Al via il progetto per migliorare il rapporto tra Centri per lImpiego e mondo imprenditoriale
Ascoli Piceno | In relazione al collocamento mirato delle persone con disabilità.
Le esperienze acquisite da Italia Lavoro, Agenzia Tecnica del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, in tema di inclusione lavorativa delle persone con disabilità e le nuove metodologie già messe a punto nell’ambito del Progetto ICF e Politiche del Lavoro, hanno motivato la scelta da parte dell’Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno di avvalersi dell’assistenza di Italia Lavoro per favorire l’incontro tra le esigenze occupazionali delle imprese presenti sul territorio e l’offerta di lavoro da parte di persone diversamente abili.
A tal fine è stato attivato il progetto Le imprese e l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, che ha l’obiettivo di creare e rafforzare all’interno dei Centri per l’Impiego una figura professionale capace di gestire i rapporti con le imprese e di fornire loro gli strumenti necessari per inserire nel loro sistema produttivo persone con disabilità, nella consapevolezza che, come ha stabilito la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Salute e della Disabilità introdotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001, la disabilità non è una malattia, ma “una condizione di salute in un ambiente sfavorevole”, e il disabile non è una persona cui “manca” qualcosa, bensì un individuo dotato di determinate capacità e competenze, e pertanto in grado di soddisfare determinate esigenze aziendali.
Il progetto, realizzate da un team di progetto costituito da operatori dell’Unità Territoriale Abruzzo-Marche-Molise di Italia Lavoro e da operatori dei Centri per l’Impiego provinciali, si articola in diverse fasi operative che riguardano essenzialmente: la realizzazione di un’analisi del contesto territoriale, l’elaborazione del modello di servizio, il trasferimento del modello agli operatori dei Centri per l’Impiego e la successiva sperimentazione che intende coinvolgere circa 60 imprese della provincia.
La prima fase, attualmente in fase di svolgimento, intende analizzare le caratteristiche del contesto territoriale ricercando i dati quantitativi e qualitativi sugli inserimenti lavorativi di persone con disabilità e verificando le modalità di erogazione dei servizi, l’esistenza ed il funzionamento della rete territoriale degli attori coinvolti. Ciò al fine di determinare i punti di forza e di debolezza dei rapporti avviati tra filiera del collocamento mirato e mondo delle imprese.
Questa analisi è eseguita attraverso un’intervista realizzata dagli operatori di Italia Lavoro coinvolti nel progetto e somministrata ai rappresentanti delle realtà coinvolte a livello provinciale nel collocamento privato e ad altre figure rilevanti del mercato del lavoro.
L’IMPEGNO DI ITALIA LAVORO VERSO LE PERSONE CON DISABILITA’
L’inserimento lavorativo delle persone diversamente abili rappresenta da sempre una delle principali linee operative seguite da Italia Lavoro nell’ambito delle sue azioni di politica attiva nel campo dell’occupazione. Un interesse che nasce dalla consapevolezza che la disabilità non è necessariamente un ostacolo al lavoro e che anche le persone affette da handicap fisici o mentali possono dare un contributo decisivo alla vita economica e produttiva di un Paese.
Le esperienze realizzate da Italia Lavoro nella predisposizione di strumenti e di servizi volti a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in questo particolare settore occupazionale si riconducono, in particolare, a due progetti, ICF e politiche del lavoro e LINCS.
IL PROGETTO ICF
Il progetto ICF e Politiche del Lavoro si è svolto tra il 2003 e il 2006 – anche se è tuttora in corso un suo ulteriore proseguimento nella provincia di Torino – e ha contribuito a diffondere in Italia la nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Salute e della Disabilità introdotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001. Una classificazione che ha avuto il merito di inaugurare un nuovo approccio nei confronti della disabilità, secondo il quale il disabile non è un essere umano di serie B, ma una persona che, come tutte, dispone di capacità e competenze capaci di rispondere alle esigenze occupazionali di qualsiasi azienda.
A questo scopo, il progetto non si è limitato a creare un team nazionale di formatori esperti sulla nuova classificazione, ma ha anche formato un bacino di operatori del mercato del lavoro – in tutto ne sono stati coinvolti almeno 1.500 - sulla nuova classificazione e sperimentato presso numerosi Servizi per l’Impiego i vantaggi derivanti dall’utilizzo del nuovo sistema di classificazione.
