Con la storia, l'appetito vien mangiando
San Benedetto del Tronto | Il colonialismo italiano in Libia: il secondo appuntamento del ciclo "A pranzo con la storia" si è tenuto la scorsa domenica all'auditorium.
di Silvio Venieri
L'avvocato Silvio Venieri
"L'appetito vien mangiando", come si suol dire, e gli appassionati locali di storia dimostrano di gradire particolarmente le portate loro offerte nell'ambito del ciclo di incontri con eminenti esponenti della storiografia nazionale intitolato "A pranzo con la Storia", organizzato dall'Amministrazione Comunale di San Benedetto e dalla libreria "La Bibliofila" in collaborazione con Cocalosclub e le Associazioni culturali "I luoghi della Scrittura" e "Leggere54", giunto domenica scorsa, 19 febbraio, al suo secondo appuntamento; infatti un nutrito pubblico (molti gli studenti e gli insegnanti delle scuole superiori) ha presenziato presso l'auditorium comunale Tebaldini alla lezione del professor Luigi Goglia dedicata al colonialismo italiano in Libia.
La presentazione di Mimmo Minuto, il saluto dell'assessore alla Cultura della amministrazione comunale sambenedettese dottoressa Margherita Sorge e l'introduzione del professor Gino Troli hanno fatto da preludio allo svolgimento del tema da parte del docente di Storia dell'Africa per il corso di laurea in scienze politiche dell'Università 3 di Roma.
Nella sua esposizione il professor Goglia, di ascendenze accademiche sicuramente "nobili" (si laurea con Rosario Romeo e con Renzo De Felice, del quale diviene esponente di spicco dell'entourage dei collaboratori), ha attinto anche dalla sua biografia personale di frequentatore assiduo da antica data dei continenti africano e asiatico.
Il relatore ha ulteriormente smentito il luogo comune secondo il quale gli italiani - ma sarebbe più corretto dire le sfere politiche e militari nazionali - avrebbero tenuto un atteggiamento di indulgenza verso le popolazioni oggetto delle mire espansionistiche, stereotipo sorto all'epoca delle prime guerre coloniali del 1885, già abbondantemente demolito, tra gli altri, da Angelo Del Boca, il quale, infatti, titolava una sua opera "Italiani, brava gente ?", con un punto interrogativo finale che sottendeva una visione non edulcorata dei trascorsi coloniali della nostra Nazione.
La motivazione di fondo che determinò nel 1911 l'impegno in Libia dell'Italia giolittiana non è da ricercare in un ambito economico-commerciale quanto nell'aspirazione ad impadronirsi della cosiddetta "quarta sponda", cioè la parte meridionale del bacino del Mediterraneo, e così guadagnarsi "un posto al sole" nei consessi internazionali al cospetto delle super potenze europee che già avevano abbondantemente e ripetutamente fatto ricorso a politiche di espansione transfrontaliera.
I governanti italiani sottovalutarono la capacità di resistenza degli abitanti della Tripolitania e della Cirenaica, i quali, chiamati a far fronte contro un nemico esterno, si collegarono organicamente con le truppe arabe di guarnigione e organizzarono una difesa dignitosa, per cui ci vollero addirittura venti anni e ben 10.000 perdite tra le fila italiane per avere il sopravvento sulle popolazioni autoctone.
Nella tipica escalation di ogni conflitto armato, si moltiplicò il ricorso a crudeltà ingiustificate, che fecero registrare, da parte degli italiani, le uccisioni indiscriminate di civili e l'internamento presso vari campi di raccolta di 100.000 libici, dei quali 40.000 perirono per cause varie (malnutrimento, malattie, epidemie).
Anche l'ideologia che fece da supporto alle varie fasi della colonizzazione venne ad involversi, passando da un atteggiamento di mera superiorità dell'epoca giolittiana, ad una situazione di vero e proprio razzismo nell'era fascista, la cui dinamica antropologica si imperniava sull'homo novus creato dal regime, che coincideva spesso, nell'esaltazione ultranazionalista e bellicista, con l'uomo militare tout court.
