“Nonostante fosse stata data assicurazione dalla quasi totalità degli esponenti dei vari partiti politici che la modifica della Legge Regionale sul commercio sarebbe stata discussa solo dopo le elezioni, il Consiglio Regionale ha concluso la legislatura con un assurdo colpo di mano approvando una modifica della legge Regionale sul Commercio che darà il colpo di grazia alla già critica situazione economica delle piccole e medie imprese”.

Il commento è del Presidente provinciale Confcommercio Benito Calvaresi all’indomani della approvazione della legge che ha previsto l’ampliamento delle aperture domenicali e festive da 24 a 28 giornate con in più ulteriori 7 giornate per le aree di confine con altre regioni. Quindi per Pesaro ma purtroppo anche per Ascoli, i Comuni della Vallata del Tronto e San Benedetto si tratta di un totale di ben 35 giornate; in pratica con le deroghe estive e natalizie, si potrà stare aperti tutto l’anno.

“Con le forti pressioni di Confcommercio – aggiunge Calvaresi – si era già riusciti in precedenza a sospendere per ben 2 volte l’aberrante provvedimento ma evidentemente si è voluto colpire le attività minori a beneficio a questo punto solo dei Centri Commerciali che operano nella nostra realtà”. “Questa modifica della Legge Regionale – aggiunge il direttore Giorgio Fiori – tutta concentrata nell’art. 15 inerente agli orari dei negozi, non è sorretta da motivazioni logiche poiché non ha alcun senso uniformare le situazioni tra Comuni confinanti di Regioni diverse e nel contempo creare una differenziazione ancora più ingiustificata tra Comuni della stessa Regione ed addirittura della stessa Provincia.

La modifica della Legge – aggiunge Fiori – appare sicuramente illegittima con concreti dubbi di incostituzionalità a cui ci appelleremo nelle opportune sedi e con l’unico effetto di aumentare il contenzioso, soprattutto per i Comuni dell’ascolano, confinanti con altre Regioni che si troveranno appunto a dover subire un trattamento normativo diverso ed irrazionale. “Non è stato tra l’altro neanche corretto in linea di principio – sottolinea Fiori – rinnovare una Legge a distanza di poco più di 2 anni dalla sua entrata in vigore, ma neanche nella sostanza in quanto con la riforma in pratica l’eccezione alla regola non è l’apertura ma la chiusura e le deroghe perdono di fatto il profilo della legittimazione turistica assumendo un carattere  squisitamente commerciale che svilisce il principio sancito dal legislatore”.

“La modifica della legge – conclude Calvaresi – è stata abilmente orchestrata da parte della maggioranza, DS e PDCI, di cui conosciamo nomi e cognomi per cui, quanto meno, i piccoli operatori commerciali avranno la possibilità di togliersi una piccola soddisfazione in occasione del voto per il rinnovo del Consiglio Regionale, ormai alle porte”.