Il PROGETTO LINCS
E’ stata firmata lo scorso 15 dicembre la Convenzione quadro prevista dall’art. 14 del Dlgs. 276/03 (attuativo della Riforma del mercato del Lavoro), che permette alle imprese di assolvere all’obbligo di assunzione di una quota di lavoratori disabili, attraverso il conferimento di commesse a cooperative sociali. Cuneo arriva dopo la firma della Convenzione da parte delle province di Milano, Chieti e Sassari (queste ultime a ottobre 2006) che, come la provincia piemontese, hanno fatto ricorso all’assistenza tecnica del progetto LINCS (Lavoro e Inclusione Sociale) di Italia Lavoro.
I due obiettivi strategici principali del progetto LINCS possono così riassumersi:
1. Verificare, attraverso la realizzazione di azioni sperimentali in 10 territori, l’applicabilità e l’efficacia dell’articolo 14 della riforma del mercato del lavoro (D.lgs 10 settembre 2003, n. 276) al fine di favorire l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate e delle persone con disabilità. Si intende, in particolare verificare se la normativa consente:
• alle persone svantaggiate e, in particolare alle persone con disabilità, di avere maggiori opportunità per essere inseriti nel mondo del lavoro;
• alle amministrazioni provinciali di realizzare più agevolmente le politiche attive per l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate e delle persone con disabilità;
• alle aziende di avere uno strumento aggiuntivo per l’adempimento dell’obbligo sul collocamento delle persone con disabilità (L.68/99) e di sviluppare azioni di responsabilità sociale;
• alle cooperative sociali di integrazione lavorativa di avere maggiori opportunità di consolidare e sviluppare la loro azione di inclusione delle fasce svantaggiate e delle persone con disabilità.
2. Sperimentare possibili soluzioni per la redazione e gestione delle convenzioni quadro territoriali fra i vari soggetti coinvolti (Spi, parti sociali, cooperative sociali e consorzi), per il conferimento di commesse da parte delle aziende e per l’assunzione di persone con disabilità da parte delle cooperative sociali che devono soddisfarle. Realizzare, inoltre, le azioni di sostegno (analisi preliminari e di contesto, pacchetti formativi, ecc.) per la buona riuscita delle sperimentazioni. Queste azioni di sostegno, se avranno prodotto risultati positivi, potranno essere successivamente trasferite e replicate su tutto il territorio nazionale.
Nell'ambito del progetto, oltre a procedere alla redazione e alla sperimentazione delle convenzioni quadro, dunque, si andrà a verificare se la normativa consente, alle persone svantaggiate e, in particolare alle persone con disabilità, di avere maggiori opportunità di inserimento nel mondo del lavoro.
Ad oggi, 8 province hanno firmato la Convenzione quadro, dopo un articolato percorso concertativi che ha portato alla sottoscrizione del documento da parte degli enti locali, delle parti sociali (sindacati, associazioni degli industriali, cooperative e consorzi di cooperative): Milano, Belluno, Treviso, Sassari, Chieti, Lecce.
A ottobre 2006, inoltre, sono stati complessivamente 340 i partecipanti, tra gli addetti ai lavori coinvolti a vario nell’inserimento lavorativo dei disabili (operatori dei Centri per l’impiego, dirigenti degli enti locali e dei dipartimenti competenti in materia, operatori delle ASL e delle cooperative) ai moduli base (“Le convenzioni territoriali per l’inserimento di persone con disabilità e svantaggiate”) e specialistico (“Il conferimento di commesse a cooperative sociali e le misure di assolvimento dell’obbligo”), nelle province di Cuneo, Sassari, Chieti, Lecce, Belluno, Milano e Treviso.
In alcune province si sono già avuti i primi inserimenti lavorativi: l’esempio più eclatante è quello di Milano: ad aprile 2006, erano 24 le convenzioni stipulate tra 23 aziende e 17 cooperative sociali; 49 persone con disabilità avviate al lavoro in un anno di vita delle convenzioni, pari a circa il 2% del totale degli inserimenti lavorativi dell’anno in tutta la provincia. Tra le aziende che hanno partecipato alla sperimentazione, sono presenti nomi rilevanti come Pirelli, IKEA, Boehringer Ingheleim, IBM, che esternalizzano alle cooperative sociali sia forniture semplici sia mansioni più specialistiche.
Per quanto riguarda le persone con disabilità, dei 49 inserimenti compiuti, 26 sono già attivi e riguardano quasi completamente lavoratori disabili psichici, così come previsto dai criteri di individuazione definiti dal Servizio Occupazione Disabili della provincia.
