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Simone Tempia e Gianluca Marinangeli a In Art: quella strana avventura che si chiama vita

San Benedetto del Tronto | Grande successo per il quarto incontro di In Art domenica 17 febbraio al Medoc con lo scrittore Simone Tempia e l’attore Gianluca Marinangeli.

di Elvira Apone

da sinistra: Gianluca Marinangeli, Annalisa Frontalini, Mattia Brena, Gianni Balloni, Simone Tempia

Grande successo e affluenza di pubblico domenica 17 febbraio al pub Medoc di San Benedetto del Tronto per il quarto appuntamento della terza edizione della rassegna letteraria e musicale In Art, organizzata dall’associazione culturale “Rinascenza” con la direzione artistica di Annalisa Frontalini, con il patrocinio e il sostegno dell’amministrazione comunale e della Regione Marche e con il supporto del portale Gate-Away.com, sponsor ufficiale della rassegna. Ospiti di eccezione sono stati lo scrittore Simone Tempia, che ha presentato il suo ultimo libro “Un anno con Lloyd. 365 giorni in compagnia di un maggiordomo immaginario” (Rizzoli Lizard) e, dopo la consueta pausa conviviale, l’attore Gianluca Marinangeli, che si è esibito in anteprima nel suo monologo teatrale “La sindrome del terzo panino”.

Accompagnato alla chitarra del musicista Mattia Brena e sollecitato dalle domande di Gianni Balloni, poeta, avvocato e consigliere comunale, che ha dialogato con lui con competenza e ironia, Simone Tempia, con la verve, la simpatia e l’umorismo che lo contraddistinguono, ha regalato al pubblico, numeroso e molto partecipe, un’altra lezione di vita, nuove perle di saggezza che Lloyd, l’ormai celebre maggiordomo immaginario dei suoi libri, continua a donare al suo Sir e, di conseguenza, a tutti i suoi lettori. Il suo ultimo libro, infatti, “Un anno con Lloyd. 365 giorni in compagnia di un maggiordomo immaginario”, è una raccolta di 366 dialoghi che corrispondono a tutti i giorni dell’anno (Tempia non ha saltato nemmeno lo spesso dimenticato 29 febbraio), dialoghi tra Sir e il suo maggiordomo immaginario che ripercorrono le stagioni, i mesi e i giorni e segnano lo scorrere e i mutamenti del tempo che passa. Ogni dialogo, ha ammesso Simone Tempia, è nato da una crisi, da una delusione, da cose che gli facevano male e che, come succede con la roba vecchia, lui aveva messo in soffitta e poi ha ritirato fuori per affrontarle e superarle: “Vivo la responsabilità della parola scritta” ha dichiarato durante la presentazione. Perché la parola scritta, quella macchia nera su un foglio bianco, risuona dentro ciascuno di noi, viola la nostra intimità e, dunque, ha un senso: “Riempire un foglio bianco è come edificare un muro, è come costruire una casa”. E Simone Tempia costruisce con cura le sue case, anzi, getta enormi ponti verso i suoi tanti lettori che cercano nelle parole di Lloyd una conferma ai loro dubbi e una risposta a molti perché. Eppure Lloyd, come lui stesso ha spiegato, non dà risposte, fa solo domande, però, proprio attraverso di quelle, “invita a vedere i problemi da un’altra prospettiva, a girare intorno alle cose”, perché la soluzione ai problemi non è dentro, ma fuori di noi. E così, grazie alla saggezza di Lloyd, che rappresenta un po’ tutti noi alle prese con la realtà quotidiana, forse finalmente possiamo rispecchiarci in noi stessi e capire molte cose che spesso ci appaiono incomprensibili, riuscendo semplicemente a guardarle da un’angolatura diversa. “La felicità cambia con noi” ha affermato Simone Tempia, proprio perché la nostra vita cambia, cambiano le situazioni e le priorità, cambia anche la visione che abbiamo di essa. Tutto passa, si trasforma e finisce, anche i libri. Ma se le persone parlano di libri e continueranno a farlo, ha detto lo scrittore, questi non moriranno. E lui sicuramente ha già lasciato un’eredità preziosa a tutti quelli che hanno capito e amato Lloyd, un personaggio destinato a durare per sempre.

Dopo la pausa per la cena, Gianluca Marinangeli  ha fatto vivere al pubblico di In Art un’avventura straordinaria trascinandolo, attraverso un vortice di sensazioni contrastanti, in un appassionante racconto tragico-comico in parte autobiografico, scritto e narrato in prima persona con grande autoironia e lucidità. Una vita vissuta sotto il peso di un complesso di inferiorità e con lo spauracchio di non riuscire a realizzare i propri desideri, inizialmente ostacolati da una famiglia troppo materialista, ma con la leggerezza di chi riesce a planare sulle cose con lo sguardo attento e consapevole, ad accettare anche il male come inevitabile e, proprio a partire da esso, a ricominciare un percorso nuovo, buttandosi alle spalle ogni frustrazione, ogni delusione, ogni incertezza per inseguire finalmente i propri sogni. Una testimonianza veritiera e credibile, resa con la lievità e la disinvoltura con cui Gianluca Marinangeli sa condividere le proprie emozioni e il proprio mondo interiore; un’interpretazione sincera e misurata, densa di momenti esilaranti, ma anche fortemente commuoventi; una storia che fa sorridere e riflettere, che invita a guardarsi dentro come in uno specchio da cui la propria immagine riflessa sembra acquistare una rinnovata dignità e un nuovo valore. Una presa di coscienza ironicamente tragica dell’esistenza in tutte le sue sfaccettature, un appello toccante e appassionato ad affrontare la vita così come è, con i suoi chiaroscuri e le sue difficoltà, un invito coraggioso e deciso a coglierne il lato positivo, perché ciascuno di noi è l’artefice del proprio destino e, dopo ogni tunnel, c’è sempre la luce.

Un’altra serata coinvolgente, ricca di contenuti e carica di suggestioni, un altro entusiasmante viaggio attraverso il mistero della vita, la cui eco non si spegnerà facilmente.

 

19/02/2019





        
  



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