Sadam: quale futuro?
Fermo | La riconversione appare la strada naturale sia per quel che riguarda la salvaguardia occupazionale sia per il riutilizzo di circa il 50% degli impianti esistenti oltre che per i lavoratori
di Michele Rastelli*
Riconvertire un impianto saccarifero per produrre bio-etanolo da coltivazioni ad hoc della barbabietola, del grano tenero e del sorgo da granella appare una strada naturale sia per quel che riguarda la salvaguardia occupazionale, sia per il riutilizzo di circa il 50% degli impianti esistenti, e non ultimo, sia per gli agricoltori, i contoterzisti, i trasportatori, i lavoratori stagionali ecc.
Solo per fare un esempio, si pensi che nel nostro caso potrebbero essere recuperati alla produzione della barbabietola oltre la metà degli ettari che erano destinati alla produzione della barbabietola da zucchero con un prezzo che potrebbe addirittura essere maggiore e soddisfacendo i principi della rotazione agraria che potrebbero essere la base di un accordo tra gli agricoltori.
E’ chiaro però che per arrivare a ciò non serve tanto la ricerca di condizioni tecniche, che in buona parte già ci sono, quanto una precisa volontà politica, una legge che stabilisca il trattamento fiscale per il bio-etanolo prodotto dalle diverse materie prime agricole e che dia alla petrolchimica gli indirizzi necessari per l’utilizzo del prodotto.
Il Decreto Legge recante interventi urgenti per i settori dell’Agricoltura, dell’Agroindustria, della Pesca e del Catasto del 29/12/05 all’Art. 2 comma 3 recita: “Le imprese saccarifere presentano al Ministero…un progetto di riconversione…I progetti di riconversione, finalizzati anche alla salvaguardia dell’occupazione nel territorio oggetto dell’intervento, sono approvati…sentite le amministrazioni interessate…”.
Ora, poiché le amministrazioni interessate sono quella Regionale, quella Provinciale e quella Comunale, sembrerebbe abbastanza pacifico che queste dovrebbero essere quantomeno concordi nel chiedere la stessa cosa, come sembrerebbe pacifico che ruolo della politica dovrebbe essere quello di determinare gli eventi e non subirli.
Purtroppo è proprio su questo che a me pare ci sia qualche mancanza e forse anche un po’ di confusione se anche i delegati della RSU della Sadam di Fermo dichiarano sulla stampa:”…
Si dovranno mobilitare tutti i politici, il Comune, la Provincia, la Regione, le Associazioni degli agricoltori per creare quelle condizioni di guadagno necessarie al mondo agricolo…purché non (si) vada ad incidere sulle proposte dell’impresa proprietaria dell’impianto”.
Anche con tutta la buona volontà risulta difficile non rilevare che qualcosa non quadra.
Non quadra che si invitino le forze politiche e le istituzioni a mobilitarsi e poi allo stesso tempo invitarle a non intralciare i piani aziendali. Che senso ha?
*assessore all'ambiente del comune di Fermo
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16/01/2006
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