L'esponente di spicco della schiera dei rappresentanti di un disinvolto spregio dell' incolumità e di qualsivoglia concetto di dignità nei confronti dei libici fu il maresciallo Rodolfo Graziani, investito da Mussolini dell'incarico di governatore della Cirenaica dal 1930 al 1934, il quale utilizzò il suo incarico per affermare la sua smania di potere e di avanzamento nella gerarchia militare; mentre il volto sicuramente più docile fu incarnato dal successore di Graziani, Italo Balbo.
La "terra promessa" della retorica fascista, che ospitava nei suoi confini "Tripoli bel suol d'amore", ben presto si dimostrerà soltanto uno "scatolone di sabbia" del tutto inconferente rispetto alla smania di crescita economica dell'Italia e della sua volontà di dislocare extra moenia le masse rurali che gonfiavano i confini interni, anzi si rivelava una fonte di aggravio per le finanze pubbliche nazionali; allora non si poteva paventare che le dune sabbiose dei deserti celassero giacimenti petroliferi ricchi dell'oro nero, che, anni dopo, tanto contribuirono alla fortuna di un tale Mu'ammar Gheddafi, ma questa è un'altra storia.
La presentazione di Mimmo Minuto, il saluto dell'assessore alla Cultura della amministrazione comunale sambenedettese dottoressa Margherita Sorge e l'introduzione del professor Gino Troli hanno fatto da preludio allo svolgimento del tema da parte del docente di Storia dell'Africa per il corso di laurea in scienze politiche dell'Università 3 di Roma.
Nella sua esposizione il professor Goglia, di ascendenze accademiche sicuramente "nobili" (si laurea con Rosario Romeo e con Renzo De Felice, del quale diviene esponente di spicco dell'entourage dei collaboratori), ha attinto anche dalla sua biografia personale di frequentatore assiduo da antica data dei continenti africano e asiatico.
Il relatore ha ulteriormente smentito il luogo comune secondo il quale gli italiani - ma sarebbe più corretto dire le sfere politiche e militari nazionali - avrebbero tenuto un atteggiamento di indulgenza verso le popolazioni oggetto delle mire espansionistiche, stereotipo sorto all'epoca delle prime guerre coloniali del 1885, già abbondantemente demolito, tra gli altri, da Angelo Del Boca, il quale, infatti, titolava una sua opera "Italiani, brava gente ?", con un punto interrogativo finale che sottendeva una visione non edulcorata dei trascorsi coloniali della nostra Nazione.
La motivazione di fondo che determinò nel 1911 l'impegno in Libia dell'Italia giolittiana non è da ricercare in un ambito economico-commerciale quanto nell'aspirazione ad impadronirsi della cosiddetta "quarta sponda", cioè la parte meridionale del bacino del Mediterraneo, e così guadagnarsi "un posto al sole" nei consessi internazionali al cospetto delle super potenze europee che già avevano abbondantemente e ripetutamente fatto ricorso a politiche di espansione transfrontaliera.
I governanti italiani sottovalutarono la capacità di resistenza degli abitanti della Tripolitania e della Cirenaica, i quali, chiamati a far fronte contro un nemico esterno, si collegarono organicamente con le truppe arabe di guarnigione e organizzarono una difesa dignitosa, per cui ci vollero addirittura venti anni e ben 10.000 perdite tra le fila italiane per avere il sopravvento sulle popolazioni autoctone.
Nella tipica escalation di ogni conflitto armato, si moltiplicò il ricorso a crudeltà ingiustificate, che fecero registrare, da parte degli italiani, le uccisioni indiscriminate di civili e l'internamento presso vari campi di raccolta di 100.000 libici, dei quali 40.000 perirono per cause varie (malnutrimento, malattie, epidemie).
Anche l'ideologia che fece da supporto alle varie fasi della colonizzazione venne ad involversi, passando da un atteggiamento di mera superiorità dell'epoca giolittiana, ad una situazione di vero e proprio razzismo nell'era fascista, la cui dinamica antropologica si imperniava sull'homo novus creato dal regime, che coincideva spesso, nell'esaltazione ultranazionalista e bellicista, con l'uomo militare tout court.
