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Liberalizzazioni: Cognigni (Confartigianato Imprese Fermo), “Buone intenzioni. Ma non basta

Fermo | "Ora bisogna aggredire i grandi settori protetti. Subito tavolo di confronto con Governo per migliorare provvedimenti”

“Apprezziamo la volontà del Governo di procedere sul terreno delle liberalizzazioni. Ma non basta. Non sono certo soltanto gli interventi su facchini, autoscuole, parrucchieri ed estetiste ad incidere sulle condizioni di maggiore concorrenza nel nostro Paese. Per generare consistenti risparmi e benefici a vantaggio delle imprese e delle famiglie bisogna avere il coraggio di aggredire i veri, grandi settori protetti che oggi pesano sull’economia italiana con una ‘tassa da scarsa concorrenza’ pari a 7,8 miliardi di euro l’anno: energia, servizi pubblici locali, servizi bancari e assicurativi”.

Il Presidente di Confartigianato Imprese Fermo Alberto Cognigni commenta così i provvedimenti approvati dal Governo.
Inoltre Cognigni esprime “perplessità sull’assenza di concertazione con le categorie interessate dai provvedimenti sulle liberalizzazioni e che peraltro sono poco significative al fine di rilanciare la competitività del sistema Paese”.

“La Confartigianato chiede pertanto al Governo – aggiunge Cognigni– l’apertura di un tavolo con le rappresentanze degli imprenditori al fine di modificare e migliorare gli interventi varati dal Governo”.
Secondo il Presidente Cognigni “la norma per semplificare la nascita delle imprese contiene principi condivisibili e valorizza il ruolo di privati e Associazioni nella gestione dei rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione. Ma – sottolinea Cognigni – affinchè non rimanga soltanto una buona intenzione, occorre che le strutture della pubblica amministrazione siano pronte ad applicarla”.

“I provvedimenti approvati ieri – aggiunge Cognigni – non devono far dimenticare la necessità di varare rapidamente riforme strutturali attualmente all’esame del Parlamento come, ad esempio, quelle del mercato dell’energia e dei servizi pubblici locali. Si tratta di provvedimenti fondamentali per liberare il Paese dai vincoli che ne frenano lo sviluppo e per ridurre i costi a carico dei cittadini. Basti pensare che la liberalizzazione dei servizi pubblici locali farebbe risparmiare ai consumatori italiani almeno 751 milioni di euro all’anno”.

Quanto all’energia, Cognigni sottolinea che “soprattutto a causa dei ritardi nell’apertura del mercato, l’Italia detiene il primato negativo nell’Ue per la bolletta elettrica più costosa a carico delle imprese. Una piccola impresa italiana paga l’energia elettrica 9.000 €/anno in più rispetto ad un competitore europeo”.

“Anche sul fronte degli interventi riguardanti banche e assicurazioni – conclude Cognigni - nonostante gli apprezzabili provvedimenti approvati ieri, rimane molto da fare per recuperare le asimmetrie nei rapporti con i consumatori”.

26/01/2007





        
  



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