"Ripulita" la Multiservizi ora tocca alla PicenAbiente
San Benedetto del Tronto | Il Sindaco Giovanni Gaspari parte all'attacco del "suo" 19% in seno all'azienda per lui non rappresentato dal Presidente Merlini e dal consigliere Piergallini. Ma è questa la verità?
di Carmine Rozzi
“Ripulita” la Multiservizi il Sindaco Giovanni Gaspari parte all’attacco della PicenAmbiente. E lo fa senza mandarlo a dire. D’altronde, ultimamente, il suo pensiero lo ha espresso nettamente e chiaramente a più riprese. “Gli attuali direttivi delle partecipate non riscuotono la mia fiducia”. Così, alla prossima convocazione del CDA fissato per il 19 gennaio, intende partecipare per rappresentare il “suo” 19% al posto del Presidente e del consigliere la cui nomina spetta al Comune di San Benedetto in virtù della maggior quota.
” Giovanni Merlini (presidente voluto da Azione Indipendente) e Giovanni Piergallini (consigliere in quota Udc) non riscuotono la mia fiducia”. Solo che forzare la mano per un “ripulisti”in PicenaAmbiente non sarà così relativamente facile come è successo per la Multiservizi. In quest’ultima c’era già un Cda deficitario per via delle dimissioni dovute di Andrea Assenti dopo la sue elezione a consigliere in Forza Italia e persiste una controversia portata avanti a colpi di sindacato tra alcune maestranze e la dirigenza. Il tutto completato dalla spaccatura tra un Presidente in odore di scadenza (Aprile) e membri del direttivo. Senza dimenticare che lo stesso Comune vi detiene il 99,09% di partecipazione.
Con una battuta si potrebbe dire che era quasi come “….sparare sulla Croce Rossa….”. Alla PicenAmbiente lo scenario appare un tantino diverso. Il mandato di presidenza scade a settembre e con esso l’intero Cda. Dal momento in cui si viene nominati si rientra nella categoria di amministratori d’azienda responsabili solo ed esclusivamente ad essa. Non siamo in presenza di assessori, capaci di essere nominati, rinominati o “rimpastati” a piacimento. A meno di gravi motivi o in presenza di un bilancio di gestione deficitario.
Alla partecipata che tra i suoi soci include, oltre a San Benedetto, altri 17 comuni e tre privati non sembra ci siano queste condizioni. Può costituire “ grave motivo” che la PicenAmbiente, per quanto riguarda il territorio della Riviera, si limiti a fare la normale raccolta di rifiuti senza riuscire a tradurla in un ricavo con conseguente risparmio per i cittadini come auspica Gaspari? ? Allettante, ma non determinante al punto tale da defenestrare un Presidente a otto mesi dal suo naturale ricambio.
”Se la PicenAmbiente non riesce ad attuare questa politica la raccolta ce la facciamo noi con i propri mezzi” insiste il primo cittadino. Ha il Comune di San Benedetto il know-how tecnico, logistico e di personale per fare una riconversione dell’umido da discarica in fertilizzante da rivendere a privati? Non impossibile, ma difficile. Il fatto è che questa “urgenza” di rinnovare alcuni posti delle partecipate al Sindaco è venuta negli ultimi mesi. Se fosse stato questo l’intendimento iniziale lo avrebbe dichiarato già dal giorno stesso del suo insediamento.
A quel tempo, se la memoria non fa difetto, espresse solamente il desiderio che le cariche in questione (presidenti di partecipate) si dimostrassero “persone di buon senso” ribadendo che il suo intendimento era quello di “non cacciare nessuno, tanto non ho fretta”. Poi, a distanza di circa quattro mesi, come un fulmine a ciel sereno, ecco un improvviso e rabbioso acceleramento dove, in un solo colpo, si chiedono le dimissioni di tutti i presidenti di tutte le partecipate.
Forse la pressione di quelli che, in virtù di precedenti alleanze con liste proprie, di una corposa raccolta di voti fin qui non adeguatamente ricompensata, di precedenti partecipazioni ad amministrazioni di centro sinistra, ed altro è andata via via aumentando? Ecco allora la necessità impellente di dover recepire “posti” per accontentare precedenti accordi politici di campagna elettorale. Non sarebbe né la prima né l’ultima volta. Lo si fa comunemente ed è consuetudine non scritta a sinistra, a destra ed al centro. Qui come altrove. Basta dirlo.
Per "par condicio" potrebbe anche essere vero che il presidente di una partecipata nominato dal Sindaco di una coalizione politica si dimetta spontaneamente, sempre per una consuetudine non scritta, quando subentra un altro Primo Cittadino di schieramento opposto. Succede. A volte sì. A volte no.
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10/01/2007
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