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Castel di Lama, "non confondere l'unificazione con la discarica o il depuratore"

Castel di Lama | Il gruppo di opposizione Arcobaleno interviene a proposito del Consiglio comunale aperto convocato a Castel di Lama per discutere con i cittadini

Fin dal primo momento in cui è stato rilanciato il discorso dell’unificazione di Villa S. Antonio di Ascolial comune di Castel di Lama, abbiamo sostenuto a voce alta che bisogna affrontare il problema in maniera seria e con un progetto, senza strumentalizzazioni speculazioni
politiche o di parte, e senza alzare dei polveroni, come sta facendo l’Amministrazione comunale di Castel di Lama, mettendo nello stesso calderone unificazione, puzze, disagi e chi più ne ha più ne metta.

Si tratta di un modo infantile di affrontare la questione, dando la colpa a tutti gli altri quando invece molte delle responsabilità per la realizzazione degli insediamenti e delle strutture ubicate a ridosso di Villa S. Antonio sono sia del sindaco Patrizia Rossini (ex assessore provinciale) che del presidente del Consiglio comunale, consigliere provinciale dei Ds e presidente di Piceno Consind Domenico Re (per 12 anni sindaco di Castel di Lama). Entrambi, infatti, da più di 20 anni, occupano la scena politica e amministrativa di Castel di Lama e Vallata.

L’Arcobaleno ha sempre sostenuto la necessità di coinvolgere prioritariamente i residenti direttamente interessati e poi tutti gli altri: cittadini, associazioni e forze politiche del territorio di Castel di Lama. Siamo convinti infatti che solo un’azione congiunta, condivisa e determinata possa portare a un risultato importante.
Altrimenti, che senso ha dire “unificazione” quando non sappiamo cosa vogliono veramente i residenti di Villa S. Antonio di Ascoli.

Non ci risulta che sull’argomento, come per il problema tralicci dell’alta tensione nell’area Boldrin, nella parte sud della frazione si siano formati comitati spontanei di cittadini, che ci siano state
petizioni o altre forme di protesta. E allora, come possono pensare Re e la Rossini di risolvere un problema così complicato proponendo un referendum sul territorio di un altro comune?

Sarebbe come se una mattina decidessimo di indire un referendum in territorio del comune di Castorano per annettere la frazione S. Silvestro, comunità da sempre legata naturalmente più a Castel di Lama che al comune ufficiale. Siamo convinti, perciò, che solo i cittadini di Villa S. Antonio di Ascoli, autonomamente, debbano decidere il proprio futuro!!!!!

Dobbiamo anche essere realisti e capire che il comune di Ascoli non ha nessuna intenzione di cedere un pezzo del proprio territorio e che quindi metterà in atto tutte le strategie possibili per opporsi a ogni richiesta e intralciare qualsiasi iter burocratico.

Non possiamo inoltre legare la soluzione del problema unificazione alle questioni della discarica di Relluce e del depuratore consortile: aspetteremo invano per anni.
Ci sono anche motivi di ordine pratico. La discarica di Relluce e il relativo impianto di compostaggio sono servizi comprensoriali. Invece di lagnarsi con il sindaco Celani perché Re (consigliere provinciale) e la Rossini (sindaco) non si rivolgono all’assessore provinciale all’Ambiente Marcaccio?

Spettano infatti alla Provincia i controlli sugli impianti e la pianificazione della gestione dei
rifiuti. Perché Marcaccio non ha ancora costituito il consorzio obbligatorio dei rifiuti? Perché il Comune di Ascoli può ancora decidere da solo quante “vasche” fare e quali tariffe chiedere?

Per quanto riguarda la puzza del depuratore consortile, rimaniamo sbalorditi. Chi meglio del CONSIND può mettere mano al funzionamento del depuratore? Tra amministratori, impiegati e consulenti esterni (pagati tutti profumatamente) avremmo   diritto ad un servizio impeccabile. Altrimenti, cambiamoli o chiudiamo l'ente!!
Siamo convinti che quest’ultimo sia il vero compito del presidente Domenico Re e non quello di farsi il paladino dell’unificazione. Ci sembra poco etico infatti che chi, come sindaco, per anni ha fatto parte di diritto del Consind e assecondato qualsiasi scelta (depuratore, autoporto, insediamenti vari), ha trasformato il territorio di Castel di Lama in una colata di cemento, ora venga a proprorsi come nobile figura istituzionale al di sopra delle parti.

In qualità di presidente del Consind, di consiglio comunale, di consigliere provinciale, di
consigliere delegato all’Unione dei comuni e al Bilancio dovrebbe ora rimediare ai danni  procurati alla comunità.

Meglio ancora se lasciasse qualche poltrona libera…

26/01/2007





        
  



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