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Contestualizzare non vuol dire giustificare.

San Benedetto del Tronto | La risposta del prof. Giovannini alle polemiche sollevate dal consigliere di An Vignoli a proposito del "Giorno del ricordo" .

di Prof Paolo Giovannini*


Scrivo a proposito dell’articolo uscito nell’edizione di domenica 12 febbraio 2007 del «Corriere Adriatico» intitolato Le foibe fanno ancora discutere.

Devo innanzitutto dire che ne avrei fatto volentieri a meno, se non fosse che le grossolane affermazioni del locale esponente di Alleanza nazionale Luca Vignoli superino di molto la normale dialettica e mi coinvolgano direttamente come studioso e docente universitario. D’altronde non capisco a che titolo il signor Vignoli si senta investito del ruolo di censore della mia scientificità storiografica; pur frequentando da oltre venticinque anni la comunità degli storici, il suo nome non l’ho mai sentito e neppure ho mai avuto il piacere di incontrarlo negli archivi, solitamente frequentati da chi fa la nostra professione.

Tipica modalità di chi si arrampica sugli specchi è quella di estrapolare e decontestualizzare frasi dai discorsi altrui a proprio uso e consumo, ma in questo caso, al di là di possibili travisamenti e distorsioni, si giunge alla falsificazione del mio pensiero e delle mie parole, come possono testimoniare gli intervenuti alla “Giornata del ricordo” di S. Benedetto del Tronto e come è riportato correttamente nella seconda parte dell’articolo!

Capisco che le ampie contestualizzazione siano ardue, devo però ricordare di aver specificato, nell’ambito della mia ricostruzione, che contestualizzare non significava affatto giustificare: forse in quel momento il signor Vignoli era disattento o si era assentato.

Circa l’enfatica e nel contempo semplicistica affermazione su ciò che andrebbe insegnato alle giovani generazioni ritengo che sia molto più utile insegnare a problematizzare, ad articolare, a distinguere e comparare: assai più valore delle petizioni di principio hanno le solide analisi.

Questa vicenda peraltro conferma quanto si è scritto anche di recente intorno al dibattito sulle foibe, ossia che per decenni la questione dei numeri ha suscitato maggiore interesse rispetto alla ricostruzione delle cause, delle responsabilità (estese al regime fascista e alla successiva guerra fascista) e delle dinamiche delle stragi.

In questa pretestuosa polemica – ancora una volta – le vittime delle foibe e i protagonisti del drammatico lungo esodo degli italiani dall’Istria e dalla Dalmazia sono strumentalizzati per fini di politica spicciola… e questo sì che è grave.

*Università degli studi di Camerino

13/02/2007





        
  



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