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Ogni giorno tre incidenti sulle strade per gli animali selvatici

Ancona | Decuplicati i sinistri causati da cinghiali e caprioli. Nel 2007 la regione ha risarcito danni per 3 milioni di euro Coldiretti Marche: "A grave rischio la sicurezza dei cittadini".

Ogni giorno nelle Marche si verificano tre incidenti stradali causati dagli animali selvatici. Nel 2007 i sinistri provocati da cinghiali, caprioli, istrici e daini sono decuplicati rispetto al 2000, arrivando a quota 1.005, mentre i risarcimenti assegnati dalla Regione agli automobilisti coinvolti hanno raggiunto i tre milioni di euro, rispetto ai 250mila di sette anni fa.

Lo denuncia un'analisi effettuata da Coldiretti Marche su dati forniti dalla Regione Marche e dagli Atc (Ambiti territoriali di caccia) circa il problema dei danni che la proliferazione degli ungulati continua a causare ai cittadini di questa regione e agli imprenditori agricoli.

"La situazione è diventata ormai drammatica come dimostrano le cifre e pone un serio problema di sicurezza per chi transita sulle strade marchigiane, specie nelle zone interne e collinari - spiega il presidente Giannalberto Luzi -. Nel 1995 venivano denunciati appena 17 incidenti causati da animali selvatici, ma nel 2000 erano già 95. Quindi si è assistito a una vera e propria escalation, arrivando ai 603 del 2005, agli 800 dello scorso anno e ai 1.005 di oggi (aggiornati al 14 dicembre)". Sono i caprioli a causare più sinistri (42%), assieme ai cinghiali (36%). Seguono istrici e daini.

Una situazione - sottolinea Coldiretti Marche - che sta causando grossi problemi sia per la sicurezza che per le casse della pubblica amministrazione, come dimostrano i numeri forniti dal servizio Caccia e Pesca del Servizio agricoltura della Regione. Se nel 2001 erano stati pagati ai cittadini coinvolti negli incidenti stradali risarcimenti per 250mila euro, nel 2005 la cifra era decuplicata (1.850mila euro) e quest'anno si è superata la quota di 3 milioni di euro. Identica la situazione dei danni nelle campagne. I cinghiali ormai spadroneggiano sia tra i monti che sulle colline, devastando le colture e paralizzando le attività di molte aziende.

Gli Atc, Ambiti territoriali di caccia, hanno liquidato nel 2007 quasi un milione di euro di risarcimenti alle aziende. "Soldi che arrivano spesso in ritardo e non coprono più della metà del danno economico effettivo, ma in realtà il punto è un altro - sottolinea il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Bertinelli -. Le imprese non vogliono i risarcimenti, semplicemente non vogliono avere il danno. Non è possibile impostare un percorso imprenditoriale sapendo che da un momento all'altro le colture possono essere devastate senza poterci fare nulla. Ma non dimentichiamo che la proliferazione incontrollata di cinghiali e altre specie causa gravi danni anche all'ecosistema".

Occorre un patto tra cittadini, imprenditori e istituzioni che permetta di effettuare un serio e costante monitoraggio degli animali selvatici e di uniformare i regolamenti della caccia al cinghiale su tutto il territorio per garantire il necessario riequilibro del numero degli ungulati. L'Osservatorio faunistico regionale, istituito nel 2004 deve iniziare a funzionare realmente, recuperando il ritardo accumulato. Oltre a ciò sarebbe utile uniformare le procedure di rimborso dei danni, che oggi fanno capo a ben quattro enti (Atc, Parchi, Regione, Servizi Agricoltura).

22/01/2008





        
  



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