Il Comune di Ascoli attraverso le società che gestiscono i servizi pubblici industriali ha voluto esprimere un modello che abbina alla doverosa ricerca delle miglior performances di reddito anche una specifica connotazione sociale e territoriale.

Questo mix tra utilità economica e utilità sociale si è tradotto in una serie di azioni concrete che hanno evidenziato, inoltre, il ruolo di Ascoli come capoluogo che coopera e si relaziona positivamente con il territorio circostante.

In questo senso vanno letti i cospicui investimenti che hanno consentito la metanizzazione di Venarotta, Roccafluvione ed Arquata. Comuni compresi in quella fascia montana situata ad ovest di Ascoli resa sempre più marginale da quella tendenza a spostare il baricentro politico verso la vallata del Tronto di cui se rendono promotori sia la Regione che la Provincia.

Più in generale possiamo dire che l'azione delle public companies del nostro comune non hanno consentito solo la massimizzazione dei ricavi ma anche un significativo rilancio della presenza e dell'influenza del comune capoluogo nel territorio circostante.

Lo sviluppo di una precisa strategia di diffusione a San Benedetto (presto verrà inaugurata la nuova sede della Piceno Gas Vendita nella città rivierasca), l'acquisizione di nuove e crescenti quote di mercato in Comuni appartenenti alla nuova provincia fermana (Ortezzano e Montevidone) o limitrofi ad essa (Montalto Marche) e i prossimi investimenti in aree extraregionali (Accumuli e Amatrice) costituiscono i tratti distintivi di un vero e proprio rilancio ascolano promosso da una politica industriale competitiva ed efficace.

Questi risultati, evidentemente, sono stati resi possibili anche grazie al partenariato con soggetti industriali privati che hanno garantito il Know how necessario a concretizzare la strategia delle società comunali.

Anche in questo caso si sono volute valorizzare le realtà locali cercando di chiudere definitivamente la stagione che nel recente passato aveva visto il Comune di Ascoli delegare l'esercizio di significativi servizi pubblici a soggetti imprenditoriali esterni, come ad esempio alcune aziende emiliane.

Anche per questo, evidentemente, la sinistra si è lanciata in un attacco spregiudicato e sistematico nei confronti delle società comunali e della centralità che contraddistingue la città di Ascoli rispetto ad alcuni servizi comprensoriali. Il riferimento è al settore dei rifiuti che fa registrare "attenzioni" da parte di alcuni settori della sinistra provinciale animati, ora, dalla volontà di confiscare alla nostra città la discarica di Relluce, ora, di menomarne il carattere comprensoriale magari a vantaggio di altri siti.

Ma se le nostre società hanno generato tanta (peraltro comprensibile) ostilità da parte di una sinistra locale preoccupata dal dinamismo di realtà imprenditoriali non subordinate al sistema di potere diessino è vero anche che da altri territori della regione giungono segnali importanti che potrebbero schiudere nuove e ancora più importanti prospettive.

Sono molte, in effetti, nelle Marche le aziende ex municipalizzate attratte positivamente dalle nostre esperienze ascolane. Sono le aziende pubbliche del centro e del Nord della Regione sempre più preoccupate dalla discesa in campo dei colossi emiliani e delle cooperative rosse che - dopo essersi impadronite delle società multiservizi del pesarese si apprestano a colonizzare il resto delle Marche.

Sono questi i motivi reali delle campagne denigratorie imbastite con cinismo e spregiudicatezza da una sinistra che vorrebbe probabilmente svendere i "gioielli di famiglia" per avviare anche da noi quel collateralismo rosso tra politica e economia che tanto sta facendo parlare di sé in questi giorni a livello nazionale.
 
* Consigliere Comunale An