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La scultura italiana del XX secolo

| MILANO - Conclusa a Milano la mostra presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro. Tra le tante opere anche una scultura in legno del famoso artista marchigiano Pericle Fazzini.

di Francesca Romana Rinaldi


Si è appena conclusa a Milano la mostra “La scultura italiana del XX secolo” presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro. Tra le tante opere anche una scultura in legno del famoso artista marchigiano Pericle Fazzini (nato a Grottammare nel 1913) dal titolo “Ragazzo sulla spiaggia” (1954-1957).

La Fondazione nasce nel nuovo spazio espositivo di circa 3000 metri quadrati situato a Milano, nell’area cosiddetta “Ansaldo - Città della Cultura” ed ha la finalità di dare impulso alle sue attività e di diventare un punto di riferimento per la vita culturale della città.

L’ attenzione verso la scultura e verso le problematiche ad essa connesse è uno degli scopi della Fondazione. E’ in questo ambito che si inserisce l’iniziativa della mostra “La scultura italiana del XX secolo”, vasta ricognizione sulle figure eminenti del dibattito scultoreo del Novecento.

La rassegna presenta 109 artisti, da Medardo Rosso ad oggi, con circa centocinquanta opere, molte delle quali eseguite appositamente per l’occasione. Essa è stata ideata da Arnaldo Pomodoro e curata da Marco Meneguzzo.
Tre erano le sezioni: I precursori, La modernità, Le prospettive.
Nella prima sezione figuravano i i grandi nomi della scultura italiana, da Umberto Boccioni a Giacomo Balla, da Arturo Martini a Marino Marini, da Adolfo Wildt a Fortunato Depero, da Medardo Rosso a Mario Sironi.
La seconda sezione illustrava il percorso della scultura dal secondo dopoguerra sino agli anni Ottanta e Novanta.
La terza sezione era invece dedicata ad un gruppo di giovani scultori che hanno sviluppato il linguaggio della scultura adeguando forme e contenuti alle condizioni della postmodernità e della globalizzazione.

Secondo Arnaldo Pomodoro “oggi le sculture sono piuttosto nuclei, o cristalli, oppure occhi, o fuochi, per la frontiera e per il viaggio per l’immaginazione, nell’attuale complessità”.
La mostra intendeva, dunque, porsi come momento di riflessione nella complessità del rapporto tra l’uomo e lo spazio e come testimonianza della trasformazione che l’opera di scultura realizza nel luogo in cui è posta.

23/01/2006





        
  



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