"Non ci sono state disattenzioni". Così Tracisio Infriccioli, sindaco di Acquaviva, ha commentato il lavoro svolto dalla macchina comunale durante i dieci giorni di maltempo che nelle scorse due settimane, hanno colpito l'intera regione e in particolare le zone dell'entroterra.

Le cose, secondo qualcuno, sono andate diversamente e l'ondata di maltempo ha contribuito a mettere a nudo i limiti di un'amministrazione incapace di far fronte minimamente a un problema per molti versi prevedibile.

"Le previsioni erano certe già da fine gennaio; - sbotta Marco Rosetti, residente da tre anni nel borgo piceno - sono mancati sia interventi preventivi, come lo spargimento di sale prima che inziasse a nevicare, sia interventi operativi dopo la prima ondata di neve".

Accuse mosse anche alla latitanza del sindaco, che risiede a San Benedetto e, oltre a non essere reperibile ad Acquaviva durante le giornate incriminate, è anche accusato di non aver messo in atto quel lavoro di sinergia che in molti comuni ha accorciato notevolmente i tempi di ritorno alla normalità: "Se i mezzi del comune erano guasti, perché non è stato chiesto aiuto alla protezione civile, o alla Provincia, o ad altri Comuni limitrofi?- prosegue Rosetti - Sabato mattina, 11 febbraio, al centro storico c'era un solo uomo della Picenambiente a pulire le stradine sommerse di neve, con solo una zappa ed una pala".

A ben cinque giorni dall'ultima nevicata,  Acquaviva resta, in effetti, l'unico comune a non aver ancora riaperto le scuole e con numerose strade impercorribili per la presenza di lastre di ghiaccio di dieci centimetri.