Giorgia Amatucci del Liceo Scientifico analizza l'incontro con Lia Levi con il Club dei lettori
San Benedetto del Tronto | "Tragedia e vita non sono due realtà distinte, dovete e dobbiamo imparare a tenere conto di entrambe quando si parla di momenti tragici della storia".
di Giorgia Amatucci
Questo è quello che Lia Levi, vincitrice dell'ultima edizione del Premio Strega Giovani, ha detto nel pomeriggio di lunedì 22 Ottobre ai membri del Club dei lettori del Liceo Scientifico Rosetti riguardo al suo romanzo "Questa sera è già domani", che tratta della drammatica situazione degli ebrei in Italia negli anni della Seconda Guerra Mondiale.
Questo argomento che all'apparenza potrebbe sembrare ormai abusato, ha assunto un aspetto nuovo, come succede a tutte le cose quando sono raccontate da qualcuno che le ha vissute in prima persona. La Levi, con gli interventi e le domande di alunni, genitori e docenti, è riuscita a coinvolgere emotivamente tutti raccontando la sua esperienza di bambina costretta a cambiare città per permettere a suo padre di trovare un lavoro "in nero" e a studiare per un periodo in un convento di suore cristiane che si sono prese cura di lei, fornendole anche un cognome falso che evitasse di farla riconoscere come ebrea.
Le domande sugli aspetti soprattutto psicologici del romanzo e dei suoi personaggi sono state molte, e la scrittrice ha potuto chiarire tutti i dubbi dei partecipanti all'incontro. Si è parlato, ad esempio, della figura materna del libro, Emilia, definita da un'alunna come "aspra".
La Levi ha affermato che "gli ebrei deportati non erano mica tutti santi", erano semplicemente persone, alcune buone, altre meno. Siamo noi che tendiamo, appunto, a guardare da due ottiche distinte la tragedia che li ha colpiti e la vita che facevano. La scrittrice, quindi, con questo personaggio e, più in generale, con questo romanzo, ha voluto evidenziare aspetti che non riguardassero la vicenda storica degli ebrei, ma la vita che conducevano e a cui, seppur caratterizzata da privazioni e momenti difficili, non hanno voluto rinunciare.
"C'era chi si fidanzava, chi andava al cinema e chi faceva l'amore durante i bombardamenti", queste le parole dell'autrice. Le testimonianze e le informazioni storiche sulla disgrazia non mancano di sicuro; c'è qualcosa, però, di cui è difficile venire a conoscenza se non attraverso l'esperienza personale di qualcuno, ed è proprio questo qualcosa in più che l'incontro con Lia Levi ha dato ai membri del Club dei lettori del Rosetti, qualcosa che sicuramente nessuno dei partecipanti dimenticherà facilmente.
Questo argomento che all'apparenza potrebbe sembrare ormai abusato, ha assunto un aspetto nuovo, come succede a tutte le cose quando sono raccontate da qualcuno che le ha vissute in prima persona. La Levi, con gli interventi e le domande di alunni, genitori e docenti, è riuscita a coinvolgere emotivamente tutti raccontando la sua esperienza di bambina costretta a cambiare città per permettere a suo padre di trovare un lavoro "in nero" e a studiare per un periodo in un convento di suore cristiane che si sono prese cura di lei, fornendole anche un cognome falso che evitasse di farla riconoscere come ebrea.
Le domande sugli aspetti soprattutto psicologici del romanzo e dei suoi personaggi sono state molte, e la scrittrice ha potuto chiarire tutti i dubbi dei partecipanti all'incontro. Si è parlato, ad esempio, della figura materna del libro, Emilia, definita da un'alunna come "aspra".
La Levi ha affermato che "gli ebrei deportati non erano mica tutti santi", erano semplicemente persone, alcune buone, altre meno. Siamo noi che tendiamo, appunto, a guardare da due ottiche distinte la tragedia che li ha colpiti e la vita che facevano. La scrittrice, quindi, con questo personaggio e, più in generale, con questo romanzo, ha voluto evidenziare aspetti che non riguardassero la vicenda storica degli ebrei, ma la vita che conducevano e a cui, seppur caratterizzata da privazioni e momenti difficili, non hanno voluto rinunciare.
"C'era chi si fidanzava, chi andava al cinema e chi faceva l'amore durante i bombardamenti", queste le parole dell'autrice. Le testimonianze e le informazioni storiche sulla disgrazia non mancano di sicuro; c'è qualcosa, però, di cui è difficile venire a conoscenza se non attraverso l'esperienza personale di qualcuno, ed è proprio questo qualcosa in più che l'incontro con Lia Levi ha dato ai membri del Club dei lettori del Rosetti, qualcosa che sicuramente nessuno dei partecipanti dimenticherà facilmente.
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24/10/2018
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