L'esponente di spicco della schiera dei rappresentanti di un disinvolto spregio dell' incolumità e di qualsivoglia concetto di dignità nei confronti dei libici fu il maresciallo Rodolfo Graziani, investito da Mussolini dell'incarico di governatore della Cirenaica dal 1930 al 1934, il quale utilizzò il suo incarico per affermare la sua smania di potere e di avanzamento nella gerarchia militare; mentre il volto sicuramente più docile fu incarnato dal successore di Graziani, Italo Balbo.
La "terra promessa" della retorica fascista, che ospitava nei suoi confini "Tripoli bel suol d'amore", ben presto si dimostrerà soltanto uno "scatolone di sabbia" del tutto inconferente rispetto alla smania di crescita economica dell'Italia e della sua volontà di dislocare extra moenia le masse rurali che gonfiavano i confini interni, anzi si rivelava una fonte di aggravio per le finanze pubbliche nazionali; allora non si poteva paventare che le dune sabbiose dei deserti celassero giacimenti petroliferi ricchi dell'oro nero, che, anni dopo, tanto contribuirono alla fortuna di un tale Mu'ammar Gheddafi, ma questa è un'altra storia.
|
23/02/2012
Altri articoli di...
Cultura e Spettacolo
31/10/2022
Il Belvedere dedicato a Don Giuseppe Caselli (segue)
Il Belvedere dedicato a Don Giuseppe Caselli (segue)
27/10/2022
TEDxFermo sorprende a FermHamente (segue)
TEDxFermo sorprende a FermHamente (segue)
27/10/2022
53 anni di Macerata Jazz (segue)
53 anni di Macerata Jazz (segue)
26/10/2022
Il recupero della memoria collettiva (segue)
Il recupero della memoria collettiva (segue)
26/10/2022
Giostra della Quintana di Ascoli Piceno (segue)
Giostra della Quintana di Ascoli Piceno (segue)
23/10/2022
A RisorgiMarche il Premio "Cultura in Verde" (segue)
A RisorgiMarche il Premio "Cultura in Verde" (segue)
22/10/2022
Porto San Giorgio torna a gareggiare al Palio dei Comuni (segue)
Porto San Giorgio torna a gareggiare al Palio dei Comuni (segue)
20/10/2022
La Nuova Barberia Carloni apre un tris di spettacoli (segue)
La Nuova Barberia Carloni apre un tris di spettacoli (segue)
San Benedetto
12/10/2022
Studenti omaggiano il Milite Ignoto (segue)
Studenti omaggiano il Milite Ignoto (segue)
10/06/2020
Samb: Serafino è il nuovo presidente! (segue)
Samb: Serafino è il nuovo presidente! (segue)
27/01/2020
Istituto Professionale di Cupra Marittima: innovazione a tutto campo. (segue)
Istituto Professionale di Cupra Marittima: innovazione a tutto campo. (segue)
25/01/2020
Open Day a Cupra Marittima, al via il nuovo corso Web Community – Web Marketing (segue)
Open Day a Cupra Marittima, al via il nuovo corso Web Community – Web Marketing (segue)
19/01/2020
GROTTAMMARE - ANCONITANA 1 - 3 (segue)
GROTTAMMARE - ANCONITANA 1 - 3 (segue)
13/01/2020
SAN MARCO LORESE - GROTTAMMARE 1 - 0 (segue)
SAN MARCO LORESE - GROTTAMMARE 1 - 0 (segue)
10/01/2020
UGL Medici:"Riteniamo che gli infermieri e i medici debbano essere retribuiti dalla ASUR5" (segue)
UGL Medici:"Riteniamo che gli infermieri e i medici debbano essere retribuiti dalla ASUR5" (segue)
10/01/2020
Premiato il cortometraggio intitolato "Sogni di Rinascita- Sibillini nel cuore" (segue)
Premiato il cortometraggio intitolato "Sogni di Rinascita- Sibillini nel cuore" (segue)
ilq
Le strade musicali dell'Ebraismo nel compendio cinematografico di David Krakauer
David Krakauer
"The Big Picture"
Quando il giornalismo diventa ClickBaiting
Quanto è sottile la linea che divide informazione e disinformazione?
Kevin Gjergji