Arricchire l’offerta turistica sambenedettese si può ed il suo potenziamento passa attraverso la “riscoperta” della Riviera delle Palme da parte degli operatori. Il progetto di rilancio del territorio, proposto da Marco Calvaresi - Presidente del Consorzio turistico Riviera delle Palme, dopo la recente presentazione, apre  la prima tavola rotonda affrontando le tematiche legate ai Parchi naturali e al benessere.

L’incontro, che si svolge nella sede di Asteria, l’Istituto per lo Sviluppo Tecnologico e la Ricerca Applicata, prevede la partecipazione, tra gli altri, di Marco Calvaresi, dal Presidente Regionale di Legambiente Luigino Quarchioni, dal Presidente di Legambiente di San Benedetto Lina Lazzari, dal Presidente di Asteria Dante Bartolomei, dal Direttore di Asteria Luca Tarquini e dal Presidente dell’Ente Parco Sentina Enrico Damiani, dal segretario dell’Associazione Sentina Mirko Pavoni, dal vice presidente dell’Associazione Sonia Marinucci e da Camillo Di Monte, Presidente dell’Eurispes Marche, Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali che si occuperà, al termine degli incontri previsti dal progetto, della realizzazione del Libro Bianco.

Fulcro dell’appuntamento odierno è l’illustrazione di due importanti realtà che possono contribuire, se adeguatamente valorizzate, ad arricchire l’offerta turistica sambenedettese, ovvero il Parco Marino Piceno e il Parco della Sentina.

I ricercatori di Asteria stanno infatti realizzando studi relativi alle specie ittiche che caratterizzano la scogliera frangiflutti nel tratto di mare compreso tra Porto d’Ascoli e Pedaso. Salvaguardia, ottimizzazione e incremento delle potenzialità del pescato locale sono dunque gli obiettivi degli studi scientifici che i ricercatori stanno realizzando sulle specie ittiche della nostra costa.
I risultati, che si avvalgono di ricerche subacquee programmate, coordinate e valutate con il migliore rigore scientifico, saranno rilevanti oltre che per lo sviluppo del turismo legato alla pesca sportiva e allo snorkeling, anche come punto di partenza per l’avvio di attività che in futuro potranno mirare alla conservazione e alla salvaguardia delle specie ittiche in aree simili a quelle sambenedettesi, con i fondali marini bassi e sabbiosi.

Per quanto riguarda la riserva naturale della Sentina, riconosciuta tale dalla delibera 156 della Regione Marche nel dicembre 2004, l’area interessata dalla riserva è compresa tra il fiume Tronto e il fosso collettore tra il mare e la ferrovia. Tre sono le fasce che la suddividono da nord a sud: la prima, quella vicina al mare, di “riserva integrale”; la seconda, in mezzo, di “protezione”; la terza, vicino alla ferrovia, di “promozione economica e sociale.

La gestione della riserva naturale è affidata al Comune di San Benedetto del Tronto che opera conformandosi agli atti espressi da un apposito comitato di indirizzo.

Obiettivo dell’iter di valorizzazione della riserva è in primo luogo la protezione dall’erosione, pur nella consapevolezza del fatto che una riserva naturale, per legge, non può dotarsi di barriere artificiali. Ha infatti senso parlare di un ripristino della vegetazione, degli habitat naturali, come i laghetti, la flora e la fauna solo dopo aver trovato una soluzione al problema dell’avanzata del mare.
Il fiume Tronto, infatti, non porta più la ghiaia e i detriti che contribuivano a formare una barriera all’avanzata del mare e gli scogli sono stati posti a protezione delle spiagge attrezzate a nord della Riserva costringendo le correnti marine a concentrarsi nell’unica zona rimasta senza protezione, ossia il territorio della Riserva.

La riserva va dunque considerata come un’importante risorsa per il territorio dove poter organizzare visite guidate e iniziative volte alla divulgazione della sua importanza scientifico-sociale, deve essere meta di giovani, anziani e disabili che possono trascorrere del tempo immersi in un lembo di natura, di turisti “stressati” dalla vita frenetica della spiaggia e di appassionati di “bird watching”.

L’incontro odierno si propone dunque, anche di dimostrare come, per creare un nuovo sviluppo si possa puntare sulla qualità conferendo valore al rapporto con il territorio e scommettendo sulla creatività, sulla ricerca e sul buon senso.