Spese per il cibo. I marchigiani si tolgono dalle tasche 40 euro in più rispetto alla media
Ancona | Secondo Coldiretti i marchigiani spendono per mangiare quaranta euro in più al mese rispetto allitaliano medio. La spesa per gli alimentari sarebbe al secondo posto dopo la casa, ma i prezzi che scendono allorigine e aumenterebbero al dettaglio.
I marchigiani spendono per mangiare quasi quaranta euro in più al mese rispetto all'italiano medio. E' quanto emerge da un'analisi di Coldiretti Marche sugli ultimi dati Istat sui consumi delle famiglie, secondo i quali sul nostro territorio la spesa mensile per gli alimentari è di 504 euro, contro i 466 euro del dato nazionale. Una cifra peraltro in salita rispetto ai 498 dell'anno precedente, soprattutto a causa dell'aumento dei prezzi.
Basta dire che a livello generale i marchigiani sono arrivati a spendere mensilmente 2.485 euro, 54 in più rispetto ai 2.431 euro del dato precedente. "Una situazione che è anche il risultato delle inefficienze che si riscontrano nelle filiere e nel boom dei prezzi dal campo alla tavola - denuncia Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche -. Non a caso stiamo predisponendo un progetto per realizzare sistemi agroalimentari che puntino sul made in Marche e sul made in Italy coinvolgendo il sistema dei Consorzi agrari e delle cooperative e moltiplicando i Mercati di Campagna Amica, realizzandone in tutte le principali città della regione".
Secondo l'analisi di Coldiretti Marche la spesa alimentare incide attualmente per il 20,3 per cento su quella generale, subito dietro quella per l'abitazione (25,5 per cento del totale) e davanti ai trasporti (16 per cento), abbigliamento e calzature, combustibili ed energia, arredamenti. Per quanto riguarda il cibo, la maggior voce di spesa è quella per la carne davanti a frutta e verdura e a pane e pasta. Ancora una volta i tabacchi superano l'olio d'oliva.
"A gennaio gli alimentari hanno fatto registrare a livello nazionale un aumento dei prezzi tendenziale del 3,8 per cento che è più del doppio del valore medio dell'inflazione (+1,6 per cento) nonostante i prezzi alla produzione agricola abbiano fatto segnare un crollo del 14 per cento - sottolinea il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Bertinelli. In altre parole, le imprese agricole si vedono pagare sempre di meno i propri prodotti, mentre il cittadino consumatore è costretto a tirare fuori dalle tasche sempre più soldi per acquistare quegli stessi prodotti al dettaglio: una situazione non più sostenibile".
Basta dire che a livello generale i marchigiani sono arrivati a spendere mensilmente 2.485 euro, 54 in più rispetto ai 2.431 euro del dato precedente. "Una situazione che è anche il risultato delle inefficienze che si riscontrano nelle filiere e nel boom dei prezzi dal campo alla tavola - denuncia Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche -. Non a caso stiamo predisponendo un progetto per realizzare sistemi agroalimentari che puntino sul made in Marche e sul made in Italy coinvolgendo il sistema dei Consorzi agrari e delle cooperative e moltiplicando i Mercati di Campagna Amica, realizzandone in tutte le principali città della regione".
Secondo l'analisi di Coldiretti Marche la spesa alimentare incide attualmente per il 20,3 per cento su quella generale, subito dietro quella per l'abitazione (25,5 per cento del totale) e davanti ai trasporti (16 per cento), abbigliamento e calzature, combustibili ed energia, arredamenti. Per quanto riguarda il cibo, la maggior voce di spesa è quella per la carne davanti a frutta e verdura e a pane e pasta. Ancora una volta i tabacchi superano l'olio d'oliva.
"A gennaio gli alimentari hanno fatto registrare a livello nazionale un aumento dei prezzi tendenziale del 3,8 per cento che è più del doppio del valore medio dell'inflazione (+1,6 per cento) nonostante i prezzi alla produzione agricola abbiano fatto segnare un crollo del 14 per cento - sottolinea il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Bertinelli. In altre parole, le imprese agricole si vedono pagare sempre di meno i propri prodotti, mentre il cittadino consumatore è costretto a tirare fuori dalle tasche sempre più soldi per acquistare quegli stessi prodotti al dettaglio: una situazione non più sostenibile".
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24/02/2009
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