Una nuova pubblicazione per la Di Felice edizioni: “Epicrisi” di Ashraf Fayadh
San Benedetto del Tronto | L’ultima pubblicazione della Di Felice edizioni di Martinsicuro è il libro di poesie “Epicrisi” di Ashraf Fayadh, tradotto dall’arabo e curato da Sana Darghmouni.
di Elvira Apone
la copertina del libro
È stato appena pubblicato dalla Di Felice Edizioni, casa editrice di Martinsicuro fondata da Valeria Di Felice, il libro di poesie “Epicrisi” di Ashraf Fayadh, poeta, regista, fotografo, curatore di mostre e pittore di origini palestinesi, nato in Arabia Saudita nel 1980. Artista di spicco ad Abha, la città in cui ha vissuto, Ashraf Fayadh ha anche partecipato alla Biennale di Venezia, rappresentando l’Arabia Saudita. Nell’estate del 2014, è stato processato in Arabia Saudita per la sua raccolta di poesie “Le istruzioni sono all’interno” che, pubblicata a Beirut nel 2008 e poi ritirata dalla circolazione, proponeva temi come la questione sociale nel mondo arabo, l’esilio, l’amore e la situazione dei profughi. Condannato a morte dai tribunali sauditi per il reato di apostasia e per la diffusione di idee blasfeme contro la religione e il profeta, Fayadh, dopo una grande campagna internazionale a suo sostegno e la solidarietà da parte dell’opinione pubblica, ha ricevuto la commutazione della pena in otto anni di reclusione e ottocento frustate, che sta ancora scontando nella prigione della città di Abha.
“Epicrisi”, la sua seconda raccolta poetica, edita dalla Di Felice edizioni, è stata curata e tradotta da Sana Darghmouni, docente di lingua e letteratura araba all’università di Bologna, che, a proposito della poesia di Ashraf Fayadh, ha scritto: «Nelle poesie di Fayadh non mancano riferimenti a una patria assente sia fisicamente sia spiritualmente. Una patria ipotetica che passa davanti ai suoi occhi “calzando la scarpa della libertà”». Il tema dell’esilio, molto presente nelle sue liriche, diventa, infatti, non solo fisico, ma anche mentale, sia a causa delle sue origini, sia a causa della sua drammatica storia personale. Ironico e graffiante, Fayadh sente di non appartenere a nessun luogo perché ogni posto appare ai suoi occhi buio, vuoto e desolato, dominato dalla noia, dalla monotonia, dalla depressione e dalla solitudine.
Un altro importante traguardo raggiunto da questa casa editrice moderna e aperta alle novità, la cui politica editoriale, che si basa sulla qualità dei testi proposti, è tesa a favorire il confronto tra culture diverse e a far conoscere opere ancora poco conosciute, ma sicuramente degne di nota.
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30/09/2019
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