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La Provincia celebra la Giornata del Ricordo

Ascoli Piceno | La memoria della tragedia delle vittime delle foibe e dell'esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati è stata al centro dell'iniziativa di studio promossa dalla Presidenza del Consiglio Provinciale e svoltasi nella Sala Consiliare.

Erano presenti il presidente della Provincia Massimo Rossi, il vice prefetto Anna Gargiulo, il vice presidente del Consiglio provinciale Cinzia Peroni, l'assessore alla Cultura Olimpia Gobbi, autorità civili e militari, una rappresentanza di profughi reduci della tragedia e alcune scolaresche che hanno seguito la manifestazione con grande attenzione ed interesse.

Il prof. Costantino Di Sante dell'Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione delle Marche, con l'ausilio di "slide" che riportavano carte geo-politiche dell'epoca, immagini dell'Istituto Luce e frammenti di pagine di giornali, ha ricostruito le complesse vicende storiche che hanno avuto come teatro l'Adriatico e i Balcani, in particolare la terribile pagina di storia a cui fa riferimento il Giorno del Ricordo: quella che interessò i territori dell'Istria a partire dall'autunno del '43, subito dopo l'armistizio, fino al 1947.

Quindi il prof. Filippo Ieranò, presidente dell'associazione "Casa della Memoria" di Servigliano, ha ripercorso la storia del campo che, da luogo di prigionia, divenne struttura di accoglienza per i profughi dell'area giuliano-dalmata e provenienti dalle ex colonie africane (in 10 anni, dal 1945 al 1955, transitarono nel campo ben 40mila persone).

L'incontro è poi proseguito con le commosse testimonianze di due profughi allora bambini, Germano Marcelli ed Antonio Penso, che hanno raccontato la loro esperienza nel campo di Servigliano dopo la precipitosa fuga dall'Istria abbandonata senza poter portare nulla con sé. L'iniziativa si è conclusa con la proiezione del documentario "Una città cosmopolita. Storia del Centro raccolta profughi di Servigliano".

"Ancora oggi le guerre si alimentano dell'odio per il "diverso da me", del fattore etnico - ha affermato il presidente Rossi - dunque non bisogna mai stancarsi di lavorare nelle istituzioni, nell'informazione, nella scuola per una grande operazione culturale che insista con forza sul fatto che senza accettazione dell'altro, senza la fatica di capire "chi è diverso da me", non ci sarà mai pace".

"La storia del Novecento - ha dichiarato la vice presidente del consiglio Peroni - è segnata da immani tragedie che impongono il dovere civico della memoria non per alimentare divisioni e contrasti, come ha più volte sottolineato con saggezza ed equilibrio il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ma per coltivare, in un sincero spirito di riconciliazione nazionale, la condivisione sugli ideali di democrazia e liberta".

12/02/2008





        
  



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