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Sergio Mattarella ai Sindaci del Maceratese: "vi saremo vicini"; Ceriscioli: "lo Stato è con noi".

Camerino | Il Capo dello Stato a Camerino, nell'ambito di un incontro tenutosi presso l'Aula del Rettorato dell'Università camerte. Pubblichiamo, l’intervento del Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, questa mattina a Camerino, dove ha avuto modo di incontrare i Sindaci del Maceratese, nell'ambito di un incontro tenutosi presso l'Aula del Rettorato dell'Università camerte.

Va detto per inciso che Filippo Saltamartini, il Sindaco di Cingoli (uno dei comuni del cratere sismico), in segno di protesta, ha abbandonato il Rettorato, poco prima dell'arrivo del Presidente Mattarella.

Il Capo dello Stato, nel suo intervento, ha rivolto la sua attenzione al tema dell'emergenza e della ricostruzione post-terremoto, ribadendo vicinanza alle popolazioni terremotate, nonché il "diritto" ad avere tutto l'aiuto possibile.

Pubblichiamo a seguire, l'intervento del Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, proprio in occasione della presenza del Capo dello Stato nel territorio camerte.

«Presidente, nel porgerLe il benvenuto ancora una volta qui tra noi, tra le popolazioni colpite dal sisma e dalle altre calamità naturali di questi ultimi giorni, vorrei in primo luogo ringraziarLa a nome della comunità marchigiana per l'attenzione e la grande vicinanza che ci ha dimostrato in questi mesi, una vicinanza che non era scontata.

Anche oggi la Sua presenza è testimonianza di un impegno assunto e mantenuto nei confronti dei cittadini terremotati, già dal primo evento sismico.

Dico il primo, perché, Presidente, il terremoto del 18 gennaio è stato l'ultimo di una ormai troppo lunga serie, che, insieme con i gravissimi episodi di maltempo, continua a martoriare il nostro Territorio. Abbiamo subìto calamità di dimensioni tali che mai si ricordano nella storia della nostra regione, che hanno messo a dura prova le istituzioni e i cittadini, donne e uomini che da quattro mesi lavorano senza sosta per sostenere una popolazione ormai allo stremo.

Per questo non posso esimermi dal ringraziarli tutti, tutti coloro che in questi mesi hanno prestato soccorso e sostegno ai marchigiani. A loro va un ringraziamento commosso, per l'abnegazione e l'impegno che mai per un secondo hanno abbandonato e lasciato indietro nessuno: cinque mesi di impegno civile che con il prolungarsi dell'emergenza non è mai venuto meno, nonostante la dimensione sempre più estesa del territorio marchigiano coinvolto.

La Sua presenza oggi qui è la presenza dello Stato e testimonia la determinazione delle Istituzioni a mettere a disposizione tutto l'impegno, per ripartire e ricostruire le nostre comunità: ricostruire le case, ma anche le imprese e il tessuto sociale delle montagne.

Un obiettivo che qui, Presidente, oggi sembra ancora più difficile da raggiungere: il terremoto ha attraversato i nostri comuni, coinvolgendo una popolazione di oltre 330 mila abitanti. Ventuno mila persone stanno usufruendo del contributo di autonoma sistemazione e 5400 continuano a vivere negli alberghi sulla costa. Senza contare, ancora, le conseguenze delle ultime scosse, abbiamo ricevuto 80 mila richieste di sopralluoghi per verificare le agibilità. Numeri che testimoniano una situazione straordinaria, senza precedenti. Dati che ci dicono che se non si avrà la massima attenzione da parte dello Stato e dell'Unione Europea, in termini di strumenti e di risorse, le Marche rischiano di non risollevarsi. Con il susseguirsi degli eventi sempre più distruttivi, infatti, si è reso urgente un nuovo decreto che servirà a dare a comuni e regione strumenti più snelli ed efficaci.

In questi mesi Comuni, Province, Regione, Commissario e Prefetture hanno lavorato insieme. I Sindaci e tutti gli amministratori si sono uniti, spinti dalla volontà di ricostruire uno dei territori più belli d'Italia. Ma in questo lasso di tempo che ha visto susseguirsi un'emergenza dietro l'altra, cominciano a emergere i limiti e a scarseggiare le risorse ormai rimaste alle amministrazioni locali. Sono piccoli Comuni moltissimi di quelli duramente colpiti dal sisma e dalle altre calamità naturali, con solo due, se non, a volte, un dipendente comunale. Le Province sono ridotte ai minimi termini, senza risorse, ma con competenze vitali per la vita di una comunità. Questi Enti, insieme con la Regione, hanno bisogno del giusto riconoscimento e del giusto sostegno, per permettere ai nostri territori di cominciare a ricostruire l'identità e il senso di comunità, forte come quello che li ha sempre caratterizzati.

Abbiamo bisogno che le istituzioni tornino ad essere protagoniste e per questo dobbiamo dotarle di risorse e mezzi.

La stessa Regione, Presidente, è impegnata a far fronte all'emergenza esclusivamente con personale e forze propri. Ma non so quanti di questi uomini e donne potranno continuare a ritmi così sostenuti come hanno fatto finora dopo così tanti giorni di impegno e senza stregua.
Accanto, infine, alla nostra gente vittima del sisma e alla loro volontà di non mollare, accanto a questi uomini e a queste donne dell'emergenza e della ricostruzione, ci sono gli uomini e le donne della cultura, intesa a tutto tondo, che fino a oggi si è sostanziata nell'attività preziosa e prestigiosa dei nostri Atenei, mente e anima della nostra regione. Oggi l'Università Camerino, la più colpita, ma determinata a risorgere e a non mollare mai, è simbolo di quest'anima, che non può morire perché la nostra rinascita sia veramente compiuta.

Per questo c'è la necessità imprescindibile di un piano articolato degli investimenti in cultura: per preservare la memoria, per pensare la ricostruzione, per dare forma al futuro.
Presidente, la Sua costante presenza qui, nella nostra terra, ci dice che lo Stato è con noi. La sfida che ci accomuna è immensa. Rinascere è l'imperativo del nostro nuovo orizzonte di governo, nelle Marche, nelle altre Regioni del Centro colpite dalle stesse calamità, in tutta l'Italia, che non sarà più la stessa se noi non ce la faremo».

30/01/2017





        
  



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