Una peculiarità dell’esperienza milanese è data dal fatto che i disabili assunti in cooperativa, lavorano comunque nell’azienda firmataria della convenzione, trovandosi dunque ad essere pienamente inseriti nell’ambiente e nel ciclo produttivo dell’impresa.
Lecce e Sassari, dal canto loro, hanno fatto da apripista al Sud, avviando già dalla fine del 2005 il percorso concertativo tra istituzioni e parti sociali per arrivare poi alla firma della Convenzione quadro, con il supporto del progetto LINCS.
A tal fine è stato attivato il progetto Le imprese e l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, che ha l’obiettivo di creare e rafforzare all’interno dei Centri per l’Impiego una figura professionale capace di gestire i rapporti con le imprese e di fornire loro gli strumenti necessari per inserire nel loro sistema produttivo persone con disabilità, nella consapevolezza che, come ha stabilito la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Salute e della Disabilità introdotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001, la disabilità non è una malattia, ma “una condizione di salute in un ambiente sfavorevole”, e il disabile non è una persona cui “manca” qualcosa, bensì un individuo dotato di determinate capacità e competenze, e pertanto in grado di soddisfare determinate esigenze aziendali.
Il progetto, realizzate da un team di progetto costituito da operatori dell’Unità Territoriale Abruzzo-Marche-Molise di Italia Lavoro e da operatori dei Centri per l’Impiego provinciali, si articola in diverse fasi operative che riguardano essenzialmente: la realizzazione di un’analisi del contesto territoriale, l’elaborazione del modello di servizio, il trasferimento del modello agli operatori dei Centri per l’Impiego e la successiva sperimentazione che intende coinvolgere circa 60 imprese della provincia.
La prima fase, attualmente in fase di svolgimento, intende analizzare le caratteristiche del contesto territoriale ricercando i dati quantitativi e qualitativi sugli inserimenti lavorativi di persone con disabilità e verificando le modalità di erogazione dei servizi, l’esistenza ed il funzionamento della rete territoriale degli attori coinvolti. Ciò al fine di determinare i punti di forza e di debolezza dei rapporti avviati tra filiera del collocamento mirato e mondo delle imprese.
Questa analisi è eseguita attraverso un’intervista realizzata dagli operatori di Italia Lavoro coinvolti nel progetto e somministrata ai rappresentanti delle realtà coinvolte a livello provinciale nel collocamento privato e ad altre figure rilevanti del mercato del lavoro.
L’IMPEGNO DI ITALIA LAVORO VERSO LE PERSONE CON DISABILITA’
L’inserimento lavorativo delle persone diversamente abili rappresenta da sempre una delle principali linee operative seguite da Italia Lavoro nell’ambito delle sue azioni di politica attiva nel campo dell’occupazione. Un interesse che nasce dalla consapevolezza che la disabilità non è necessariamente un ostacolo al lavoro e che anche le persone affette da handicap fisici o mentali possono dare un contributo decisivo alla vita economica e produttiva di un Paese.
Le esperienze realizzate da Italia Lavoro nella predisposizione di strumenti e di servizi volti a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in questo particolare settore occupazionale si riconducono, in particolare, a due progetti, ICF e politiche del lavoro e LINCS.
IL PROGETTO ICF
Il progetto ICF e Politiche del Lavoro si è svolto tra il 2003 e il 2006 – anche se è tuttora in corso un suo ulteriore proseguimento nella provincia di Torino – e ha contribuito a diffondere in Italia la nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Salute e della Disabilità introdotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001. Una classificazione che ha avuto il merito di inaugurare un nuovo approccio nei confronti della disabilità, secondo il quale il disabile non è un essere umano di serie B, ma una persona che, come tutte, dispone di capacità e competenze capaci di rispondere alle esigenze occupazionali di qualsiasi azienda.
A questo scopo, il progetto non si è limitato a creare un team nazionale di formatori esperti sulla nuova classificazione, ma ha anche formato un bacino di operatori del mercato del lavoro – in tutto ne sono stati coinvolti almeno 1.500 - sulla nuova classificazione e sperimentato presso numerosi Servizi per l’Impiego i vantaggi derivanti dall’utilizzo del nuovo sistema di classificazione.
Il PROGETTO LINCS
E’ stata firmata lo scorso 15 dicembre la Convenzione quadro prevista dall’art. 14 del Dlgs. 276/03 (attuativo della Riforma del mercato del Lavoro), che permette alle imprese di assolvere all’obbligo di assunzione di una quota di lavoratori disabili, attraverso il conferimento di commesse a cooperative sociali. Cuneo arriva dopo la firma della Convenzione da parte delle province di Milano, Chieti e Sassari (queste ultime a ottobre 2006) che, come la provincia piemontese, hanno fatto ricorso all’assistenza tecnica del progetto LINCS (Lavoro e Inclusione Sociale) di Italia Lavoro.
