Crisi, l'appello di Mandozzi
Ascoli Piceno | "Sento di lanciare un appello a tutte le amministrazioni locali affinché, nella predisposizione dei propri bilanci di previsione, possano inserire l'opportunità di alleviare i costi delle famiglie colpite dalla crisi".
Emidio Mandozzi
Da Emidio Mandozzi, Vice Presidente della Provincia di Ascoli Piceno e Assessore alla Formazione Professionale e Politiche Attive del Lavoro, riceviamo e pubblichiamo quanto segue:
Partendo dalla convinzione che in un periodo di crisi accentuata come quello attraversato dal Piceno, tutti debbono fare la loro parte per cercare di aiutare quanti si trovano in difficoltà (e sono veramente molti), in primis lavoratori che hanno subito il dramma della perdita del posto di lavoro o che sono attualmente in cassa integrazione e che vedono il proprio futuro occupazionale con la lente dell’incertezza, sento di lanciare un appello a tutte le amministrazioni locali affinché, nella predisposizione dei propri bilanci di previsione, possano inserire l’opportunità di alleviare i costi delle famiglie colpite dalla crisi.
Mi riferisco in modo particolare, e di ciò ne ho già parlato con alcuni amministratori comunali del comprensorio piceno come ad esempio San Benedetto, Ripatransone e Spinetoli (che mi hanno confortato sull’utilità dell’iniziativa e che si sono detti in linea di principio d’accordo), alla possibilità di poter tagliare per un anno i costi di alcuni servizi scolastici alle famiglie con figli in età scolare. Servizi riferiti ad esempio alle rette di mense e trasporto scolastico, così come si potrebbe pensare di decurtare il costo delle rette mensili degli asili nido.
Così facendo, tante famiglie potrebbero vedere alleggerirsi, seppur di poco (considerando che il costo mensa di un mese per un figlio si aggira intorno ai 50 euro), la gravità della sussistenza economica. Anche questa è solidarietà, anche questo è un modo per far sentire meno soli quanti si trovano in momentanea difficoltà economica. Anche questo significa mettere in campo una politica attenta al sociale, di sostegno al reddito familiare.
Un segnale di solidarietà e, insieme, di grande forza di coesione sociale nonché di civiltà. Ovviamente il mio appello è rivolto a tutte le amministrazioni comunali, di centro-destra come di centro-sinistra, perché la crisi non ha colore politico così come i bisogni e le esigenze delle famiglie. Esempi concreti ci arrivano dallo stesso mondo del lavoro, dove sono gli stessi lavoratori i primi a rendersi utili e partecipi verso colleghi più sfortunati. Qualche esempio?
Alla Novico di Ascoli, azienda in difficoltà, grazie ad un accordo tra proprietà, sindacato e assessori al Lavoro della Provincia e della Regione, i lavoratori hanno accettato di lavorare tutti un po’ meno – 15 giorni al mese intervallati da 15 giorni di cassa integrazione -, per fare in modo di spalmare l’ammortizzatore sociale su una base più ampia senza gravare solo su una parte della forza lavoro.
Così come in questi giorni sta accadendo alla Meka2000 di Grottammare, fabbrica del gruppo Cossiri, dove la Rsu ed i sindacati hanno ovviato alla richiesta di una proroga per un altro anno di Cig, introducendo i contratti di solidarietà. Una riduzione dell’orario di lavoro pagata dagli stessi lavoratori, per far lavorare tutti. Altro che guerra tra poveri! I lavoratori hanno da sempre nel loro Dna il dono dell’equità e della giustizia sociale. Tutti i lavoratori e non solo quelli con qualche tessera in tasca e che per loro fortuna occupano posti non toccati dalla crisi in atto.
Tornando al mio appello, i Centri per l’Impiego della Provincia possono già mettere a disposizione dei Comuni gli elenchi di quanti sono in mobilità, mentre per quanti usufruiscono della cassa integrazione, gli elenchi debbono essere richiesti all’Inps.
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10/01/2009
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