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"Ritorno alle origini tra storia e sentimenti"

Ascoli Piceno | Presentato in anteprima nazionale a Palazzo dei Capitani il progetto che si propone di portare gli italiani all'estero a scoprire le loro radici nel nostro paese.

di Andrea Castelli


Si discute spesso di rientro degli italiani che per un motivo o l’altro sono emigrati all’estero in cerca di fortuna.

Se ne parla affinchè un loro (molto) eventuale rientro definitivo porti benessere e sviluppo al nostro paese, una loro cooperazione con la società che ha dato loro i natali possa giovare all’intera comunità.

Ma qui il caso è diverso. Qui si parla di turismo. Non un “tornate a darci una mano”, ma bensì un più caloroso “tornate per scoprire quali sono le vostre origini”.

Infatti il progetto “Ritorno alle origini tra storia e sentimento” si basa su quello che è un dato di fatto: la presenza di italiani all’estero, ma soprattutto dei discendenti di coloro che sono emigrati durante il corso di ormai due secoli è massiccia.
Sono infatti 70.000.000 i discendenti di emigranti italiani che vivono fuori dalla nostra nazione.

Un altro dato confortante è che quasi l’ottanta per cento dei connazionali che hanno deciso di evadere dall’Italia ha un reddito pro capite pari a due volte e mezzo la media nazionale.

Ora, l’idea per il progetto patrocinato dal consiglio dei ministri e dal ministero degli italiani all’estero,e  sviluppato da colui che ne è il coordinatore e responsabile, il geom. Giovanni Mattioli del “Piccolo mondo” s.r.l. Tour Operator, insieme alla fondazione americana Paul Getty e alla Stargate Corporation di San Francisco, è quella di proporre pacchetti turistici “all inclusive” verso l’Italia a persone che non hanno piena consapevolezza delle proprie radici.

Ma non si tratta di proporre un pacchetto turistico come molti, bensì l’originalità di quella che puo’ essere definita una missione sta nel realizzare un sogno, una sorta di “rientro a casa”, poiché purtroppo la quasi totalità delle persone in questione ha notizie molto vaghe sul luogo di partenza degli antenati o più semplicemente ha perso i ricordi delle radici della loro famiglia d’origine.

Fortunatamente, come dimostrano degli studi condotti dalle università americane di Harvard e Duke, quasi tutti sognano di avere notizie più precise in merito.

Come sostiene durante la presentazione del progetto avvenuta stamane (15 gennaio) al palazzo dei capitani in anteprima nazionale lo stesso Mattioli, i passi da compiere sono quelli di ricercare appunto tramite ricerche sul campo i luoghi lasciati nel momento di emigrare, quindi prendere contatti con i sindaci e autorità varie del luogo d’origine (soprattutto nei centri più piccoli, dove cio’ è più sentito) per organizzare una sorta di “festa di bentornato” durante la quale consegnare eventuali graditi doni quali targhe e chiavi della città. Naturalmente il pacchetto prevederà tutti i servizi turistici come il volo, il transfer personale, etc., e nello stesso il proponimento di spacci e prodotti volta per volta presenti in quel particolare luogo.

Da qui una sorta di ritorno imprenditoriale perché l’interessato spendendo, e magari, perché no, acquistando una casa nel paese d’origine, porterà ricchezza al territorio e da qui all’Italia intera.

Anche il sen. Luciano Magnalbò, presente alla conferenza e tramite del ministro per gli italiani all’estero Tremaglia, si dice orgoglioso dell’apprezzabile iniziativa, anche a fronte dell’esperienza personale che sta avendo grazie ad un’iniziativa del ministero che porta una delegazione in visita a comunità italiane in Canada, a New York, e prossimamente in America Latina.
“C’è un grande orgoglio da parte delle comunità italiane all’estero, diversamente da 50 anni fa quando era presente un certo disagio nel ostenere le proprie origini soprattutto nell’America Settentrionale”.

Presente anche il vicepresidente della provincia Emidio Mandozzi, a sostenere l’importanza dell’iniziativa anche per il nostro territorio che ha visto una grande quantità di persone partire per altri lidi in passato, e che oggi vanta grandi comunità soprattutto in Canada e Argentina, e il presidente di Assindustria , dott. De Santis, anch’egli a esprimere forte compiacimento e grande utilità anche emotiva del progetto realizzato anche grazie a studi sull’ emigrazone condotti dal prof. Fernando Di Battista, docente all’università araldica di Napoli.

Tutto questo sarà possibile grazie a finanziamenti inizialmente tutti privati che arrivano dagli Stati Uniti: sono stati donati alla causa 50.000 $ dalla fondazione Paul Getty per intraprendere quest’iniziativa, che agirà tramite associazioni di italiani nel mondo, tour operator,compagnie aeree varie, nonché sarà pubblicizzta attraverso 200 testate giornalistiche registrate scritte in italiano pubblicate nel mondo, 5.000 organizzazioni no-profit già individuate, e oltre 1.000.000 di indirizzi e-mail.

Certi dunque di una buona riuscita dell’iniziativa, non possiamo che augurarci di vedere al più presto nel nostro territorio i “cittadini italiani nel mondo”.

15/01/2005





        
  



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