Conferenza regionale delle Politiche sociali
| LORETO - D'Ambrosio: Welfare , discrimine tra due progetti politici: noi vogliamo quello dell'inclusione.
"Far bene è star bene, ma cominciando dagli ultimi." Con le parole di Monsignor Angelo Comastri, si può riassumere il contenuto della Conferenza regionale delle Politiche sociali, a conclusione dei tre giorni di svolgimento al Palacongressi di Loreto.
Al pensiero del Vescovo di Loreto, si aggancia nel significato più politico, quello del presidente della Giunta regionale delle Marche, Vito D'Ambrosio che ha sottolineato come "proprio il welfare sia il discrimine tra due progetti politici e due modi di concepire e costruire la società:
"Noi ha affermato- vogliamo costruire, rinnovare e mantenere un modello di welfare dell'inclusione e non dell'esclusione." Monsignor Comastri ha ricordato nel suo intervento Giorgio La Pira che, come sindaco di Firenze, aveva istituito un assessorato per gli sfrattati e i disoccupati, gli "ultimi", appunto. E come La Pira si interessasse continuamente che qualcosa su questo fronte cambiasse in meglio. "Perché se non cambia, significa che possiamo andare tutti a casa."
"Da questo insegnamento ha rilevato Comastri dobbiamo ritrovare una visione della vita in cui sia cacciato l'egoismo: una società egoista fa male a tutti e non può essere mai felice, si creano picchi di benessere e voragini di povertà, ed è vergognoso. Dobbiamo, invece, rieducarci ed educare al servizio, alla condivisione, alla cultura del dono, anche i nostri figli, altrimenti - come ha scritto Ilvo Diamanti in un suo articolo- ci ritroveremo "figli nostri, figli mostri".
Il presidente D'Ambrosio ha evidenziato la necessità di recuperare una scala di valori che sia disegnata sull'accettazione dell'altro, sull'inclusione delle fasce deboli e debolissime che è la vera sfida attuale da gestire, anche per rispondere concretamente ai grandissimi problemi del Sud del Mondo.
"Vogliamo mantenere un modello di welfare, come quello tracciato dalla legge 328 del 2000 ha detto - ultima indicazione forte di un governo di centrosinistra, su cui sono confluiti gli autentici ideali per costruire una società che non sia basata su privilegi, dirigismi, assistenzialismi o, peggio, sulla superinvadenza dello Stato.
Invece, in questo particolare contesto, nel quale si fatica molto a fare politica, si cerca di scaricare cinicamente sulle realtà locali le difficoltà economiche che il Governo non riesce a gestire, recitando stupidi slogan come "non abbiamo messo le mani nelle tasche degli italiani".
E invece ha proseguito D'Ambrosio- proprio sui servizi sociali, al contrario di quanto abbiamo fatto nelle Marche, mantenendo le stesse destinazioni di risorse finanziarie - il Governo è intervenuto mettendoci le mani e anche le forbici!"
"Un Governo dove, solo a parole, esiste una forza sedicente "federalista", ma che si pone poi come Governo terribilmente neocentralista, e lo dico a ragion veduta. A dimostrazione due recenti sentenze della Corte Costituzionale in materia di Asili Nido e Scuola, due competenze strettamente e sempre più regionali che si volevano limitare".
" Un Governo ha proseguito il presidente - che gioca imperterrito allo sfascio della Scuola pubblica, creando un modello dove alcuni si possono preparare bene negli studi e altri, "poverini", che vanno alla scuola pubblica Questo è il welfare dell'esclusione, della discriminazione che vogliamo contrastare, per poter mantenere un livello di crescita sociale, economica e culturale alla nostra regione, condividendo situazioni gravi, ascoltando le esigenze e dando risposte adeguate ai problemi dei deboli. Un impegno che non spetta solo ad una parte ma a tutti, nessuno escluso. E la vera "rivoluzione copernicana" ha concluso D'Ambrosio e ciò che intendiamo realizzare, è quella di far avere sempre e pienamente a tutti ciò a cui si ha diritto".
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24/01/2004
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