Pat Metheny Unity Group

"Kin (←→)"

Alla voce "kin" il dizionario inglese riporta il significato di "ceppo, famiglia, parentela, stirpe". Il concetto e la scelta del termine non sono altro che il tema di una mostra aperta a New York (si chiude domani) alla Azart Gallery, situata nel Terminal Store Building della 27a strada e che mostra l'evoluzione dell'arte nelle copertine dei dischi di Pat Metheny. L'opera di Stephen Doyle sottolinea appunto la vicinanza dell'artista che si sente un tutt'uno col suo pubblico in un gioco visuale che rimanda ad un grande collage come in un insieme di "sei gradi di separazione". La realizzazione dell'opera sottolinea, con una veloce sovrapposizione di volti, la stretta relazione tra gli esseri umani di tutto il mondo, frutto del rapporto continuo dell'artista con il suo pubblico (di ogni razza, colore e cultura) grazie agli oltre 100 concerti che Metheny esegue ogni anno in ogni angolo del mondo ("ogni progetto discografico della mia lunga carriera -spiega Metheny- mi ha restituito una sorta di risonanza dell'estetica che impone la sovrapposizione di diversi colori e la stretta relazione delle tessiture che rappresentano la mia evoluzione musicale").

Genio e prodigio della chitarra sin dalla giovane età, nonché insegnante a soli 19 anni nel prestigioso Berklee College di Boston, Pat Metheny giunge a 60 anni dopo aver suonato con eccelsi artisti del più vasto panorama musicale (Ornette Coleman, Gary Burton, Steve Reich, Jaco Pastorius, Brad Mehldau, David Bowie, Jim Hall, Milton Nascimento, Joni Mitchell, Cassandra Wilson, Herbie Hancock per citarne solo alcuni) e dopo aver ricevuto la bellezza di 20 premi Grammy (in ben dodici categorie separate) dal 1983 ad oggi. Dal rock al jazz, dalla fusion alla new age, ogni percorso della musica contemporanea è stato attraversato dal chitarrista di Kansas City che oggi si avvale di un nuovo quartetto per la sua "Unità" musicale (il sassofonista Chris Potter, il batterista Antonio Sanchez, il bassista Ben Williams e il pianista e pluristrumentista toscano, Giulio Carmassi).

"Kin (←→)" è un lavoro di 70 minuti per un Pat Metheny che debutta con la sua nuova formazione e si appresta ad un nuovo giro del mondo per i suoi innumerevoli fan appassionati di chitarra. La perfezione tecnica e il suo peculiare e ineguagliabile stile improvvisativo lo rendono monumentale e come in un ossimoro, avanguardista e artista mainstream allo stesso tempo. Al limite della marmorea freddezza tutto l'album si dipana in otto lunghi brani ma quando attacca "Born" diventa aurora e crepuscolo. E la sua musica pura magia.

Voto 7.5/10