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Le valutazioni di Mandozzi sul Bilancio approvato dal Consiglio Provinciale

Ascoli Piceno | "Il Pd si è assunto la responsabilità del voto a favore sul Bilancio provinciale ma si tratta di un voto tecnico, come ha ben evidenziato il nostro capogruppo Ventura, che nulla ha a che vedere con il giudizio politico che era e rimane del tutto negativo"

Emidio Mandozzi

Da Emidio Mandozzi, Vice Presidente della Provincia di Ascoli Piceno e Assessore alla Formazione Professionale e Politiche Attive del Lavoro, riceviamo e pubblichiamo quanto segue:

Il Pd si è assunto la responsabilità del voto a favore sul Bilancio della Provincia, solo ed esclusivamente per tutelare gli interessi di tanta gente, dal giovane inoccupato ai disoccupati, dai cassaintegrati alle donne, ad intere famiglie che in questo nostro territorio annaspano sotto i colpi di una crisi economica, produttiva ed occupazionale devastante.

Un voto tecnico, come ha ben evidenziato il nostro capogruppo in consiglio provinciale, Lucio Ventura, che nulla ha a che vedere con il giudizio politico che era e rimane del tutto negativo.

Qualcuno proverà, come al solito, a tacciarci di assumere comportamenti demagogici e/o per fini meramente elettoralistici, ma non è così: la nostra politica è sempre stata mossa da intenti mirati a cogliere obiettivi che fossero di aiuto al territorio, non certo per avere visibilità o voti alle elezioni.

Quelli vengono dopo, perché prima ci sono da risolvere e soddisfare, o provare a farlo, problemi ed esigenze, dalle più spicciole a quelle più grandi, prima tra tutte la questione del lavoro ed il risanamento dell'economia locale, partendo dalle infrastrutture. Il Pd non ama usare toni enfatici. Il Pd è restio ai proclami. Il Pd è un partito che cerca sempre di anteporre il fare al dire. E siccome di questi tempi le parole sono tante ma non così i fatti concreti, il Pd si è permesso di evidenziare nel Bilancio di previsione della Provincia cosa non andava e cosa, invece, si sarebbe dovuto fare.

E se per approvare il Bilancio sono occorse ben quattro sedute del consiglio provinciale e decine di ore di discussione sui singoli punti, forse in questo Bilancio qualcosa da rivedere, nel merito, c'era. Tanto che i nostri emendamenti e quelli di altri consiglieri erano volti a cambiare un'impostazione che ritenevamo e riteniamo non confacente rispetto alle scelte compiute, in primis quelle inerenti la divisione del personale e del patrimonio, così come del resto evidenziato dalla contrarietà di due assessori del Pd di Ascoli e l'astensione di un terzo sulla stessa delibera di giunta.

La nuova Provincia di Ascoli Piceno nasce con molte criticità, alcune delle quali acuite ora dalla divisione del personale e del patrimonio. Criticità in ordine a difficoltà finanziarie che l'accoglimento parziale di alcuni emendamenti del Pd, ma anche le stesse difficoltà finanziarie incontrate nell'approvazione del Bilancio 2009 possono essere avanzate a riprova di scelte politiche sbagliate, e che non condividiamo.

Difficoltà finanziarie che purtroppo si ripercuoteranno negativamente anche nei Bilanci a venire della nuova Provincia di Ascoli.

Non sarà certo un caso, se gli emendamenti proposti dal Pd e recepiti dal consiglio provinciale, sia della sua maggioranza che da parte della minoranza, seppur con alcuni distinguo come sull'emendamento di Colonnella che proponeva di aumentare le risorse per i progetti "work experience" ridotte poi a 350 mila euro, hanno visto solo l'astensione del Presidente Rossi e del Gruppo del Prc.

Nonostante tutto ciò, il Pd ha votato il Bilancio con estremo senso di responsabilità, volto a garantire anche la stabilizzazione del personale precario (e ci auguriamo che ciò si materializzi presto), ma prima ancora per suffragare la valenza di emendamenti proposti in aiuto al territorio rispetto a temi che riteniamo di urgente soluzione: lavoro, viabilità, infrastrutture. Priorità di un Piceno dove chi in questo momento ha più coerenza la deve mettere in campo.

Il Pd vigilerà infine a che in Provincia venga valorizzato il lavoro di tutti, perché tutti i lavoratori sono uguali: dai precari a quelli assunti a tempo indeterminato, ai dirigenti, con questi ultimi che svolgono un ruolo determinante nella gestione della programmazione dell'ente.

17/02/2009





        
  



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