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Pubblicati i 15 punti della Commissione sul gas, presentati a Regione e Ministero

San Benedetto del Tronto | Con questo lavoro supplementare, la commissione comunale consultiva ha voluto dare un ulteriore apporto agli enti responsabili, per prendere atto delle varie problematiche legate all'impianto di stoccaggio del gas.

di Emanuele Ciucani

Commissione comunale consultiva sulla Gasplus

Ecco il contenuto principale del documento redatto dalla commissione comunale consultiva coordinata dal prof. Giuseppe Cappelli: "Nelle riunioni della Commissione consultiva sono così emerse, in quanto sollevate di volta in volta da alcuni componenti, problematiche e criticità che meritano un approfondimento e che
possono essere così riassunte:

- coerenza dell'impianto con il contesto territoriale, economico e sociale: a differenza di quanto affermato nelle relazioni di progetto, il Comune di S. Benedetto del Tronto non ha un'economia basata sulla risorsa agricola, bensì soprattutto sul turismo e sulle attività collaterali: quindi risulta chiaro che l'attività prevista nel progetto e tutto ciò che ne è espressione diretta non rappresenta a livello locale parte importante della coscienza culturale, lavorativa e simbolica dell'area, né "elemento di continuità" con i valori simbolici e di immagine che la collettività ha assegnato a questo luogo..

- specificità del sito: l'impianto di progetto si colloca in prossimità di zone densamente urbanizzate e di infrastrutture significative come l'Autostrada Adriatica - A14/E55 (150 m ad est), la "Salaria" (circa 250 m a nord), il Raccordo Autostradale Ascoli Piceno - Porto d'Ascoli (circa 1 Km a sud), la rete ferroviaria che collega Ascoli Piceno alla linea Adriatica (circa 400 ma sud), nonché in diretta prospicienza con alcune attività produttive.

- rischio esondazione: l'impianto di progetto insisterà in una zona a rischio esondazione fiume Tronto (zona E2 - rischio medio - aree che possono essere interessate dalle piene con tempo di ritorno assimilabile a 200 anni), in cui i progetti degli interventi di trasformazione devono essere accompagnati da una verifica tecnica volta a dimostrare la compatibilità degli interventi con il livello di rischio dichiarato, da far valutare all'autorità idraulica competente (provincia di Ascoli Piceno - Servizio Genio Civile). Una porzione dell'area interessata dal progetto ricade nella fascia di tutela integrale individuata dall'art. 10 delle "Norme Tecniche di Attuazione" del "Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico del Fiume Tronto" (striscia di terreno di larghezza 30 m per lato misurata a partire dal piede esterno dell'argine o dalla sponda del canale "Fosso Collettore" - corso d'acqua di classe 2 presente in zona), in cui sono vietati le nuove costruzioni e gli ampliamenti degli edifici, nonché l'accumulo o lo smaltimento di rifiuti e/o di qualsiasi tipo di materiali che possano compromettere la sicurezza idraulica in caso di piena.

- inquinamento delle falde: la documentazione prodotta, oltre a rappresentare in maniera poco chiara la presenza di falde acquifere a varie profondità, non chiarisce quale possibilità di loro inquinamento potrebbe sussistere soprattutto in fase di perforazione.

- rischio geologico legato all'attività: va opportunamente approfondito lo studio dei fenomeni geomeccanici collegati sia alla fase di perforazione, che a quella di esercizio (alternanza dei cicli di carico e scarico con conseguenze sia sulla tenuta della roccia di copertura, che sull'integrità della "roccia-serbatoio"), nonchè vanno effettuate le indagini volte a caratterizzare sia le rocce di copertura che quelle del giacimento, al fine anche di valutare eventuali rischi di fughe di gas dalla "roccia-serbatoio".

- emissioni in atmosfera nel corso delle fasi di costruzione, perforazione ed esercizio: dai documenti presentati si evince che delle tre fasi operative (costruzione, perforazione, esercizio) quella che produce più emissioni atmosferiche è quella di perforazione, mentre risultano limitate quelle relative alle altre fasi (trasporti con mezzi meccanici durante la costruzione, funzionamento di alcune unità a regime ed in malfunzionamento durante l'esercizio).

