I sopravvissuti all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Pompei | In un libro Alberto Angela ha presentato un quadro delle ultime ore di vita di quelli che a Pompei e di tutte le altre città dell’area vesuviana si salvarono. Varie sono le biografie ricostruite e le vicende prima della tragedia.
di FELICE DI MARO
Copertina del libro
Fino ad oggi la famosa eruzione di Pompei, Ercolano, Oplonti, Boscoreale, Terzigno e Stabia è stata sempre raccontata attraverso le vittime in questo libro dal titolo, I tre giorni di Pompei (2014, Rizzoli), si racconta ancora l’eruzione ma attraverso i sopravvissuti. Impresa non facile e l’Autore, Alberto Angela, conduttore della nota trasmissione della Rai, Ulisse, ha presentato un quadro certo in alcune parti obiettivamente verosimile ma ben armonizzato e nell’insieme anche ben articolato con fonti dichiarate e con corredo di documentazione archeologica. Oltre ai superstiti nel racconto si muovono persone vere e realmente esistite ma che non si sono salvate e gli archeologi com’è noto ne hanno ricavato il loro calco (alcune foto, nn.10- 15, nel secondo inserto) ottenuto versando gesso liquido nel vuoto lasciato dal loro corpo che naturalmente si è bruciato per l’eruzione e quindi già all’epoca si era decomposto.
Si presenta un quadro storico importante che obbliga a continuare le ricerche e gli studi non solo di archeologia ma anche di paleobotanica e dei lineamenti dell’economia di quelle città del Vesuvio distrutte dall’eruzione del 79 d.C. Importante e oltre il libro s’intende è la data dell’eruzione che tradizionalmente è stata sempre presentata per il 24 agosto mentre oggi con nuovi dati archeologici e con recenti analisi sulle varie copie delle famose lettere a Tacito di Plinio il Giovane l’Autore ha scelto il 24 ottobre dello stesso anno. Alle pp.465-478 presenta un’Appendice sul tema. Si tratta di un contributo notevole che questa pubblicazione offre non solo a coloro che vogliono conoscere Pompei ma anche ai cultori e perché no anche agli studiosi di professione.
Prima si presenta una lettera di Plinio ma vengono esposte le motivazioni della “tesi autunnale” e si mette in evidenza che la vendemmia si era già conclusa. Al riguardo proprio “La tesi estiva” penso che farà discutere perché se sono stati trovati dolia (recipienti) interrati per la fermentazione del vino, il mosto, questi potrebbero anche essere stati utilizzati per contenere anche altre sostanze. Ovviamente sono varie le motivazioni che hanno peso e notevole, a favore della data autunnale dell’eruzione.
Il racconto si articola in 43 capitoli e i personaggi che si presentano sono 33 ed è con Rectina che inizia, una nobildonna che faceva parte dell’élite romana che organizza un banchetto poche ore prima dell’eruzione nella “Pompei che conta” (interpretazione di Alberto Angela che è vera) e si salverà insieme ad altri sei. Sono sette quelli accertati che si salveranno. Leggendo, certo si viene investiti dalle vicende ma le descrizioni dei luoghi e dei volti dei personaggi fanno veramente agitare tensioni di ricerca e cioè di saperne di più non solo a livello della sociologia connessa con lo svolgersi dell’eruzione ma anche di come questa abbia potuto cancellare queste città che avevano un’economia di rilievo e la si coglie bene e non solo per la produzione del vino come a Boscoreale (Villa Regina).
Alle pp. 481-488 si presenta la bibliografia sia per le fonti antiche e studi moderni e sia dei studi scientifici (pp487-488) e proprio quest’ultimi offrono un ideale invito ad ogni lettore di continuare le ricerche su Pompei. Sembrano tematiche ampiamente note ma hanno date recenti di pubblicazione e quindi solo pochi conoscono e sono sia di archeologia che di studi proprio sul Vesuvio che oggi è il vulcano che maggiormente è stato studiato.
C’è un problema che si evidenzia con questa pubblicazione di Alberto Angela ed è la fruibilità per tutti dell’archeologia della città di Pompei. Una visita si compie in un giorno ma basta andarci una sola volta? No! E chiaramente occorre almeno la prima volta una guida che è a pagamento. Ovviamente guardare con attenzione l’impianto della città e i vari edifici ci vuole tempo ed necessario s’intende pernottare. Una visita all’Antiquarium di Boscoreale è da fare per vedere come era organizzata un’azienda agricola con la produzione del vino. Ricordiamo che è esposto un torchio. Un soggiorno a Pompei ha i suoi costi e purtroppo le risorse per l’attuale crisi in atto al momento non sono disponibili per tutti e naturalmente non ne parlo qui. La visita virtuale allora? L’interrogativo si pone e si spera che i contenuti on line che già sono disponibili aumentino ma con questo libro può iniziare un percorso diverso di conoscenza e mirata certo s’intende, sarà poi la visita fisica a Pompei che sarà un momento di ricerca in campo.
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15/01/2015
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