I due obiettivi strategici principali del progetto LINCS possono così riassumersi:
1. Verificare, attraverso la realizzazione di azioni sperimentali in 10 territori, l’applicabilità e l’efficacia dell’articolo 14 della riforma del mercato del lavoro (D.lgs 10 settembre 2003, n. 276) al fine di favorire l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate e delle persone con disabilità. Si intende, in particolare verificare se la normativa consente:
• alle persone svantaggiate e, in particolare alle persone con disabilità, di avere maggiori opportunità per essere inseriti nel mondo del lavoro;
• alle amministrazioni provinciali di realizzare più agevolmente le politiche attive per l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate e delle persone con disabilità;
• alle aziende di avere uno strumento aggiuntivo per l’adempimento dell’obbligo sul collocamento delle persone con disabilità (L.68/99) e di sviluppare azioni di responsabilità sociale;
• alle cooperative sociali di integrazione lavorativa di avere maggiori opportunità di consolidare e sviluppare la loro azione di inclusione delle fasce svantaggiate e delle persone con disabilità.
2. Sperimentare possibili soluzioni per la redazione e gestione delle convenzioni quadro territoriali fra i vari soggetti coinvolti (Spi, parti sociali, cooperative sociali e consorzi), per il conferimento di commesse da parte delle aziende e per l’assunzione di persone con disabilità da parte delle cooperative sociali che devono soddisfarle. Realizzare, inoltre, le azioni di sostegno (analisi preliminari e di contesto, pacchetti formativi, ecc.) per la buona riuscita delle sperimentazioni. Queste azioni di sostegno, se avranno prodotto risultati positivi, potranno essere successivamente trasferite e replicate su tutto il territorio nazionale.
Nell'ambito del progetto, oltre a procedere alla redazione e alla sperimentazione delle convenzioni quadro, dunque, si andrà a verificare se la normativa consente, alle persone svantaggiate e, in particolare alle persone con disabilità, di avere maggiori opportunità di inserimento nel mondo del lavoro.
Ad oggi, 8 province hanno firmato la Convenzione quadro, dopo un articolato percorso concertativi che ha portato alla sottoscrizione del documento da parte degli enti locali, delle parti sociali (sindacati, associazioni degli industriali, cooperative e consorzi di cooperative): Milano, Belluno, Treviso, Sassari, Chieti, Lecce.
A ottobre 2006, inoltre, sono stati complessivamente 340 i partecipanti, tra gli addetti ai lavori coinvolti a vario nell’inserimento lavorativo dei disabili (operatori dei Centri per l’impiego, dirigenti degli enti locali e dei dipartimenti competenti in materia, operatori delle ASL e delle cooperative) ai moduli base (“Le convenzioni territoriali per l’inserimento di persone con disabilità e svantaggiate”) e specialistico (“Il conferimento di commesse a cooperative sociali e le misure di assolvimento dell’obbligo”), nelle province di Cuneo, Sassari, Chieti, Lecce, Belluno, Milano e Treviso.
In alcune province si sono già avuti i primi inserimenti lavorativi: l’esempio più eclatante è quello di Milano: ad aprile 2006, erano 24 le convenzioni stipulate tra 23 aziende e 17 cooperative sociali; 49 persone con disabilità avviate al lavoro in un anno di vita delle convenzioni, pari a circa il 2% del totale degli inserimenti lavorativi dell’anno in tutta la provincia. Tra le aziende che hanno partecipato alla sperimentazione, sono presenti nomi rilevanti come Pirelli, IKEA, Boehringer Ingheleim, IBM, che esternalizzano alle cooperative sociali sia forniture semplici sia mansioni più specialistiche.
Per quanto riguarda le persone con disabilità, dei 49 inserimenti compiuti, 26 sono già attivi e riguardano quasi completamente lavoratori disabili psichici, così come previsto dai criteri di individuazione definiti dal Servizio Occupazione Disabili della provincia.
Una peculiarità dell’esperienza milanese è data dal fatto che i disabili assunti in cooperativa, lavorano comunque nell’azienda firmataria della convenzione, trovandosi dunque ad essere pienamente inseriti nell’ambiente e nel ciclo produttivo dell’impresa.
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13/02/2007
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