- situazione di degrado della zona in termini di inquinamento atmosferico: la valutazione del livello di inquinamento atmosferico "ante operam", validata dall'ARPAM seppur derivante da una campagna di misurazione non sufficientemente estesa nel tempo, individua una situazione di degrado ambientale dalla quale non si può prescindere prima di insediare una qualsiasi ulteriore attività industriale.

- emissioni fuggitive: l'esercizio di un impianto di stoccaggio gas ha tra gli impatti ambientali il rilascio di metano nell'ambiente a causa di "emissioni fuggitive", ovvero le "perdite" di metano che si hanno nelle pompe, compressori, valvole durante le fasi di estrazione, trattamento, immissione nel metanodotto: ne va chiarita sia la metodologia di stima, che l'effettiva quantità.

- rischio di incidenti rilevanti (direttiva "Seveso") e pericolo incendi: la documentazione prodotta al riguardo risulta molto carente; seppur prevista in un procedimento da sviluppare in fase successiva, tale verifica risulta indispensabile già in questo momento della Valutazione di Impatto Ambientale, in quanto si ritiene che variabili come l'ubicazione dell'intero impianto o la localizzazione di alcune sue unità rispetto ad attività ed infrastrutture circostanti siano da valutare già come possibili alternative del progetto preliminare, nell'ambito dello specifico scopo del corretto procedimento di VIA.

- problemi legati alla torcia: va chiarita la modalità di funzionamento della torcia (se sempre attiva in fase di esercizio, oppure soltanto per emergenza o manutenzione) e conseguentemente valutata, sia in termini di inquinamento atmosferico, che di sicurezza, l'entità di gas combusti o incombusti che ne possano scaturire.

- modalità smaltimento rifiuti: va chiarita la modalità di smaltimento dei rifiuti, con particolare riguardo ai fluidi derivanti dall'attività di perforazione.

- rumori: durante i lavori di perforazione dei pozzi con durata stimabile in circa 1 anno e condotti in maniera continuativa nell'arco delle 24 ore, viene sforato il limite di legge durante le ore notturne, nonché l'orario regolamentare per lo svolgimento di attività nei cantieri. Inoltre va valutato l'incremento di immissione sonora sia in fase di cantiere, che di esercizio.

- impatto dell'attività sulla salute dei cittadini: la documentazione presentata non contiene valutazioni specifiche sugli effetti acuti e cronici potenzialmente causati sulla popolazione residente dalle attività di progetto: dato che sul territorio nazionale esistono da decenni impianti analoghi, andrebbe verificata l'esistenza di studi epidemiologici effettuati in tali territori, da confrontare poi con eventuali stime di carattere generale.

- mitigazioni e compensazioni ambientali: nel progetto vengono individuate opere di mitigazione che sembrano contenersi a voler limitare l'impatto visivo dell'impianto od a "rinaturalizzare" il sito; l'apparente incompletezza della documentazione, così come emerge dai punti precedenti, non consente di svolgere alcuna stima sull'entità delle compensazioni ambientali che andrebbero effettuate, in particolare per quanto concerne i già elevati livelli di inquinamento acustico ed atmosferico presenti.

- ricadute sull'economia locale: quella in fase di costruzione dell'impianto (utilizzo anche di imprese locali presenti nei centri abitati più vicini) è la stessa di qualsiasi nuovo insediamento produttivo, mentre quella in fase di esercizio risulta pressochè nulla".

Ecco come conclude la commissione: "l'eventuale valutazione favorevole della VIA da parte degli organi competenti dovrà essere ritenuta, allo stato, altamente rischiosa".

 

*Tutta la documentazione completa è consultabile a questo link: http://www.comunesbt.it/Engine/RAServePG.php/P/1065110010100/M/1065110010100 

01/02/2012





        
  



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