Ho letto con interesse la filippica della sig.ra Antonella Ciccanti, che non ho il piacere di conoscere, contro il sottoscritto, dove ancora una volta si manifesta chiaramente la tipica malafede di certi esponenti della sinistra che manipolano artatamente i contenuti per veicolare le proprie pseudo-verità.

 

Innanzitutto si evidenzia il fatto che la sig.ra Ciccanti non ha saputo, o non ha potuto, controbattere ad alcuna delle mie considerazioni sulla realtà estremista della Rete del Nuovo Municipio, ed inneggia a tale iniziativa presentandola come la salvezza del nostro domani e dell’umanità intera, trascinando nella propria fumosa argomentazione anche una “grandissima parte del mondo cattolico”, credendo forse che la mistificazione del comunismo, comprovata dalla storia, possa aver contaminato i cattolici che vivono seriamente il messaggio evangelico.

La sig.ra Ciccanti, dall’alto della sua cattedra proclama che “la vita non è una merce”; noi lo sappiamo bene ed è per questo che, in quanto cattolici, ci opponiamo alle pretestuose interruzioni della gravidanza, all’eutanasia, alle sperimentazioni azzardate sugli embrioni, ai matrimoni tra omosessuali (che vita potrebbe nascere?) e ad altre iniziative di questo genere, ampiamente rivendicate dalla sig.ra Ciccanti e da tutti i compagni del Nuovo Municipio.

Sappiamo altresì che se oggi vi è il diritto alla salute, all’istruzione, alla pensione, al lavoro, pur con tutte le problematiche connesse, di ciò si deve ringraziare in larga parte i cattolici della vecchia DC.

Se poi la sig.ra Ciccanti vuole assicurare il cosiddetto stipendio di sussistenza ai nullafacenti dei centri sociali, su ciò non siamo d’accordo.

È la matrice cristiana del nostro impegno che ci impone il rispetto della natura, la condivisione dei beni in una solidarietà autentica (non in senso comunista), il riconoscere se stessi negli altri, di qualunque estrazione e cultura, e a ciò adeguiamo i nostri comportamenti sociali, politici ed umani, non li utilizziamo per mera propaganda come invece predilige la sinistra, ivi compresa la sig.ra Ciccanti.

La riprova sta nel fatto della commercializzazione  dell’acqua dei Sibillini; tutti sanno che tale istanza è stata avanzata dal Consorzio Idrico Piceno S.p.A. il cui consiglio di amministrazione è interamente eletto da soggetti pubblici, quali i Comuni della provincia, e procedere all’imbottigliamento, senza compromettere assolutamente le risorse per gli utenti, di una minima parte di questa acqua della sorgente di Capodacqua in Arquata che si riversa semplicemente nel Tronto (sono andato di persona con il sindaco Petrrucci e l’assessore Pala a rendermene conto), non è certamente un’operazione contro il bene comune, anzi, si creerebbe occupazione ed avremmo una straordinaria immagine di attrattiva per tutto il Piceno. Al di là delle parole della sig.ra Ciccanti e del presidente Rossi.