltà. Saggi quasi politici, traduzione e cura dell’edizione italiana di Massimo Carloni, Aragno, 2018” e “Mircea Eliade/Emil Cioran, Lettere 1933-1983”, a cura e traduzione di Massimo Carloni e Horia Corneliu Cicortas, Adelphi.
“Voi avete preso l’Inferno Lettere e scritti 1844-1869” (Ed. Aragno) raccoglie il carteggio tra Baudelaire e Sainte-Beuve dal 1844 al 1866 con il grande merito di proporre un’esaustiva ricostruzione della delicata amicizia letteraria tra i due, riunendo, per la prima volta e in un unico volume, tutti i tasselli del mosaico finora dispersi: non solo il carteggio tra il critico e il poeta, ma anche lo scambio epistolare con altri personaggi a loro molto vicini come Jules Troubat, il segretario di Sainte-Beuve, Auguste Poulet-Malassis, l’editore di Baudelaire, e la madre del poeta, mentre nella sezione «Addenda» sono raccolti vari documenti e articoli, tutti ovviamente relativi a questo enigmatico sodalizio umano e letterario. Un sodalizio che, come scrive Massimo Carloni nella postfazione “Anatomia di un'incomprensione”, che chiude il volume, ha da sempre suscitato “sentimenti contrastanti di sconcerto, ammirata indignazione e persino di rabbia retrospettiva”. Il titolo del libro, che racchiude pagine di sublime acidità e analisi psicologica che non risparmiano nessuno dei due, riprende il passaggio di una delle lettere più importanti di questo epistolario, quella scritta il 20 luglio 1857, l’anno di pubblicazione di “Les Fleurs du Mal”. Nonostante l’amicizia più volte dichiarata, Sainte-Beuve, il più influente e prolifico critico letterario dell’Ottocento, non ha mai scritto un saggio né un articolo su quello che viene riconosciuto come il più grande poeta della modernità. L’interesse suscitato da questa disattenzione di Sainte-Beuve nei confronti di Baudelaire ha interrogato critici e lettori, suscitando riprovazione e sdegno, a partire dalla reazione più celebre, quella di Marcel Proust, e impone, quindi, una riflessione sulla funzione e sul valore della critica e sul complesso rapporto tra uomo e opera.
Francesco Diodati, uno dei più apprezzati rappresentanti della nuova scena jazz europea, ama sperimentare mescolando la tradizione con i linguaggi più contemporanei. Avvicinatosi al jazz grazie all'ascolto di grandi chitarristi, formatosi attraverso gli insegnamenti di Roberto Spadoni si è perfezionato presso l'In.Ja.M. di Siena Jazze e la New School for Jazz and Contemporary Music di New York e dal 2014 fa parte del New Quartet del trombettista Enrico Rava, con cui collabora anche in duo. Si è esibito in numerosi concerti in Europa a in Asia e in prestigiosi festival come il Panama Jazz Festival, OuTonalidades (Spagna e Portogallo), Traumzeit Festival (Germania), Jazz al Piccolo (Milano), Bologna Jazz Festival, Tremplin Jazz D'Avignon (Francia), Fat Cat (New York) e molti altri. Può contare, inoltre, su una preparazione accademica di alto livello, corredata da master e da collaborazioni con musicisti di fama internazionale. I suoi lavori discografici con il quartetto Neko, di cui è leader, hanno ricevuto recensioni lusinghiere da parte della stampa specializzata sia in Italia che negli Stati Uniti. Nel 2013, 2014 e 2015 è stato votato come miglior chitarrista dell’anno nell’ambito del JazzIt. Eleganza ed equilibrio caratterizzano la sua vena compositiva, che si esprime con un linguaggio maturo e personale, alimentato dalla costante ricerca di suoni e tematiche innovative.
Precoce e risoluta, Liela Martial ha studiato jazz sin dall’età di dieci anni. Formatasi alla leggendaria scuola di musica di Marciac e al Conservatorio di Tolosa, è stata incoronata nel 2009, prima volta per una donna, migliore solista al Concours national de jazz de la Dèfense e ha vinto il terzo premio di gruppo con il suo quartetto, con cui ha inciso nel 2012 l’album “Dance floor” e nel 2016 il secondo album dal titolo “Baabel”. Nel 2013, ha vinto il primo premio come solista al concorso Crest jazz vocal. Appassionata di musica gitana e popolare, dotata di una voce straordinariamente versatile, Leila Martial è un’instancabile sperimentatrice e ha sviluppato a poco a poco un linguaggio basato sull’improvvisazione e sulla creazione musicale.
Il fiorentino Stefano Tamborrino, uno tra i più richiesti batteristi jazz, si è formato tra liscio, primi jazz club e ascolti di ogni genere. Ha incominciato a suonare all'età di diciannove anni e da allora ha portato avanti un suo personale percorso musicale basato su uno stile unico e dettato dall'istinto. Libero e versatile, Tamborrino, ha affinato una tecnica orientata verso la ricerca timbrica caratterizzata dal groove e, in generale, da una forte componente ritmica. Molteplici sono state le sue collaborazioni con musicisti affermati e di grande talento, tra cui Giovanni Guidi, Battista Lena, Nico Gori, Francesco Bearzatti. Dan Kinzelman, Joe Rehmer, Felix Jump, Alessandro Lanzoni, Simone Graziano, Gabriele Evangelista, gli Zenerswoon e tanti altri.
Blackline è il recente progetto di Francesco Diodati in trio; un lavoro privo di compromessi, in cui voce, chitarra e batteria creano suoni sconosciuti, che hanno il sapore dell'autenticità. I tre musicisti, come tre linee ideali, delimitano uno spazio centrale dentro cui fare musica senza pregiudizi nei confronti di ogni soluzione, anche la più imprevedibile ed estrema, dando vita a un concerto originale e ricco di suggestioni in cui, anche grazie all’uso sapiente degli effetti elettronici e alla padronanza tecnico musicale, si fondono tradizione, improvvisazione, sperimentazione e spontaneità.
Un’altra serata all’insegna della cultura e della musica di qualità, un altro incontro in cui l’arte, ancora una volta, si esprimerà in tutta quella bellezza che la anima e le dà vita.
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15/12/2017
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