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Casa delle Libertà: “A Castel di Lama ignorati i martiri delle Foibe”

Castel di Lama | Sulla Foibe ci sono stati cinquanta anni di silenzi a tutti i livelli. Anche la Rossini e & company hanno ignorato i martiri italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia.

“L’Amministrazione comunale di Castel di Lama ha ignorato i martiri delle Foibe”. Esordisce così il portavoce della Casa delle Libertà di Castel di Lama, Andrea Calvaresi.

“Forse pensando di far cosa gradita a qualche esponente provinciale che puntualmente organizza commemorazioni di certe morti dimenticandone volutamente altre – ha illustrato Calvaresi, che è anche il segretario comunale della Nuova Dc - meno gradite per bandiera politica, anche la Rossini e & company hanno ignorato i martiri italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia.

Alla storia, però, non si può mentire. - continua l’esponente della Dc di Gianfranco Rotondi -. Si possono utilizzare gli strumenti del silenzio, della disinformazione, del disinteresse, per sottrarre ai protagonisti di testimoniare al mondo le atrocità cui hanno assistito e subito sulla loro pelle. Ciò è quello che è successo ad un gran numero di cittadini italiani dell'Istria, di Fiume della Dalmazia: oltre trecentocinquantamila.

Per soli fini ideologici e ragionieristici tornaconti, un'intera popolazione è stata costretta ad abbandonare la loro terra e migliaia di essi sono stati brutalmente assassinati nelle foibe carsiche dagli sgherri del generale comunista Tito e dimenticati per cinquanta anni. Solo dopo il disfacimento della Jugoslavia (1989), la barbarie perpetrata nei confronti delle migliaia di cittadini italiani, ha iniziato a mostrare la sua tragica realtà, facendo conoscere al mondo che il fenomeno carsico non era saltando una questione geologica.

Sulla Foibe ci sono stati, cinquanta anni di silenzi a tutti i livelli (ed appare chiaro che qualcheduno gradirebbe prolungarlo): dalle celebrazioni ufficiali del dopoguerra, sempre solenni e copiose per altri temi, alla mancanza di tali fatti nei testi storici e scolastici.  Il 10 Febbraio, dunque, come cittadini s'impone e s'imporrà sempre un atto di riflessione su ciò che accadde in quell’area che fu dell'Italia; anche per testimoniare alle nuove generazioni che, tutte le atrocità che si compiono, a qualsiasi titolo, devono fare i conti con la storia”.

14/02/2007





        
  



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