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Il convegno “L’Arte del mangiare e l’arte del vedere: tradizioni gastronomiche e città d’arte”

Ascoli Piceno | Le tradizioni gastronomiche ci parlano dei luoghi lontani e quindi sono anche l’occasione per conoscere l’arte e i paesaggi di un territorio

di Federico Biondi

Il convegno dal titolo “L’arte del mangiare e del vedere: tradizioni gastronomiche e città d’arte” si è svolto al Palazzo dei Capitani nella sala dei Savi e aveva l’obiettivo di mettere a conoscenze dell’opinione pubblica di Ascoli Piceno il valore della tradizione gastronomica locale in rapporto con  quella nazionale.
 
Infatti presenti alla prima rassegna nazionale del “Fritto all’italiana” sei regioni italiane e in particolare l’Abruzzo, la Campania, le Marche, il Piemonte, la Sicilia e la Toscana, “da questo punto di vista abbiamo raggiunto un buon risultato” afferma l’assessore regionale Luciano Agostini.
 
Dal convegno è emerso che occorre insistere sulla richiesta già fatta dall’amministrazione regionale per il riconoscimento del marchio Dop all’oliva fritta ascolana. Questo si rivela una necessità e quindi l’amministrazione regionale si è ulteriormente impegnata per conseguire il risultato nel minor tempo possibile.
 
Una volta conseguito il riconoscimento l’oliva fritta all’ascolana sarà maggiormente tutelata e sarà alquanto difficile appropriarsi indebitamente del nome, soprattutto negli esercizi di ristorazione che non sanno esattamente la composizione delle carni, il tipo di oliva e le dimensioni finali del prodotto.
 
Con una relazione il giornalista Tito Marini ha messo a conoscenza degli intervenuti le origini del prodotto alimentare già consumato nell’ottocento, confermando che l’oliva fritta all’ascolana si rileva sempre di più patrimonio della storia e delle tradizioni di tutto il comprensorio ascolano. 
 
Per lo storico Gino Troli mettere insieme più regioni sullo stesso tema gastronomico significa anche vedere l’immagine dei territori a cui appartengono, “il fritto parla dl territori da cui proviene, un confronto tra le usanze che in Italia si incontrano per la prima volta – e aggiunge – l’iniziativa avrà futuro soprattutto per Ascoli Piceno”. 
 
L’iniziativa promuove la città in un insolito appuntamento invernale e permette ai turisti italiani di venire ed assaggiare ad Ascoli le più importanti fritture della nazione che nascono ed hanno origine dalle tradizioni locali, popolari o aristocratiche di un popolo.
 
“L’enogastronomia e il turismo enogastro-rurale è a tutti gli effetti un turismo culturale di un territori perché esprime dei saperi, delle abilità e dei valori che la tradizione ha tramandato” dice l’Assessore alle attività produttive della Provincia di Ascoli Piceno.
 
Produrre un alimento come l’oliva ascolana presuppone delle conoscenze tecniche che sono eredità culturale. Non si può considerare solo il prodotto finale ma anche le fasi di trasformazione e soprattutto l’abilità nel coltivare i prodotti naturali.

15/01/2005





        
  



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